“«Lascia che la pace della natura entri in te come i raggi del sole penetrano le fronde degli alberi. Lascia che i venti ti soffino dentro la loro freschezza e che i temporali ti carichino della loro energia. Allora le tue preoccupazioni cadranno come foglie d’autunno“. Le parole di John Miur, ingegnere, naturalista e scrittore, sono chiare ed inequivocabili. Adesso provate per un attimo a rallentare, a chiudere gli occhi ed a concentrare l’attenzione sul respiro. Immaginate poi di essere in un luogo che vi rilassa, che vi fa star bene. Sicuramente starete pensando ad un luogo immerso nella natura: un bosco, una montagna, un prato fiorito, una spiaggia con il mare che si perde verso l’orizzonte. E’ naturale che sia così.
La nostra specie (Homo sapiens) ha iniziato ad evolversi e a diffondersi dall’Africa del nord a tutto il continente Euroasiatico circa 300.000 anni fa (addirittura parliamo di milioni di anni se consideriamo gli ominidi più in generale). Esso si è adattato a vivere proprio nelle foreste che coprivano il territorio in maniera massiva. Siamo stati “raccoglitori di erbe” ed abbiamo vissuto a strettissimo contatto con la natura per circa 290.000 anni. Solo da 10.000 anni siamo stati in grado di coltivare la terra e non solo raccogliere i frutti e le erbe spontanee per nutrirci e curarci. Solo da circa 2.000 anni (molto recentemente) siamo divenuti una “specie urbana”.
Ci troviamo a vivere prevalentemente in città (e non in natura) quindi solo da un paio di millenni, ovvero lo 0,6% del tempo di esistenza complessiva della nostra specie.Perciò potremmo dire che solo lo 0,6% del nostro DNA si è adattato alla città, mentre il 99,4 % è ancora un DNA legato alla natura: siamo fatti per vivere in natura ed il nostro corpo lo sa. I ritmi a cui oggi viviamo, ma a cui non siamo adattati, sono davvero estenuanti ed il nostro corpo reagisce di conseguenza, manifestando tutta una serie di sintomatologie diventate ormai frequenti ed esacerbate dalla improvvisa disconnessione col mondo naturale.
La sociologa Rosa Tiziana Bruno nel libro “Educare al pensiero ecologico” evidenzia il come «trascorrere costantemente poco tempo all’aria aperta e a contatto con la natura causa una serie di disfunzioni fisiologiche e comportamentali. Possono verificarsi una riduzione dell’uso dei sensi (l’olfatto, il tatto), difficoltà attentive e un aumento del rischio di disordini fisici e mentali (depressione, ADHD, obesità).
Questo accade perché la separazione dalla natura mortifica un bisogno primario sensoriale e psicosomatico».E continua asserendo che «alcuni fenomeni comuni come la stanchezza cronica, l’irrequietezza e l’insonnia sono, almeno in parte, riconducibili alla mancanza di contatto con gli elementi naturali». E allora tornare alle origini è inevitabilmente l’unica via per stare bene e risvegliare quella naturale tendenza che abbiamo al mondo naturale, che abbiamo costruito in centinaia di migliaia di anni. Come ci ha insegnato Thich Nhat Hanh, monaco buddhista, poeta e attivista per la pace, quando siamo capaci di amare noi stessi, stiamo già proteggendo e nutrendo la società. Quando siamo capaci di sorridere, quando siamo in pace, in quel momento c’è già un cambiamento nel mondo. Amare quindi noi stessi ed amare la natura con la quale siamo intimamente interconnessi.
E perché non partire proprio da Ischia? Perché non valorizzare un territorioche presenta una variabilità naturale eccezionale e che potrebbe diventare un faro nella ricerca della via per tornare alle nostre origini. Che lo si faccia da soli od in gruppo, inoltrarsi nel cuore verde dell’isola verde, dove va ricercata la sua vera identità, è un’esperienza unica: crateri, fumarole, boschi, foreste tropicali, forre, canyon, paesaggiterrazzati, paesaggi esotici e tanto altro; insomma un caledoscopio di suggestioni che fa si che il viaggio di scoperta dell’isola diventi un’opportunità esperienziale degli archetipi naturali che ricuce la connessione con le nostre origini naturali e quindi ci fa star bene. Non resta che provare!
Scenari diversi denotano caratteristiche differenti con le proprie sfide e le proprie peculiarità. Il comune di Serrara Fontana è viva espressione di questa territorialità eterogenea e il suo Sindaco ne coordina le vicende con intenzioni unitarie. “Occorre un brand Ischia”, una sana comunicazione ed un tavolo di intenti. Sono queste alcune delle ricette nella visione di rilancio della prima cittadina, Irene Iacono. Ascoltiamola.
“La vicinanza del Governo la si sente al di là dei numeri” questa la dichiarazione del Sindaco Pascale al netto degli interventi post alluvione. “Era mio desiderio la creazione di una Ctl (Consulta turistica locale) con intervento di enti sovracomunali”: questo l’organismo che il Sindaco auspica e che potrebbe favorire una nuova organizzazione del comparto turistico e della sua riqualificazione su scenari più ampi.
Dall’inverno difficile alla riprogrammazione turistica toccando l’occupazione giovani e la necessita’ di fare impresa cosciente: ascoltiamo le lucide parole di Pascale nell’intervista che segue.
L’Italia, la Campania e Ischia devono dimostrarsi al passo con i tempi per esserne protagonisti. Le sfide sono ardue e le possibilità da cogliere tante. Ma le si devono affrontare con dignità e cognizione di causa. I giovani devono essere consapevoli dell’impegno richiesto e messi in condizione di poterlo espletare. Ce ne parla il Dottor Antonio Tuccillo, Presidente della Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti italiani.