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Ricatto ai calciatori del Napoli, se giocano contro la Juve violano il codice penale, se non vanno…

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Il Napoli è stato messo in quarantena dalla Asl. Il Napoli non parte per Torino perchè c’è un ordine esecutivo dell’Asl che glielo impedisce in nome dell’emergenza coronavirus. La Juventus invece non ne vuole sapere di quello che accade a Napoli. “Noi saremo regolarmente in campo”, dicono i bianconeri. Come dire: se il Napoli non viene allo Stadium, sarà l’arbitro a decidere come finisce. È una vigilia molto agitata quella del big match della terza giornata della Serie A in programma allo Stadium. Com’è possibile? Come andrà a finire? Lo stop alla squadra di Gattuso è stato deciso dalle autorità sanitarie campane. Il Napoli stava partendo. Bus pronto. Calciatori radunati al San Paolo. In aeroporto a Capodichino era tutto pronto per il check in di atleti e staff.

Il provvedimento dell’Asl però non contempla il protocollo gare riservato agli atleti professionisti e in cui non si esplicita il divieto alla trasferta. Un pasticcio che ha messo in fibrillazione tutto il calcio italiano e che rischia di costare la sconfitta a tavolino se il Napoli non si presenterà in campo. I due giocatori e un dirigente positivi negli azzurri hanno fatto decidere alla Asl partenopea di mettere tutta la squadra in quarantena. Tecnicamente è un isolamento fiduciario a casa per 14 giorni. E l’Asl vuole conosce anche i domicili della quarantena per fare controlli e per assicurarsi che venga rispettata la consegna. Tra  gli azzurri il Covid ha fermato anche Elmas dopo Zielinski. La Lega di Serie A, per ora, non ha disposto alcun rinvio. Nello specifico la situazione non lo prevede: con 13 giocatori a disposizione si deve scendere in campo. Pena appunto lo 0-3 a tavolino. C’è un protocollo gare firmato da tutte le società e che è frutto di una mediazione tra Cts (comitato tecnico scientifico del Governo), ministero dello sport e Figc.  Condizione che al momento il Napoli non ha, avendo due giocatori contagiati e tutto il resto della squadra a disposizione. Mertens e compagni si erano presentati all’appuntamento allo stadio San Paolo per prendere il bus e andare a Capodichino quando si è deciso di non partire per le indicazioni della Asl. Una valutazione, riferiscono dall’Asl, non sul campionato di calcio, ma sul rischio della propagazione di un focolaio che, seguendo la letteratura Covid delle autorità sanitarie, impone l’isolamento domiciliare per 14 giorni ai contatti diretti di un positivo anche se – come nel caso della stragrande maggioranza dei calciatori del Napoli – risultano negativi al Covid. In Campania – questo è il senso del ragionamento adottato dall’Asl di Napoli – sono 3.036 i normali cittadini che vivono questa situazione e non era possibile fare due pesi e due misure non applicando la normativa anche ai calciatori azzurri.

La Juventus che, in isolamento fiduciario già aveva detto che si sarebbe giocato regolarmente come da norme appena varate, dopo la mancata partenza del Napoli ha subito ribadito che la squadra guidata da Pirlo sarà allo Stadium. “Non si tratta nè di calciatori nè di membri dello staff tecnico o medico – aveva precisato il club bianconero sui due positivi – ma in ossequio al protocollo tutto il gruppo squadra allargato entra in isolamento fiduciario. Questa procedura permetterà a tutti i soggetti negativi ai controlli di svolgere la regolare attività di allenamento e di partita, ma non consentirà contatti con l’esterno del gruppo”.

Parole superate dallo stop arrivato da Napoli. Se la Asl ha dato l’assist al rinvio, la Lega si è subito messa in moto, prendendo tempo per capire giurisdizione e competenze anche consultando i vertici politici. Certo per la norma appena varata si gioca se ci sono 13 giocatori non positivi. Si può chiedere un solo rinvio a stagione, possibile a questo punto che si vada verso una sconfitta a tavolino del Napoli per 3-0. Una eventualità dinanzi alla quale il club azzurro – fanno sapere fonti della società – presenterebbe ricorso in considerazione del fatto che lo stop è arrivato da un’autorità sanitaria. I calciatori azzurri sono tornati a casa dove rimarranno in isolamento con la facoltà di uscire solo per gli allenamenti a Castel Volturno. Resta da definire anche la situazione dei calciatori convocati per le rispettive nazionali anche se dal Napoli trapela che nessuno degli azzurri convocati potrà partire.

La situazione in cui s’è cacciata la Lega, non  il Napoli, è ai limiti del ridicolo. La Juve dice che sarà allo Stadium e che aspetterà il Napoli per giocare a calcio. Il Napoli, invece, non può partire perché fermato a Napoli e costretto all’isolamento fiduciario dalle autorità sanitarie. Che cosa accadrebbe se il Napoli violasse l’isolamento sanitario e andasse allo Stadium per giocare? Questo a prescindere dalle condizioni di salute dei calciatori. Allora, in linea teorica succederebbe questo. Tutti i cittadini (dunque anche i calciatori) in isolamento fiduciario devono indicare il luogo, il domicilio in cui resteranno per 14 giorni. C’è poi da fare la distanzione tra contagiati e isolati fiduciari perchè possibili contagiati ma non ancora accertato il loro contagio da covid 19. Nel Napoli, come è accaduto col Genoa, potrebbe essere un potenziale cluster di contagio. Nelle prossime ora, altri azzurri potrebbero risultare positivi. In ogni caso l’elenco dei contagiati in isolamento fiduciario finisce alle forze dell’ordine che hanno l’obbligo, quando possibile, di fare controlli e verificare che venga rispettato l’isolamento. Se il Napoli va a Torino viola l’isolamento pubblicamente. Tutti i calciatori e la società sportiva potrebbero essere denunciati per la violazione della Ordinanza della regione Campania e del Dpcm che ha disposto lo stato di emergenza nazionale fino al 31 gennaio 2021. In questo caso tutti i calciatori, i dirigenti e le persone dello staff del Napoli incorrerebbero, in linea teorica, nel reato di inosservanza “di un provvedimento legalmente dato dall’autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica o d’ordine pubblico o d’igiene”. E questo è un reato previsto dall’articolo 650 del codice penale ed è punito, “se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 206”.
Sempre in linea del tutto teorica, però, questo eventuale comportamento (la inosservanza di un provvedimento legalmente dato dall’autorità) dei dipendenti della società sportiva calcio Napoli, potrebbe dare causa alla commissione di un altro reato, molto più grave. Sempre in linea teorica, chi è consapevole di avere il coronavirus (ad oggi solo Elmas e Zielinsky) e contravvenendo alle regole di isolamento domiciliare e quarantena imposte dalle autorità, oltre all’imputazione ex art. 650 c.p. (Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità), rischia l’imputazione di lesioni personali e di omicidio volontario, anche solo nella forma tentata. È evidente che se i tesserati del Napoli andassero a Torino e contagiassero qualcuno, significherebbe che dolosamente si pongono in contatto con altri soggetti, e a causa di tale condotta potrebbero provocare (sempre in linea teorica) danni a terzi. In questo caso le pene sono severissime.

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Università e ospedali plurisecolari su francobolli Italia

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Tre universita’ e cinque ospedali ”storici” italiani compariranno sui francobolli italiani. L’emissione dedicata alle università e’ stata emessa oggi e riguarda le universita’ di Napoli, Trieste e Firenze. La serie dedicata agli ospedali comparira’ invece il 24 novembre prossimo e riguardera’ ospedali di Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze. Le vignette dei francobolli (tutti validi per la posta ordinaria) mostrano per le universita’:

  • -una prospettiva della facciata principale dell’Università degli Studi di Napoli” Federico II” istituita il 5 giugno 1224 dall’Imperatore del Sacro romano Impero;
  • -su uno sfondo che riprende i colori istituzionali del centenario dell’Università degli Studi di Trieste, una rivisitazione del logo dell’anniversario che raffigura, un’illustrazione al tratto, l’edificio centrale dell’Ateneo;
  • -l’ingresso del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze che, nel 2024, celebra i 100 anni dalla sua fondazione; Per gli ospedali le vignette mostrano;
  • -ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze: il Loggiato di ingresso, progettato da Bernardo Buontalenti nel 1574, in cui è visibile l’affresco “Annunciazione” del XVII secolo attribuito al Pomarancio; -ospedale civile Santi Giovanni e Paolo di Venezia;
  • – il Portego delle Colonne della Scuola Grande di San Marco a Venezia (1485-1495);
  • -Ca’ granda ospedale maggiore policlinico di Milano: la Sala del Capitolo d’estate, edificata nel 1637 su progetto di Francesco Richini, che ospita l’archivio storico;
  • -ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma: le Corsie Sistine risalenti al XV secolo; -ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili di Napoli: la Farmacia storica degli Incurabili con i vasi in maiolica del 1747-1751.

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Giustizia, stretta sulle toghe politicizzate e sui reati informatici: il decreto del governo in arrivo

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La riforma della giustizia torna al centro del dibattito con il nuovo decreto che il governo si appresta a varare lunedì prossimo in Consiglio dei Ministri. Tra le novità principali, spiccano due misure destinate a far discutere: l’introduzione di sanzioni per i magistrati che non rispettano il dovere di astensione in casi di conflitto di interesse e una stretta sui reati informatici e sul dossieraggio illegale.

Sanzioni per le toghe politicizzate

Il decreto introduce una nuova norma che obbliga i magistrati a astenersi dal giudicare su questioni rispetto alle quali si sono già espressi pubblicamente attraverso editoriali, convegni o social network. In caso di violazione, il Consiglio Superiore della Magistratura potrà adottare sanzioni che vanno dall’ammonimento alla censura, fino alla sospensione.

Secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio, questa norma intende tutelare il principio di imparzialità della magistratura, un obiettivo che la maggioranza considera fondamentale per garantire l’equilibrio tra i poteri dello Stato.

La misura ha già suscitato polemiche tra le toghe e riacceso il dibattito sulla presunta politicizzazione della magistratura. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha espresso preoccupazione per quella che definisce un’“invasione di campo” da parte del governo.

La questione delle migrazioni e il caso Silvia Albano

La norma sulle toghe politicizzate sembra trarre origine da recenti tensioni tra il governo e alcune sezioni della magistratura, in particolare sui temi legati all’immigrazione. Emblematico il caso della giudice Silvia Albano, che aveva criticato l’accordo tra Italia e Albania sui migranti, trovandosi poi a giudicare direttamente su questa materia.

Albano, presidente di Magistratura Democratica, è stata bersaglio di critiche da parte della maggioranza per la sua posizione pubblica contro il “decreto Paesi sicuri”. La sua decisione di non convalidare il trattenimento di 12 migranti nel centro italiano in Albania ha sollevato ulteriori tensioni.

Stretta sui reati informatici e dossieraggi

Il decreto affronta anche il problema dei reati informatici, introducendo nuove misure per contrastare l’accesso abusivo ai database pubblici. Tra le novità principali:

  • Arresto in flagranza per chi viola sistemi informatici di interesse pubblico, militare o legati alla sicurezza nazionale.
  • Trasferimento delle indagini sui reati di estorsione tramite mezzi informatici alla procura Antimafia, guidata da Giovanni Melillo.

Queste misure arrivano in risposta a recenti scandali legati al dossieraggio illegale, come l’indagine della DDA di Milano sulla “centrale degli spioni” che trafugava dati sensibili da banche dati governative, coinvolgendo figure politiche di primo piano come la premier Giorgia Meloni.

Un antipasto per la riforma delle carriere

Questo decreto rappresenta solo l’inizio di un più ampio progetto di riforma delle carriere di giudici e pm che il governo sta portando avanti in Parlamento. La maggioranza intende ridefinire i rapporti tra i poteri dello Stato, nonostante le inevitabili polemiche con la magistratura.

Secondo il ministro Nordio, l’obiettivo è garantire un sistema giudiziario più equo e trasparente, ma l’ANM e altre voci critiche temono che queste misure possano indebolire l’autonomia delle toghe.

Un Natale caldissimo per la giustizia italiana

Le nuove norme, che toccano temi delicati come la gestione dell’immigrazione, i reati informatici e l’imparzialità dei magistrati, promettono di accendere il dibattito politico e giudiziario. Il governo va avanti, ma il confronto con le toghe e le associazioni di categoria si preannuncia acceso.

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Bocchino: dall’Italia verso un’internazionale conservatrice

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La vittoria elettorale della destra “avviene perché la sinistra prima è stata considerata inaffidabile per paura del comunismo, oggi è considerata inaffidabile perché si prende a cuore temi come l’immigrazione irregolare, che gli italiani non vogliono, o i diritti delle comunità LGBTQI+, che certo devono essere garantiti ma che riguardano comunque una minoranza dell’1,6% della popolazione, e perchè ha abbracciato la globalizzazione selvaggia, che è una cosa che fa paura agli italiani”.

Lo ha detto Italo Bocchino (foto imagoeconomica in evidenza) a margine della presentazione del suo libro “Perchè l’Italia è di destra” a Napoli, a cui hanno assistito anche il capo della procura partenopea Nicola Gratteri e l’ex ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, mentre sul palco sono intervenuti il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli.

“Giorgia Meloni – ha proseguito Bocchino – ha fatto da apripista in Italia, dando vita a una destra che ha stupito, perché tutti si aspettavano una destra neofascista mentre si sono trovati una destra che rappresenta un conservatorismo nazionalpopolare.

E così si resta stupiti anche dal risultato degli Stati Uniti, che un po’ ricalca quel modello, e di quello che accade in alcuni paesi europei e in Sudamerica. Quindi c’è l’ipotesi che nasca nel prossimo decennio un’internazionale conservatrice e che abbia un grandissimo peso nella politica mondiale: in questo contesto, tra i leader sicuramente ci sarà Giorgia Meloni. Immaginiamo il prossimo G7, guardate la foto del prossimo G7: ci sono Scholz e Macron zoppicanti, lo spagnolo che ha problemi in casa, il giapponese che ha problemi in casa, il canadese che ha problemi in casa e due in splendida salute che sono Giorgia Meloni e Trump. Questo è il mondo oggi”.

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