Un anno terribile, con la sensazione di non aver fatto progressi. Il lotto di vaccini ritirato da Astrazeneca in queste ore è stata poi una vera mazzata. Più speriamo, più tentiamo di credere in una vera librazione da questo dannato Covid19e più i nostri sogni sembrano infrangersi su di un muro di inquietudine. Ma è proprio adesso che abbiamo bisogno di sperare, di ricordare tutto il bello che è attorno a noi, dentro di noi, e che presto tornerà a scandire le nostre giornate.
In questi mesi di pandemia non tutto il tempo è stato perduto, molto si è fatto, molto si farà e presto ne usciremo.
Certo abbiamo pagato tanto, troppe persone lo hanno fatto con la vita, ma è soprattutto per il loro esempio ed il loro sacrificio che non possiamo cedere allo sconforto.
L’unico modo per dare un senso a questa assurda tragedia, sarà quello di uscirne più consapevoli e rafforzati di prima, perché solo in questo modo potremo tramutare la rabbia ed il dolore nella forza per ricostruire non solo materialmente, ma anche moralmente, il migliore futuro possibile.
Dobbiamo crederci noi ed infondere fiducia in chi ora sembra vinto da ogni tipo di dolore, soprattutto quello dell’anima.
La ricerca ha fatto passi da gigante e presto tutti quelli che lo vorranno saranno vaccinati.
Un ultimo sforzo e sarà ancora sole, luce, aria fresca sul viso.
Forse nel breve periodo non potremo tornare a fare lunghi viaggi,che oggi stiamo percorrendo con la mente per trovare una risacca di serenità a questo abisso di difficoltà, ma già tra qualche settimana sembra possibile che potremo tornare a passeggiare sul lungomare come sulle colline o i monti della nostra amata e bellissima Regione.
Ci riapproprieremocosì delle perle del nostro Tirreno come Capri, Ischia, Procida.
Torneremo ad essere ancora ammaliati dal Litorale Puteolano, azzurro e fumante.
Ripercorreremo le strette etortuose vie della Costiera Amalfitana, della Penisola Sorrentina e del Cilento, dove il blu del cielo e del mare fanno da cornice a cittadine le cui sagome sembrano essere state cesellate dalla poesia.
Attraverseremo i colli dell’Alto Casertano e delMoliSannio, dove nei borghi medioevali il tempo si è fermato.
Guadagneremo le cime dei Monti Lattari, del Taburno e del Massiccio del Matese, respirando la purezza della quota che ci libererà l’anima da ogni angoscia.
Rivivremo dal profondo tutta la millenaria storia di Benevento, Pompei, Ercolano.
Resteremo ancora una volta rapiti dallo sfarzo e dall’eleganzadegli appartamenti della stupenda Reggia di Caserta, per poi trovarci a pedalare nel suo immenso parco verde, tra alberi, piscine e giochi d’acqua che resistono intatti al trascorrere dei secoli.
Ammireremo tutto il Golfo dalla cima incantata del nostro Vesuvio, tanto bello e vasto da lassù che gli occhi ed il cuore faticheranno a metabolizzarlo.
Con il cuore pieno di emozione ci perderemo ancora nella magia di Napoli, un universo di umanità, di luci e di colori senza pari, e che tutto il mondo giustamente ci invidia.
Torneremo a vivere per noi stessi, per chi non c’è più e per i nostri cari, se oggi più che mai avremo ancora il coraggio di crederci.
Anche per questo riprendiamo da questa domenica con la rubrica “RestiAMO al SUD”, perché la magnificenza della nostra Terra può salvarci da ogni baratro.
In Italia negli ultimi dieci anni, in particolare dal 2015 al 20 settembre 2024, sono stati registrati 146 eventi meteo estremi che hanno causato danni all’agricoltura, pari al 7,4% del totale degli eventi avvenuti nello stesso periodo in Italia. Lo evidenzia il report Città Clima – speciale Agricoltura di Legambiente realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol – indicando che “preoccupa in particolare l’accelerata degli ultimi due anni 2023-2024, con 79 eventi meteo estremi con danni al settore, che è oltre la metà del totale registrato negli ultimi 10 anni. Sei le regioni più colpite: Piemonte con 20 eventi, seguito da Emilia-Romagna (19), Puglia (17), Sicilia e Veneto (ciascuna con 14), Sardegna (11) con danni alle produzioni di frutta, ortaggi, mais, barbabietole, frutteti e vigneti che sono stati sradicati.
Orme di anfibi e rettili, ma anche piante, semi, impronte di pelle e persino gocce di pioggia: è un vero e proprio ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria, quello scoperto nel Parco delle Orobie Valtellinesi in provincia di Sondrio. Riportato alla luce dallo scioglimento di neve e ghiaccio causato dal cambiamento climatico, conserva tracce di vita risalenti a 280 milioni di anni fa. I primi reperti, recuperati pochi giorni fa a 3.000 metri di quota con una spettacolare operazione supportata da un elicottero, sono stati mostrati per la prima volta al Museo di Storia Naturale di Milano.
Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, e la temperatura media globale sarà più di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali, probabilmente più di 1,55 gradi. Lo scrive in un comunicato il servizio meteo della Ue, Copernicus.
“L’anomalia media della temperatura globale per i primi 10 mesi del 2024, da gennaio ad ottobre – scrive Copernicus -, è stata di 0,71 gradi superiore rispetto alla media 1991-2020: è la più alta mai registrata per questo periodo, e di 0,16 gradi più alta dello stesso periodo del 2023”.
Secondo il servizio meteo della Ue, “è ora virtualmente certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato. L’anomalia della temperatura media per il resto del 2024 dovrebbe crollare quasi a zero perché il 2024 non risulti l’anno più caldo”. Inoltre, prosegue Copernicus, “dato che il 2023 è stato 1,48 gradi sopra il livello pre-industriale, è virtualmente certo che la temperatura globale annuale per il 2024 sarà di più di 1,5 gradi sopra il livello pre-industriale, ed è probabile che sarà superiore di più di 1,55 gradi”.