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Cronache

Rapinatore ucciso a Napoli, autopsia ed esami balistici del Racis aiuteranno gli inquirenti a ricostruire quanto accaduto

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Gli accertamenti balistici daranno un contributo determinante alle indagini sulla morte del rapinatore 17 enne. Il giovane è rimasto ucciso da un colpo di pistola sparato da un agente della Squadra Mobile dopo la rapina commessa in via Duomo, a Napoli, a tre persone a bordo di una Mercedes. La rapina, peraltro, fu eseguita con uno scooter rubato. Il rapinatore morto era assieme ad un complice di 18 anni, Ciro De Tommaso, figlio del collaboratore di giustizia Gennaro De Tommaso, soprannominato “Genny la carogna”.Complice arrestato. Gli inquirenti della Procura di Napoli hanno delegato gli accertamenti balistici al Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche (Racis): l’intento è quel che è accaduto. Oggi è anche il giorno dell’esame autoptico sulla salma del giovane rapinatore morto. Il gip di Napoli ha confermato l’arresto del 18enne complice della vittima, Ciro De Tommaso. Per lui il giudice ha disposto il carcere. L’agente della Squadra Mobile di Napoli che ha sparato quella tragica notte, dopo essere intervenuto per sventare la rapina insieme con altri due colleghi, è invece indagato (ma trattasi di atto dovuto) con l’accusa di eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi. Secondo quanto emerso dalle indagini, avvalorate anche dalle testimonianze delle parti offese, il poliziotto ha esploso alcuni colpi contro i rapinatori in fuga, con la sua pistola d’ordinanza, quando uno dei malviventi gli ha puntato contro la pistola (poi rivelatasi un’arma “scenica”) usata qualche minuto prima per costringere le tre vittime a consegnare telefoni e denaro. L’agente indagato sarà sentito con  le garanzie di legge dai sostituti procuratori titolari delle indagini.

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Imprenditore campano arrestato in Gallura per frode fiscale

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Avrebbe occultato beni mobili e somme di denaro per oltre 450mila euro e trasferito la sua attività commerciale da Cava De’ Tirreni a Santa Teresa di Gallura per sottrarre i suoi averi al recupero forzoso: un affermato imprenditore campano di 60 anni, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta, frode fiscale e reati tributari. Firmato anche un decreto di sequestro preventivo dei beni finalizzato alla confisca. Le indagini che hanno portato all’applicazione della misura cautelare nei confronti dell’industriale, molto conosciuto nella provincia di Salerno, sono partite dalla Procura di Tempio Pausania e affidate alla tenenza della Guardia di Finanza di Palau e altri reparti. E’ stato così possibile ricostruire la vicenda fiscale dell’imprenditore attivo nel settore del commercio di abiti da cerimonia. A Santa Teresa di Gallura, attraverso il figlio, gestiva un bar ristorante, dichiarato poi fallito nel luglio del 2021.

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Cronache

Napoli, sede Pd vandalizzata nella notte. Indagini in corso

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Questa mattina i carabinieri sono intervenuti in via Domenico Cirillo 30, in seguito a una segnalazione ricevuta al numero di emergenza 112. L’intervento si è reso necessario dopo che ignoti, probabilmente agendo durante le ore notturne, hanno fatto irruzione nella sede del Partito Democratico della Quarta Municipalità Napoli San Lorenzo.

All’interno del locale, i malintenzionati hanno provocato disordine, mettendo a soqquadro gli spazi. Nonostante i danni causati, dalle prime verifiche effettuate non sembrerebbe che siano stati sottratti oggetti di valore o documenti importanti.

Sul posto sono intervenuti gli specialisti del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, che hanno effettuato i rilievi tecnici necessari per raccogliere elementi utili all’identificazione dei responsabili. Le indagini sono attualmente in corso per risalire agli autori dell’atto vandalico e chiarire le motivazioni dietro l’accaduto.

Questo episodio si aggiunge a una serie di atti vandalici e intimidatori registrati negli ultimi tempi in diverse città italiane, sollevando interrogativi sulla necessità di maggiori misure di tutela per le sedi di partiti e associazioni sul territorio.

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Cronache

Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

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