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Covid, 20 milioni di contagi: restano regole su isolamento

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Raggiunta e di poco superata quota 20 milioni di contagi da Covid-19 in Italia dall’inizio della pandemia, ovvero dal febbraio 2020. Sono precisamente – comunica il bollettino quotidiano del ministero della Salute – 20.076.863 mentre i decessi totali salgono a 169.846. Intanto il rapporto esteso pubblicato dall’Istituto superiore di Sanita’ (Iss) che accompagna il monitoraggio settimanale, riferisce di reinfezioni che continuano a salire e sono arrivate in una settimana a quasi il 12% (11,7% rispetto al 10,8% della settimana precedente) con un rischio aumentato con la diffusione della variante Omicron dal dicembre scorso. I nuovi casi giornalieri restano sotto i 100mila contagi. Nelle ultime 24 ore, rileva il bollettino del ministero della Salute, sono stati 89.830 contro i 96.384 del giorno precedente; pressoche’ stabili i tamponi, 398.338 con un tasso del 22,5% in calo rispetto al precedente di 24,6%. Le vittime sono invece 111, in calo rispetto alle 134 precedenti. Salgono invece i ricoveri in terapia intensiva, 405 pazienti, dieci in piu’ rispetto alla rilevazione precedente e nei reparti ordinari con 10.434 pazienti, 71 in piu’. Ma l’attenzione in queste ore e’ incentrata su chi si trova in isolamento domiciliare, 1.437.711 di persone in Italia. Le regole non cambiano, ha tenuto a precisare ieri il ministero della Salute con una nota ufficiale, e restano quelle vigenti, sottolineando che “come sempre si verifichera’ l’andamento epidemiologico e ci sara’ un confronto con le Regioni”. L’interlocuzione continuera’ anche nei prossimi giorni con nuovi incontri tecnici Regioni-ministero in generale su come affrontare la situazione attuale. All’orizzonte non ci dovrebbero essere novita’ neanche sul fronte della comunicazione dei dati che resta attraverso il bollettino quotidiano. Ora, dicono gli esperti, bisogna stringere i denti, con una velocta’ di circolazione elevata del virus anche se con un ritmo piu’ lento e con una lieve inversione di tendenza dell’indice di trasmissibilita’ Rt (1,34 da 1,40) che resta comunque sopra soglia epidemica. Ma, dicono, una semplificazione delle regole e’ possibile e andra’ fatta, anche per affrontare l’autunno. “Da gennaio chiedo la revisione dei tempi dell’isolamento a casa”, dice in un post il direttore generale dello Spallanzani, Francesco Vaia. Mentre per Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Universita’ Statale e direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi di Milano la revisione delle regole sull’isolamento dei positivi “e’ un qualcosa da pianificare in prospettiva”, insieme a una serie di altri elementi, come anche la scuola. L’abbattimento della mortalita’, avvenuto in gran parte grazie al vaccino, “sono convinto che richieda una riflessione sulle regole, prendendo decisioni importanti di tipo strategico”, dice il direttore dell’Unita’ di microbiologia dell’Ospedale Bambino Gesu’ di Roma, Carlo Federico Perno, mentre il direttore dell’Unita’ di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma, Massimo Ciccozzi, spiega che se dopo 4-5 giorni i sintomi finiscono e le persone si negativizzano in 8 giorni “non ha senso tenerle a casa con regole vecchie”. Nel periodo di prevalenza Omicron, dal 3 gennaio 2022, il booster del vaccino anti-Covid resta sempre un’arma contro la malattia severa, rileva ancora l’Iss nel suo ultimo report, efficace all’86%; il 50% nel prevenire il contagio. E sull’incognita della sottovariante di Omcron, (BA.2.75) chiamata Centaurus, che deriva da Omicron BA.2 e non da BA.5, Ciccozzi mette in evidenza che le analisi preliminari “ci dicono che ha la stessa contagiosita’ di Omicron 5” e “al momento non ci sono dati su una sua maggiore letalita’”. Centaurus e’ per ora presente solo in alcuni Paesi e finora ne sono stati confermati 290 casi in tutto il mondo. In Giappone sembra stia guidando la settima ondata di infezioni nel Paese che ha raggiunto un nuovo record di 107mila casi giornalieri. Ma e’ stata esclusa l’introduzione di nuove misure restrittive per la popolazione.

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Covid, ok Ue a vaccino aggiornato di Moderna contro JN.1

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Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio per la formulazione aggiornata del vaccino contro Covid-19 di Moderna. Il nuovo vaccino è indirizzato contro la variante JN.1. Lo ha reso noto l’azienda. Si attende ora la decisione definitiva della Commissione europea. “Dato che le malattie respiratorie aumentano durante i mesi invernali, è fondamentale che le persone si proteggano vaccinandosi con un vaccino Covid-19 aggiornato”, ha detto in una nota Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna. La raccomandazione di inserire la variante JN.1 nel vaccino di questa stagione era stata espressa dalla Emergency Task Force (ETF) dell’Ema lo scorso aprile e poi confermata dalla stessa agenzia a luglio. Esiste, però, anche una versione del vaccino aggiornata alla variante KP.2 – ceppo discendente da JN.1 – approvata nelle scorse settimane in Usa. L’azienda non ha anticipato quando inizierà la distribuzione del prodotto, ma ha reso noto che l’Unione Europea sta partecipando a una procedura di gara per i vaccini a mRNA attraverso l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA).

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La Corte Ue per diritti dell’uomo boccia sanitari novax

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

La Corte europea per i diritti dell’uomo, dopo la Corte Costituzionale italiana, boccia i sanitari novax che durante l’emergenza Covid-19 rifiutarono nel 2021 la somministrazione del vaccino essendo per questo sospesi dalla loro funzione. Con una sentenza pubblicata il 29 agosto, la Corte europea afferma infatti che non vi fu violazione dei diritti, ritenendo “manifestamente infondata” l’accusa di discriminazione. Intanto, il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, invita a non sottovalutare la persistente diffusione del virus ed a proteggere i soggetti fragili. I sanitari che hanno fatto ricorso alla Corte Ue sono 26: 19 sammarinesi, 6 italiani e uno di nazionalità moldava, tutti impiegati presso l’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino. Avevano rifiutato la vaccinazione contro il Covid-19 ed erano stati sospesi per questo dalla loro attività di operatori sanitari, per poi essere reintegrati passata la fase di emergenza. Secondo la Corte, non vi fu però violazione dei diritti e le misure adottate furono proporzionate e giustificate al fine della protezione della salute della popolazione in generale, compresi i richiedenti. “L’obiettivo delle misure – si legge infatti nella sentenza – era proteggere la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza, nel contesto di una pandemia che aveva rappresentato un grave rischio per la popolazione in generale”.

Ed ancora: “Le persone non vaccinate erano più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. Le parti hanno ora tre mesi di tempo per fare ricorso. La Corte Europea, afferma Anelli, “promuove le misure adottate durante il Covid e le considera non sproporzionate e adeguate per la tutela della salute pubblica e per garantire le necessarie condizioni di sicurezza anche nei confronti delle persone non vaccinate, in quanto più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. La sentenza della Corte Ue, rileva, “segue quella della Corte Costituzionale italiana, che aveva sottolineato che le misure adottate dal legislatore al fine di prevenire la diffusione del virus, limitandone la circolazione, non possano ritenersi né irragionevoli né sproporzionate”. Una sentenza che arriva mentre il virus SarsCoV2 continua a diffondersi, anche se i dati italiani segnano attualmente una fase di stabilizzazione dei contagi. Medici ed epidemiologi esortano tuttavia a non abbassare la guardia, ribadendo come le persone fragili siano maggiormente a rischio e vadano protette anche per mezzo di un nuovo richiamo vaccinale.

I dati sul Covid “sono sicuramente sottostimati perchè buona parte dei cittadini non fa più i tamponi ed oggi – spiega Anelli – non abbiamo una reale percezione di quello che sta avvenendo. Personalmente, però, ogni giorno faccio diagnosi di Covid, largamente diffuso al momento soprattutto tra i giovani”. Il Covid, nella forma attuale, precisa, “non sta creando seri problemi: si presenta in genere come una influenza più forte che si autorisolve nel giro di pochi giorni. Tuttavia, il problema sussiste per gli anziani con malattie importanti che possono andare incontro a scompenso anche grave. E’ pertanto opportuno raccomandare il tampone se si hanno sintomi simili all’influenza, per essere coscienti del proprio stato ed evitare il contatto con soggetti fragili se si è positivi”. Quanto alla prossima campagna vaccinale, “al momento non abbiamo indicazioni in merito alla somministrazione del vaccino anti-Covid – aggiunge – e aspettiamo che le autorità sanitarie ci facciano sapere come e quando iniziare la campagna vaccinale per Covid e influenza, che appare opportuna soprattutto per i malati cronici”. A fronte di una attuale stabilità dei contagi, anche l’epidemiologo Cesare Cislaghi esorta tuttavia a non abbassare la guardia: “Si sta andando verso l’autunno e l’esperienza suggerisce che il virus probabilmente circolerà maggiormente. E’ per questo che consiglio una maggior protezione vaccinale ed una maggior precauzione soprattutto a protezione dei soggetti più fragili”.

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In 7 giorni oltre 15.200 casi di Covid, +11% in una settimana

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Salgono a 15.221 i casi di Covid-19 registrati dal 22 al 28 agosto in Italia, con un aumento di circa l’11% rispetto ai 13.690 della settimana precedente (ma in calo se confrontati a quelli di due settimane fa, considerato che dall’8 al 14 agosto i contagi erano stati 16.299). In aumento anche i decessi settimanali, che sono stati 135, rispetto ai 99 del 15-21 agosto. Lo indicano i dati dell’aggiornamento settimanale sul Covid-19 in Italia, pubblicato sul sito del ministero della Salute. Il maggior numero di casi si registra in Lombardia, con 2.562 contagi tra il 22 e il 28 agosto rispetto ai 1.796 della settimana prima. Sempre in Lombardia è stata registrata circa la metà di tutti i decessi per Covid rilevati nella settimana in esame, 66. In aumento anche i tamponi: dal 22 al 28 agosto ne sono stati eseguiti 94.171 rispetto ai 72.266 della rilevazione precedente. Il tasso di positività è al 16,2%, a fronte del 18,9%.

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