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Rientrano da Malta i 157 studenti italiani positivi ma Grimaldi attacca: ce ne sono molti altri bloccati, isolati e scarse cure

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Finisce l’incubo per gli studenti italiani positivi al Covid che sono in quarantena a Malta. Domani i 157 ragazzi che si sono contagiati durante una vacanza studio nelle scuole d’inglese dell’arcipelago torneranno in Italia con un volo speciale messo a disposizione dall’Ente nazionale del turismo maltese (Mta) che decollera’ dall’aeroporto de La Valletta alla volta di Roma Fiumicino. I ragazzi, invece di tornare in famiglia, potrebbero poi essere trasferiti in un hotel nei pressi dell’aeroporto per ultimare la quarantena ed essere sottoposti ai necessari controlli medici. Sempre domani e’ stato predisposto un altro charter per gli studenti spagnoli mentre oggi e’ stata la volta di 128 giovani francesi imbarcati su un primo aereo, un Boeing 737 che Mta ha noleggiato dalla compagnia francese ASL Airlines France, specializzata in voli sanitari e medici. Tra lunedi’ e martedi’ il governo maltese ha gia’ rimandato a casa con due charter operati dalla compagnia governativa Malta MedAir gli studenti posti in quarantena per i contatti avuti ma negativi ai test. Lunedi’ il primo volo ha riportato a Roma 58 italiani e ha proseguito per Francoforte con un gruppo di tedeschi, martedi’ un secondo volo ha fatto scalo prima a Parigi poi a Madrid. Le operazioni di rientro sono tutte a carico del governo maltese anche se l’ammontare della spesa non e’ stato specificato. Un portavoce di Mta, parlando con il Times of Malta, ha definito il dato “commercialmente sensibile”. Si conosce invece l’ordine di grandezza del danno subito dalle scuole di lingua, stimato dall’associazione del comparto in oltre 40 milioni di euro. D’altra parte quando il ministero del Turismo in vista della riapertura delle scuole aveva lanciato una campagna di forti incentivi, tra cui sconti per i soggiorni e distribuzione di blocchetti di voucher per 300 euro a tutti gli studenti, non era prevedibile un’accelerazione del contagio di queste dimensioni. I focolai che si sono sviluppati nelle scuole d’inglese hanno piu’ che centuplicato i contagi a Malta in appena tre settimane: i casi attivi erano 23 il 27 giugno, 2.346 ieri, piu’ del 90% a carico di non vaccinati, oltre un quarto del totale giovani studenti stranieri.

E il governo maltese non ha potuto far altro che chiudere le 40 scuole d’inglese presenti a Malta e Gozo il 14 luglio, con soli cinque giorni di preavviso. Non ci sara’ invece alcun aiuto per chi e’ entrato nel Paese per turismo ed e’ stato sottoposto alla quarantena nei covid hotel: il governo maltese ha escluso di organizzare voli di rientro. “Sull’isola, ricorda Erich Grimaldi, presidente del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 – ci sono molti altri ragazzi lasciati soli, anche loro positivi e in isolamento, il cui rientro in patria non è stato ancora prefissato”. “Come Comitato – sottolineano Grimaldi e la portavoce Valentina Rigano – siamo impegnati, da oltre quindici giorni, nel supporto a distanza di giovani studenti, molti dei quali minorenni, rimasti senza alcun riferimento o assistenza, nè locale ne’ italiana”. Nelle ultime ore Grimaldi, che ha sempre usato toni asciutti ma fermi, non  ha esitato ad accusare il Governo italiano di negligenza verso centinaia di ragazzi che per questioni di studio o turismo sono bloccati per ragioni legate al contagio all’estero. Come dire: ci sono italiani di serie A e quelli di serie B quando viaggiano. C’è chi rientra a casa nonostante il covid e chi invece è fermo all’estero, confinato in struttura e senza cure se non quelle assicurate in qualche modo dall’Italia dal Comitato Cura Domiciliare Covid-19 di Grimaldi.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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