Riprende la rassegna “Un Altro Sguardo sulla Fotografia”. Zone rosse, distanziamenti, provvedimenti e misure di sicurezza hanno soltanto rafforzato la volontà dei protagonisti di questa rassegna fotografica a comunicare la loro volontà di partecipazione e condivisione della vita che riprende dopo tanti mesi di isolamento e silenzio di tutte le manifestazioni culturali nel paese. È un nuovo inizio, che si auspica non sia temporaneo come quelli tragicamente passati, ma ci riporti ad un nuovo vivere insieme condividendo i nostri sentimenti. Il 1 Luglio alle 19,00, Un Altro Sguardo della Fotografia, la rassegna curata e organizzata da Mario Laporta e Federica Palmer, segna una nuova tappa, si ricomincia con Federico Righi uno dei 9 fotografi non professionisti che si presentano a tutti allo spazio MUSEUM Mostre in Largo Corpo di Napoli 3. Dopo Francesca Chiacchio, Mauro Cangemi e Giuseppe Maione, che abbiamo visto nel 2020, prima delle chiusure dovute al Covid19, è il momento dei 6 autori che ci presenteranno i loro lavori e le loro foto, sempre, comunque, rispettando le regole di distanziamento imposte dal particolare periodo che stiamo vivendo. Federico Righi, Claudia Del Giudice, Luciano Furia, Giuliano Montieri, Lucia Mugnolo e Cinzia Toscano, come Francesca Chiacchio, Mauro Cangemi e Giuseppe Maione provenienti da altre professioni presenteranno i loro lavori fotografici, nel pieno rispetto delle norme di prevenzione e contrasto al Covid19 proiettando le loro opere attraverso 4 grandi display, una proiezione all’aperto e durante l’inaugurazione, saranno a disposizione di chi vorrà approfondire la loro conoscenza .
Un altro sguardo fotografico è quello che può essere condizionato dalle opere dai grandi autori, oppure quello dalle quali prende spunto e poi elabora personalissimi percorsi, può essere inteso come lo sguardo scevro da condizionamenti imposti dalla committenza oppure da precise sapienze professionali. Un altro sguardo può essere libero o totalmente soggiogato alle mode del momento. L’altro sguardo è sicuramente libero dall’economia se non entra nei suoi meccanismi e si regala al primo arrivato, svilendo il lavoro di chi invece, con il proprio sguardo arricchisce la fotografia e da essa ricava cespiti per la vita. L’altro sguardo sulla fotografia è sicuramente quello dei tanti non professionisti, che ricercano, rispettano, si evolvono e accrescono con il loro linguaggio la fotografia stessa, non più solo come folle passione e amore, corrisposto o meno, ma percorrono sentieri che li fanno mettere in discussione non più come “amatori”, ma come autori fotografici. Questa rassegna si prefigge proprio questo, conoscerli per apprezzarli o criticarli, per constatare e applaudire la loro crescita o consigliargli nuove strade, come sempre avviene per gli autori, e per coloro che hanno la forza di mettersi in mostra. Uno sguardo alla fotografia non intesa come professione, ma alla fotografia che ha travalicato la semplice passione e si spinge sempre più prepotentemente nella ricerca, quella vera, fatta di studio e sacrifici, di letture e punti di vista, di approfondimenti e di rispetto nei riguardi della scrittura con la luce e dei fotografi professionali.
Con gli “attacchi” e le “reazioni scomposte” di “esponenti del governo” sul caso del giudice di Catania, Iolanda Apostolico, “lo scopo perseguito è evidente: intimorire ogni giudice che dovesse assumere un’interpretazione non gradita o allineata ad un certo indirizzo politico”. E’ quanto mette nero su bianco l’Associazione nazionale magistrati in un documento approvato ad ampia maggioranza al termine del direttivo dell’associazione che è stato, di fatto, dedicato al caso del giudice siciliano che per primo ha bocciato il decreto Cutro non convalidando i trattenimenti di otto tunisini richiedenti asilo. L’associazione conferma lo “stato di agitazione sui temi dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura” e ha deliberato la convocazione di una assemblea generale con all’ordine del giorno “gli attacchi alla giurisdizione e la pesante denigrazione dei singoli magistrati che hanno adottato provvedimenti in materia di protezione internazionale”.
Unici a votare contro i rappresentati di Magistratura Indipendente che avevano presentato una propria mozione. La decisione di Mi è stata stigmatizzata dai magistrati di Area. Nel documento approvato si afferma che “i cittadini italiani assistono da giorni ad attacchi e reazioni scomposte di esponenti del governo che – senza confrontarsi con il merito della decisione di un giudice del Tribunale di Catania in materia di protezione internazionale – investono con grande risonanza mediatica e insistenza la persona, gli affetti e la vita del magistrato – situazione che ha reso doverosa anche l’apertura di una pratica a tutela da parte del Csm, di cui auspichiamo un celere esame”. L’obiettivo, a detta dell’Associazione, è da un lato intimorire i giudici e dall’altro “persuadere i cittadini che decisioni sgradite, non in linea con le scelte del governo, siano solo frutto di esercizio strumentale e, quindi, deviato della giurisdizione e di contrapposizione politica”.
E ancora: “siamo in presenza di un attacco di straordinaria gravità che sposta volutamente l’attenzione dalla discussione sul merito del provvedimento” sui migranti ai “comportamenti tenuti al di fuori dell’esercizio delle funzioni” da un magistrato. L’Anm chiede, quindi, “con forza alla politica di riflettere sugli effetti dannosi per i cittadini di simili operazioni di delegittimazione, volte ad indebolire la credibilità del potere giudiziario e l’indipendente esercizio della funzione giudiziaria”. L’associazione delle toghe sollecita, inoltre, al Garante per la privacy di “adottare tutte le opportune iniziative a tutela dei magistrati che sono stati e che saranno oggetto di intrusioni indebite nella loro vita privata in conseguenza del contenuto dei loro provvedimenti”. Al ministro della Giustizia, poi, chiede di “precisare il contenuto e le finalità del mandato conferito agli ispettori” sul caso Apostolico.
A Tora e Piccilli, nel borgo di Foresta, da dove parte il sentiero per le Ciampate del Diavolo, incontri FORESTART. L’evento, voluto dalla Galleria Primo Piano, da Magazzini Fotografici e dallo Spazio Kromia, nomi che si confermano tra le realtà fotografiche più interessanti del panorama napoletano e meridionale proiettate, sempre più decisamente, nello scenario nazionale ed europeo. la ricerca, lo studio, la continuità, la linea editoriale artistica insieme all’ opera di valorizzazione dei giovani autori sono i loro punti di forza. Linguaggi come il fotogiornalismo, la fotografia di ricerca, la fotografia d’arte e quella d’ambiente, si fondono e sfociano nel lessico della fotografia autoriale. 22 fotografi giovani e meno giovani in esposizione, alcuni di loro già conosciuti e presenti ai primi posti nelle classifiche di importanti premi, altri alle prime mostre, altri ancora con pubblicazioni su importanti testate nazionali e internazionali con trascorsi e presenti professionali solidi, ma comunque, tutti accomunati da un futuro nel quale sentiremo molto spesso parlare di loro. i 22 si sono incontrati fisicamente o attraverso le loro fotografie a Tora e Piccilli, nella località Foresta, antico borgo con 18 abitanti nell’alto casertano, sulla strada dell’Abruzzo, che si è animata, durante l’inaugurazione, di un foltissimo pubblico accorso a salutare Antonio Maiorino Marrazzo e Massimo Pastore, animatori della rassegna ForestArt che li vede durante tutto l’anno organizzatori di eventi culturali connessi al piccolo borgo e Donatella Saccani di Kromia che insieme a loro e a Yvonne De Rosa di Magazzini Fotografici hanno selezionato gli autori in mostra. Un allestimento che si sviluppa nelle case disabitate da tempo, ma in via di rifacimento, del piccolo borgo. Le abitazioni, di una bellezza antica, con camini, dispense, cellai e pochissimi componenti d’arredo rimasti abbandonati nel corso degli anni, si sono rianimate ospitando le foto degli autori che le hanno accompagnate nella scoperta di nuovi orizzonti e nuovi mondi, auspicando una veloce, ma meditata rigenerazione.
Le foto della Galleria sono di Mario Laporta/KONTROLAB per quanto concerne l’inaugurazione , seguite da una delle foto degli autori in mostra
per informazioni e visite contattare il numero 3518015422
Visitatori alla mostrafotografica collettiva FORESTART morganizzata dalla galleria Primo Piano e da Magazzini Fotografici e Kromia a Foresta nel comune di Tora e Piccilli nell’alto Casertano.
ph. Mario Laporta/KONTROLAB
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Le foto di Douglas Kirkland sono entrate nella storia. Come quelle a Marilyn Monroe, ancora oggi tra le immagini piu’ belle che siano mai state scattate all’attrice. Leggendario il suo servizio fotografico realizzato nel 1961 per la rivista Look Magazine, dove Kirkland, appena ventiquattrenne, assistente di Irving Penn, immortalo’ la divina a letto avvolta solo da lenzuola di seta bianche (e Chanel n. 5), trasformandola nell’icona del cinema piu’ sexy di tutti i tempi. L’artista canadese e’ morto nella sua casa a Los Angeles, a 88 anni, dove viveva con la moglie Francoise, con cui lavorava insieme da decenni. Nato il 16 agosto del 1934 in Canada, Kirkland ha fotografato piu’ di 600 grandi celebrita’, e’ stato “special photographer” sul set di oltre 150 film (titoli del calibro di 2001: Odissea nello Spazio, La mia Africa, Moulin Rouge, Titanic. Il Grande Gatsby, Australia, I Fantastici 4). Nel 2014 era venuto in Italia per accompagnare A life in pictures, una mostra-evento dal titolo calzante, a Venezia nell’ambito della Mostra del cinema, prodotta da Vanity Fair in collaborazione con l’Istituto Luce Cinecitta’. Le domande cadevano sempre la’, su Marilyn e quella notte storica. “Marilyn si presento’ con tre ore di ritardo – aveva raccontato Kirkland – poi scomparve per un momento e torno’ indossando solo un accappatoio. Non c’era luce stroboscopica, solo un semplice proiettore costante che ha contribuito a produrre le ombre laterali”. Kirkland si arrampico’ su una ringhiera sopra di lei e comincio’ a scattare. Marilyn lo guardava, gli sorrideva seducente e con quegli scatti l’ha consegnata al mondo per sempre. “Sapeva esattamente cosa fare, i suoi movimenti, le mani, il suo corpo era semplicemente perfetto. Era la piu’ sexy. Meglio di chiunque altro. Emotivamente, ha fatto bene ogni cosa. Ha espresso proprio quello che volevo”, aveva detto. Kirkland e’ entrato a far parte di Look Magazine poco piu’ che ventenne e successivamente di Life Magazine. Durante l’eta’ d’oro del fotogiornalismo degli anni ’60/’70 i suoi incarichi spaziavano dalla Trans Siberian Railway al Giappone, dalla moda al cinema. Ha fotografato la mitica Coco Chanel al lavoro e le star di centinaia di film con indimenticabili servizi dedicati al mondo della moda e dello spettacolo. Oltre a Marilyn, per lui hanno posato le piu’ grandi celebrita’ internazionali del cinema, dell’arte e della musica, da Mick Jagger a Sophia Loren, da Coco Chanel a Elizabeth Taylor, a Marlene Dietrich e Andy Warhol, da Brigitte Bardot a Sofia Loren, a Michael Jackson, da John Lennon a Nicole Kidman, da Paul Newman a Peter Falk, Sharon Stone e decine di altri. Le sue foto sono state esposte in tutto il mondo, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti prestigiosi, a livello internazionale, tra cui il LUCIE Award for Outstanding Achievement in Entertainment Photography. Gia’ nel 2008, Vanity Fair gli aveva dedicato una retrospettiva alla Triennale di Milano. Fino a qualche tempo fa ha continuato a lavorare nella sua villa-studio sulle colline di Los Angeles, tenendo lezioni pubbliche allo Smithsonian Institute, all’Art Center College of Design di Pasadena e nei Kodak Center di Hong Kong, Singapore e Taiwan. A lui e’ stato dedicato un documentario, That Click: raccontava l’uomo che ha dato un volto alla cultura pop per 60 anni, ritraendone le star.