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Corona Virus

Record di casi in Usa, la Spagna chiude 38 comuni: contro il coronavirus non bisogna abbassare la guardia

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Non abbassare la guardia. Il mantra dei virologi di tutto il mondo continua a trovare tragiche conferme. In Europa, dove nuovi focolai di coronavirus fanno tornare paure e lockdown, e nel resto del mondo, Stati Uniti in testa, dove l’impennata di contagi non da’ tregua. Sono oltre 11 milioni i casi nel mondo, con piu’ di 520 mila morti. E’ record negli States con 57.562 nuovi infettati di Covid-19 nelle ultime 24 ore che portano il totale dei malati a 2,79 milioni e i decessi a 129.405 mentre lo spettro del contagio sfiora la Casa Bianca. Kimberly Guilfoyle, la fidanzata di Donald Trump Jr e parte della campagna per la rielezione di Donald Trump, e’ positiva anche se, riporta il New York Times, non e’ stata di recente a contatto con il presidente. Il quale, ribadendo la sua allergia a mascherina e distanziamento sociale, ha festeggiato allegramente il 4 luglio a Mount Rushmore. Cresce ancora la curva della pandemia in America Latina con un picco di 70.644 contagi in 24 ore e un totale di 2.793.946. I morti sono piu’ di 124 mila. In Australia, a Melbourne, migliaia di residenti sono stati messi in isolamento dopo lo scoppio di un nuovo focolaio e il piu’ grande aumento giornaliero di casi degli ultimi mesi, con 108 nuovi malati nello stato sud-orientale di Victoria. In Russia i morti hanno superato le 10 mila unita’ e sono oltre 6.600 i contagi in un solo giorno. Torna la paura in una Spagna che aveva appena finito di tirare un sospiro di sollievo. In Catalogna, una delle aree piu’ colpite durante il picco della pandemia in aprile, sono chiuse in casa oltre 200 mila persone. La Generalitat catalana ha messo in lockdown 38 comuni della provincia di Segria’ dopo l’aumento dei casi e la scoperta di nove focolai attivi. Prove di cauta normalizzazione invece, nella capitale Barcellona dove la cattedrale della Sagrada Familia ha riaperto le porte per 2.000 operatori della sanita’ e delle forze dell’ordine prima della programmata riammissione dei visitatori. Ed e’ allarme anche nella prudente Austria dove i contagi continuano ad aumentare e i casi sono raddoppiati rispetto a due settimane fa passando da 400 a 853. Per aiutare la gente a valutare la presenza del virus nelle diverse zone del Paese, il ministro della Salute Rudolf Anschober, ha annunciato, entro settembre, l’introduzione di un semaforo Covid, simile al bollettino valanghe, con il rischio contagio suddiviso in quattro gradi (verde, giallo, arancione e rosso). In Gran Bretagna il tasso di mortalita’ e’ tra i piu’ alti ma da stamattina in Inghilterra hanno riaperto pub, caffe’ e ristoranti oltre che parrucchieri. Il timore tuttavia e’ alto e gli ospedali sono in preallerta anche in considerazione della scarsa propensione di molti sudditi di Sua Maesta’ al rispetto delle regole base di prudenza, come si e’ affrettato a dimostrare il leader del Brexit Party, Nigel Farage, che non ha resistito alla tentazione di bersi una pinta di birra al pub, questa mattina alla riapertura, violando di uno o due giorni la quarantena anti-coronavirus alla quale si e’ dovuto sottoporre dopo il ritorno dagli Stati Uniti. Galles, Irlanda del Nord e Scozia – piu’ prudenti – si sono presi ancora qualche giorno prima delle riaperture. In Iran, dove le stime ipotizzano oltre 18 milioni di casi, il presidente Hassan Rohani ricorre alla Sharia, e ricorda che e’ un dovere religioso per gli infetti rimanere in quarantena e informare gli altri della malattia.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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