Un’Italia distratta, molto poco spallettiana, ringrazia Retegui, autore della doppietta che firma il 2-1 al Venezuela. Ma di fatto manca l’appuntamento con il primo esperimento americano. Finisce con una vittoria sofferta l’amichevole in Florida con il Venezuela, ma al di la’ del risultato per il ct in cerca di nuove idee e di conferme sulla voglia di serieta’ non tutti i segnali sono quelli richiesti. Scarsa attenzione – due errori nel primo tempo costano un rigore e il gol del pari -, poca applicazione nella manovra, intensita’ assente. La doppietta di Retegui da’ qualche conforto al ct sul dubbio piu’ pesante, la ricerca di un centravanti, ma per il resto le risposte individuali (Chiesa a corrente alternata, Frattesi fuori dal gioco) sono state poco confortanti.
Per i (pochi) italiani d’America presenti allo stadio di Fort Lauderdale, Spalletti sfodera esperimenti pre Europeo, di reparto e individuali. “Se vogliamo restare in azzurro, dobbiamo dimostrare di meritarlo, partita dopo partita, a cominciare da questa”, l’avviso del ct. Dunque test per un’inedita difesa a tre Di Lorenzo-Buongiorno-Scalvini; prima chanche a destra per Cambiaso, con Udogie sulla fascia opposta. Le chiavi del centrocampo a Locatelli, assistito da Bonaventura e Frattesi, mentre il casting centravanti è di Retegui, assistito da Chiesa in cerca della forma giusta. E’ un inedito anche il confronto col Venezuela, n.52 del ranking Fifa mai approdato al Mondiale, che si schiera con un 5-2-3 blindato.
La nazionale ‘vino tinto’, dal rosso della maglia, crea l’effetto sorpresa: tre minuti, e un errore di Udogie costa il rigore provocato da Buongiorno su Rondon. Donnarumma respinge sul centravanti sudamericano, Savarino alza troppo. Allora l’Italia prende il pallino in mano, senza scintilla: il centro è bloccato, le fasce non vengono sfruttate. Prova ad accenderla Chiesa al 14′, con un sinistro a giro che sfiora il palo mentre Jannik Sinner fa il suo ingresso in tribuna. La difesa azzurra soffre a destra, da li’ poco dopo Machis serve a centro area Rondon, che in spaccata sfiora il vantaggio. Al 26′, su angolo di Chiesa, Retegui schiaccia di testa sottoporta e in assenza di Var reclama un tocco di mano nella respinta sulla linea; per l’arbitro non c’è nulla. Il centravanti italo-argentino si rifa’ al 40′, su regalo della difesa venezuelana: rinvio sbagliato del portiere, Cambiaso lo serve e lui è chirurgico in area per l’1-0. Ma a questa Italia difetta la concentrazione; bastano 3′ e Bonaventura fa anche peggio, servendo Machis su passaggio di Donnarumma per un 1-1 facile facile, a porta vuota. Al rientro c’e’ Barella per Bonaventura, colpevole di una metà gara spenta piu’ che del pasticcio dell’1-1. Col riassetto l’Italia cerca una manovra che però è lenta, l’aggressività venezuelana e il vento contro fanno il resto. Così la palla buona sulla testa di Buongiorno arriva solo su calcio piazzato, ma è alta.
Mentre Rondon, al 60′, è due volte pericoloso senza riuscire a battere sottoporta. Tre minuti dopo il nuovo entrato Cadiz scappa a Scalvini e costringe Donnarumma al salvataggio. Spalletti manda in campo Zaccagni per Chiesa, Jorginho per Locatelli e Pellegrini per Frattesi. Non e’ serata, e Zaccagni rischia ancora su un passaggio indietro che impegna il portiere azzurro. C’è uno scampolo per Zaniolo, che alla mezzora di sinistro impegna il portiere. A 10′ dalla fine, con l’Italia tornata al consueto modulo (il 4-3-3) la prima combinazione in rapidità vale il gol vittoria: Jorginho recupera dal limite, entra in profondita’ e serve al centro Retegui che controlla, si gira e firma il 2-1. La cosa migliore della partita azzurra, se non l’unica.
Il Maraduno 2024, evento dedicato all’immortale Diego Armando Maradona, celebrerà una figura chiave nella storia recente del Pibe de Oro: l’avvocato Angelo Pisani, colui che ha restituito giustizia e onore alla leggenda del calcio. Durante la manifestazione, che si terrà il 24 novembre 2024 presso l’Edenlandia di Napoli, Pisani riceverà un Premio Speciale per il suo straordinario contributo nella difesa legale di Maradona.
Un gesto di amore e giustizia per Maradona
Angelo Pisani è stato l’artefice dell’assoluzione di Maradona dall’ingiusta accusa fiscale che per anni ha gravato sulla sua figura. Un successo legale che va oltre le aule di tribunale, diventando un gesto simbolico per Napoli e per tutti coloro che vedono in Maradona non solo un calciatore, ma un eroe che ha donato sogni e orgoglio al popolo partenopeo.
Grazie alla sua competenza, determinazione e al profondo legame con la figura di Diego, Pisani ha difeso non solo il mito del campione, ma anche l’onore di un’intera città.
Il tributo del Maraduno 2024
Il riconoscimento assegnato ad Angelo Pisani durante il Maraduno 2024 celebra non solo il successo legale che ha liberato Maradona da ogni ombra, ma anche il suo impegno nel preservare la memoria e la dignità di una figura che continua a ispirare generazioni.
“Grazie, Avvocato Pisani, per aver difeso un pezzo del cuore di Napoli. La tua passione e tenacia hanno reso la figura di Diego ancora più grande e libera da ingiustizie”, è il messaggio che accompagna il tributo.
Un momento emozionante per Napoli e i fan di Maradona
Il Premio Speciale a Pisani rappresenta uno dei momenti più significativi del Maraduno 2024, una giornata di festa, memoria e celebrazione del legame unico tra Diego e Napoli. L’evento sottolinea come la figura di Maradona sia molto più di un simbolo sportivo: è un patrimonio culturale e umano che Napoli custodisce con orgoglio.
Allenatore, manager, motivatore e psicologo. Claudio Ranieri si è ritrovato a fare tutto per la sua Roma in questi primi giorni di preparazione e avvicinamento al suo terzo esordio in giallorosso, ma non lo paragonate a Harry Potter. “A questa Roma non serve un mago – spiega a due giorni dalla sfida con il Napoli, anticipando la conferenza al venerdi’ come da tradizione british – una persona normale che gli dia fiducia e che piano piano risolva i problemi del malato, se è così”.
Per questo da quanto è rientrato a Trigoria non ha fatto altro che lavorare sulla testa dei calciatori cercando di spazzare via insicurezze e paure, ma non le pressioni. “Senza, non sarei qui – dice ancora -. Io ho sempre cercato di tirar fuori il bambino che è nei calciatori. Dobbiamo fare di tutto per tornare quei bambini che eravamo, anche se oggi siamo adulti e abbiamo delle responsabilità. Voglio che tirino fuori il sogno che avevano da piccoli. Facciamo il lavoro più bello del mondo e ci pagano. Alle avversità si reagisce. Questa è gente che ha giocato bene e sa come si fa”.
Così come chiede una reazione al suo capitano, Lorenzo Pellegrini, un romano atipico secondo Ranieri perché “è molto introverso” e “soffre dentro”, ma “sono convinto che anche lui saprà reagire”. Certo adesso va dimostrato e il Napoli capolista non è l’avversario più comodo per poterlo fare, soprattutto senza un giocatore come Dybala. L’attaccante argentino è tornato oggi ad allenarsi parzialmente con il gruppo e a disposizione resta solo l’allenamento di domani per valutare se portarlo o meno al Maradona. Il problema è ormai noto, il calciatore non è infortunato, ma i dolorini e la sensazione di non essere al 100% persistono, così Ranieri non ha ancora sciolto le riserve sul centravanti.
“Parlerò con lui e i fisioterapisti – racconta il tecnico -. Sicuramente dobbiamo aiutare il ragazzo. Se ha questo fastidio va risolto, se non ha nulla allora dobbiamo capire perché sente comunque questo fastidio. Ci ho parlato in questi giorni, lui è positivo e propositivo. Io non sono di quelli che rischia i giocatori, meglio non averlo una gara che per un mese”. Dunque con il Napoli potrebbe essere risparmiato per averlo al meglio contro Tottenham e Atalanta, perché la prima settimana di Ranieri è di quelle terribili. Ma solamente la rifinitura di domani sarà in grado di fornire ulteriori indicazioni. Intanto in gruppo è tornato a lavorare Hummels che sarà regolarmente convocato, anche se nelle prove di 4-3-3 di questi giorni la coppia di titolari provata è sempre stata quella composta da Mancini e Ndicka.
“Dopo 12 giornate siamo tante squadre nei primi posti in pochi punti, Facciamo bene noi e altri club e vedo anche un po’ di stupore nell’ambiente nel vedere alcune tra le prime in classifica”. Antonio Conte fotografa così la classifica della serie A con il suo Napoli in testa dopo 12 giornate ma con un solo punto di vantaggio su Atalanta, Fiorentina, Inter e Lazio e 2 sulla Juventus. Comunque un primo posto che il tecnico azzurro continua a godersi dopo il pareggio ottenuto sul campo dei campioni in carica dell’Inter e vuole continuare a conservare dopo la sfida di domenica contro la Roma, che arriva al Maradona con il terzo tecnico della stagione, Claudio Ranieri, amico vero di Conte: “C’è amicizia – ha detto oggi in conferenza stampa – e anche grande stima nei suoi confronti. Sono contento per lui, pensavo tornasse per una nazionale, ma la finestra del cuore per la Roma e per il Cagliari era sempre aperta e sono contento anche per la sua famiglia perché vive a Roma. L’ho chiamato per dargli il bentornato, perché tra noi c’è un rapporto di amicizia anche tra le nostre mogli ed è una persona a modo e di altri tempi, non puoi non volergli bene. Domenica sarà una partita tosta per noi e per loro, l’anno scorso la Roma ha finito davanti, partecipa all’Europa League, ha fatto un ottimo mercato e ora non rende secondo le aspettative e il valore della rosa ma quando cambi allenatore c’è un input importante. Mi auguro che tutto funzioni per la Roma, ma dopo il match con il Napoli”.
Il tecnico azzurro prepara il match al Maradona, stadio che si annuncia pieno, verificando le condizioni dei giocatori tornati dalle nazionali, che gli stanno dando buoni segnali: “Lukaku e McTominay – spiega il tecnico – stanno bene e si sono allenati in gruppo, Olivera è tornato e sta bene anche lui, poi valutiamo gli 11 in partenza. Lobotka? Senza di lui nelle ultime 5 partite ne abbiamo vinte 3, perso quella contro l’Atalanta e pareggiato a Milano, non è andato tutto male senza Lobotka. Ora è rientrato dalla nazionale, valutiamo come sta, sapendo che Gilmour ci dà garanzie al 200%”. Conte replica invece arrabbiato sulla domanda su Meret, da molti criticato per il gol di Calhanoglu a Milano: “Meret – ha detto – è il nostro portiere titolare, io sono soddisfatto di Alex, poi non possiamo ogni volta andare a trovare sempre il pelo nell’uovo per creare instabilità umorale nei confronti del giocatore che non lo merita. Non è giusto”.
Parole nette, come pure quelle di stima verso la coppia di difensori centrali: “Buongiorno ha 24 anni – spiega Conte – e ha grandi margini ancora di miglioramento. E’ molto ricettivo, quando gli mostri cose da fare subito assorbe e poi gioca con Rahmani che è un robot-soldato, è un computer, gran lavoratore, appena gli dici una cosa immagazzina e te le fa subito. Anche Rafa Marin sta crescendo, Juan Jesus è un veterano che ci può dare una mano. I difensori sono bravi se tutta la fase difensiva viene fatta dalla squadra, poi è chiaro che ci sono delle qualità singole”. Ultimo passaggio sulle polemiche sul var dopo il mach con l’Inter: “Ho sollevato una discussione costruttiva – spiega Conte – per costruire qualcosa di migliore. Dopo che Mariani ha deciso, non pensavo ci fosse stato un contatto col VAR, ma nella registrazione il VAR si limita a dire che c’è contatto. Ma il calcio è uno sport di contatto. Se vogliamo parlare a livello costruttivo, e non polemico, dobbiamo dare un aiuto migliore a Mariani e a tutti gli arbitri. Mi auguro le mie parole siano costruttive. Ma per il bene di tutte le squadre”.