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Cronache

Ricerche non si fermano, si cerca ancora Brunella

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Dopo il ritrovamento del corpo del piccolo Mattia Luconi, 8 anni, ieri in un campo a 150 metri del fiume Nevola a Trecastelli (Ancona), le ricerche vanno avanti, per il nono giorno consecutivo, per recuperare Brunella Chiu’, 56 anni, l’ultima persona dispersa a seguito dell’alluvione del 15 settembre. Intanto, pur nella disperazione per la perdita del figlio, il papa’ Tiziano vorrebbe realizzare una fattoria didattica a lui dedicata, con gli animali che tanto piacevano al bambino. “Torneremo a girare in vespa e a tirar baci, Mattia saluta tutti, Vi vogliamo bene”, ha scritto su Facebook. Ieri sera l’uomo aveva fatto un appello sui social ad accendere candele alle finestre “per scaldare Mattia e difenderlo dal buio”, cosa che molti a Barbara hanno fatto. Per il riconoscimento ufficiale del bimbo sono in corso gli accertamenti in ospedale di Senigallia con l’ispezione cadaverica. Le esondazioni dei fiumi nel Pesarese e nel Senigalliese (Ancona) hanno seminato devastazione, terrore e 12 morti accertati. Una ferita che ha lacerato il territorio e gli animi delle persone. “Faremo il possibile per cercare l’ultima dispersa”, ha assicurato il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Ancona, Pierpaolo Patrizietti con i soccorritori che battono a terra e nei fiumi la zona tra Corinaldo e Senigallia. Ma nelle province di Ancona e Pesaro Urbino e’ scattata anche una nuova allerta gialla, fino domani, per criticita’ idrogeologica, idraulica, temporali, vento forte, grandinate. Il Comune di Senigallia ha invitato i cittadini a mantenere “vigile allerta”, ai residenti in zona rossa di “evitare locali seminterrati e piano strada, trascorrere la notte tra sabato e domenica ai piani alti, muovendosi solo per effettive e improrogabili necessita’”. In questo contesto i soccorritori non si fermano nelle ricerche ma l’impegno dei volontari, a volte, non viene riconosciuto e compreso: in centro a Senigallia, nei pressi di un posto di blocco a protezione di lavori di ripristino dal fango in via Marche, un automobilista di 74 anni ha volontariamente tirato dritto contro una transenna, perche’ non accettava lo stop, investendo un 41enne volontario Vab Toscana (vigilanza antincendi boschivi) e poi scappando. Il ferito e’ stato trasportato in ospedale a Senigallia: ha riportato fortunatamente solo contusioni alla gamba sinistra. L’investitore, poco dopo, spontaneamente si e’ recato dai carabinieri per costituirsi; procede pero’ la Polizia stradale di Ancona che ha denunciato il 74enne per fuga e omissione di soccorso. “Chi opera per il bene comune – ha scritto in un tweet la Protezione civile – non puo’ essere un bersaglio. Massima solidarieta’ al volontario della Vab, intenzionalmente investito da un automobilista. E a tutti gli operatori impegnati nell’assistenza alla popolazione va la nostra riconoscenza”. Vicinanza anche dal presidente della Toscana Eugenio Giani. “Qualche volta questo e’ il ringraziamento per quello che facciano”, il commento amaro di un altro volontario della Vab. Un brutto episodio che non ferma la catena dei soccorsi. I sub sono tornati nei fiumi, con due squadre, sia nel Nevola a Corinaldo, sia a Senigallia quasi alla foce del Misa. Le squadre di terra battono gli argini anche con l’aiuto di droni, cinofili e sorvolo aereo. Per gli eventi del 15 settembre la Protezione civile regionale parla di un evento atmosferico “che ha una probabilita’ di accadimento una volta oltre 1.000 anni”. Superati “record storici di precipitazione di tutta la serie registrata dal 1929”. Gli idrometri di monitoraggio di Misa e Nevola, tranne a Bettolelle, “danneggiati o spazzati via” dalla piena: “in un’ora, tra le 20:30 e 21:30 si e’ passati da una situazione di pochi centimetri di acqua in alveo, all’assenza del dato”.

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Cronache

Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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