Il governo schiera una nuova arma contro la sindrome nimby che blocca le grandi infrastrutture. Il decreto Aiuti Ter, approvato ieri, prevede che il Consiglio dei ministri possa sostituirsi ai Comuni che non fanno gli impianti di smaltimento dei rifiuti, nominando commissari per realizzare le opere. Un potere sostitutivo del governo che esiste gia’ per le centrali eoliche e le rinnovabili in genere: ieri e’ stato ampliato a termovalorizzatori e impianti di compostaggio. Ma non basta: nel decreto Aiuti ter, c’e’ anche la possibilita’ di installare fonti rinnovabili sui beni del Ministero dell’Interno. Su commissariati di polizia e stazioni dei pompieri, potremo presto vedere pannelli fotovoltaici e turbine eoliche. Uno strumento per risolvere il nodo della “sindrome nimby”, dall’inglese “not in my backyard”, “non nel mio giardino”, uno dei maggiori ostacoli alla transizione ecologica. L’opposizione di cittadini, amministratori locali e soprintendenze del Ministero della Cultura finisce spesso per allungare a dismisura la realizzazione di centrali eoliche e impianti di smaltimento dei rifiuti, necessari per ridurre i gas serra, il consumo di materiali e l’inquinamento. L’articolo 23 del Decreto legge Aiuti ter, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, prevede che, se gli enti pubblici non danno nei tempi previsti le autorizzazioni agli impianti indicati dal Programma nazionale rifiuti, il premier, su proposta del ministro della Transizione ecologica, puo’ nominare un commissario ad acta per realizzare le opere. La nuova norma applica agli impianti di smaltimento rifiuti quei poteri sostitutivi del governo che sono gia’ stati attribuiti in materia di fonti di energia rinnovabili. Il Consiglio dei ministri puo’ avocare a se’ le procedure autorizzative bloccate per le centrali eoliche e fotovoltaiche, e autorizzarle autonomamente. E proprio nell’utlimo Cdm il governo ha sbloccato l’iter di altri 6 parchi eolici: a Ferrandina (Matera), Cerignola e Stornara (Foggia), Manfredonia (Foggia), Ascoli Satriano (Foggia), Acquaviva delle Fonti e Casamassima (Bari), Ittiri e Villanova Monteleone (Sassari). Poi, c’e’ la svolta green per polizia e pompieri. All’articolo 10 del Dl Aiuti, si permette al Ministero dell’Interno di installare fonti di energia rinnovabili sui beni che ha in uso, del demanio e non, anche dandoli in concessione e utilizzando le risorse del Pnrr. Ma non solo. Il Ministero o i concessionari possono pure costituire comunita’ energetiche rinnovabili con altre pubbliche amministrazioni, centrali o locali. Le comunita’ energetiche sono comunita’ di cittadini e pubbliche amministrazioni che si consorziano con imprese dell’energia per costruire fonti rinnovabili sul proprio territorio o i propri edifici, e utilizzarle per l’autoconsumo. Una soluzione che si sta diffondendo in numerosi piccoli comuni italiani. I cittadini, con un piccolo investimento iniziale, possono garantirsi energia pulita a poco prezzo.