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Cronache

Raggi assolta anche in appello: ho vinto, il M5s rifletta

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“Questa corte conferma totalmente la sentenza di assoluzione di primo grado”. Con queste parole il presidente della II sezione della Corte d’Appello di Roma, Antonio Lo Surdo, dopo una camera di consiglio di circa due ore, ha ribadito l’assoluzione “perche’ il fatto non costituisce reato” per la sindaca di Roma, Virginia Raggi, accusata di falso in relazione alla vicenda della nomina di Renato Marra, fratello dell’ex capo del personale del Campidoglio Raffaele, a capo del dipartimento turismo del Comune di Roma nel novembre del 2016. La nomina venne poi ritirata. La sentenza e’ stata accolta da un lungo applauso dalle persone presenti in aula. La sindaca, visibilmente commossa, ha abbracciato il marito e il collegio dei suoi difensori. Lasciando gli uffici della Corte d’Appello la sindaca non ha voluto nascondere il ‘senso di solitudine politica’ che l’ha accompagnata in questi quattro anni e si e’ rivolta direttamente a chi le ha voltato le spalle. “Questa e’ una mia vittoria, del mio staff, delle persone che mi sono state a fianco – ha detto Raggi – in questi quattro lunghi anni di solitudine politica ma non umana. Credo che debbano riflettere in tanti, anche e soprattutto, all’interno del M5s”. E non solo. “Ora – aggiunge senza giri di parole- e’ troppo facile voler provare a salire sul carro del vincitore con parole di circostanza dopo anni di silenzio. Chi ha la coscienza a posto non si offenda per queste parole ma tanti altri, almeno oggi, abbiano la decenza di tacere”. Tra i primi a commentare la sentenza di assoluzione il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio che l’ha esortata: “continua a resistere grande donna, il MoVimento 5 Stelle resiste insieme a te”. Mentre di ‘fuoco amico’ ha parlato Alessandro Di Battista. “Per quattro anni e’ stata diffamata, dileggiata, calunniata…E’ stata colpita dal sistema politico e mediatico per non aver avallato le olimpiadi di Malago’, Montezemolo e Caltagirone e dal fuoco amico partito da chi non sara’ mai alla sua altezza ma non vuole accettarlo. Adesso iniziate a rispettarla”, scrive su Fb. Per Matteo Renzi quella dell’assoluzione “e’ una bellissima notizia. Non siamo e non saremo mai giustizialisti: gli avversari si sconfiggono con la politica, non con la magistratura. Roma deve cambiare sulla base del voto dei cittadini, non delle sentenze dei giudici”. E di una assoluzione che e’ un “bene per Roma” parla la sindaca di Torino Chiara Appendino che alcuni mesi fa e’ stata condannata a sei mesi nella vicenda Ream e si e’ autosospesa dal M5s.

I giudici di secondo grado hanno, quindi, respinto in toto l’impianto accusatorio della procura generale. Nel corso della sua breve requisitoria il pg Emma D’Ortona ha sostenuto, chiedendo una condanna a 10 mesi, che la “sindaca conosceva la posizione di Raffaele Marra e ha omesso di garantire l’obbligo che Marra si astenesse nella nomina del fratello Renato”. Per il rappresentante dell’accusa “l’errore del precedente giudice (che ha assolto Raggi ndr) e’ di avere trasformato una indagine documentale in dichiarativa”. Secondo l’accusa il falso era legato alla risposta che la sindaca aveva dato alla dirigente dell’anticorruzione del Comune dopo i rilievi fatti da Anac sulla nomina di Marra senior nell’ambito del procedimento di interpello. Per la procura quella nomina era stata “gestita” da Raffaele Marra, all’epoca braccio destro di Raggi. Nelle motivazioni della sentenza di primo grado, il giudice monocratico Roberto Ranazzi, affermava che la sindaca “e’ stata vittima di un raggiro ordito dai fratelli Marra in suo danno” e “sotto l’aspetto formale la nomina non offre alcuna deviazione dalla procedura di interpello”. La sua candidatura “era stata pianificata dai due fratelli Marra molti mesi prima, gia’ dalla prima meta’ di luglio 2016, quale alternativa al diniego della sindaca Raggi per la nomina di Renato Marra come il capo o vicecapo della polizia locale di Roma capitale”. Per questa vicenda il 26 settembre del 2019, Raffaele Marra e’ stato condannato in primo grado ad 1 anno e 4 mesi per l’accusa di abuso di ufficio.

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A Napoli fiaccolata per Chiara, “Perdonaci”

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Centinaia di persone hanno preso parte a Napoli alla fiaccolata organizzata in serata in memoria di Chiara Jaconis, la giovane padovana morta dopo essere stata colpita in testa da un vaso domenica scorsa mentre passeggiava nei Quartieri Spagnoli. Dalla gente del quartiere si è più volte levato il grido “perdonateci” rivolto ai familiari della 30enne veneta. “Napoli forse non è la città più bella del mondo ma ha la popolazione più bella del mondo”, ha detto Gianfranco Jaconis, il padre di Chiara presente con la sorella della ragazza, Roberta. Centinaia i cittadini dei Quartieri Spagnoli che lo attendevano con in mano candele accese e palloncini bianchi, tanti lo hanno abbracciato.

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Turista morta a Napoli, video dell’incidente acquisito dalla Ps

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Su delega della Procura di Napoli è stato acquisito dalla Polizia il video registrato da un sistema di videosorveglianza che ritrae il momento in cui la statuetta colpisce al capo Chiara Jaconis, la turista padovana di 30 anni deceduta in ospedale a Napoli a causa delle gravi ferite riportate nell’incidente avvenuto domenica pomeriggio nel cuore dei Quartieri Spagnoli. Le immagini – confluite nel fascicolo aperto dagli inquirenti che, al momento, potizzato l’omicidio colposo – ritraggono le fasi immediatamente precedenti la tragedia e l’esatto momento in cui la statuina, frantumatasi in pesanti schegge nell’impatto con un balcone, colpisce la giovane al capo.

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Cronache

Auto contro guardrail in A15, un morto

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Un uomo di 81 anni, originario della Campania, è morto in un incidente stradale avvenuto oggi pomeriggio lungo l’autostrada A15 nel tratto tra Pontremoli (Massa Carrara) verso Berceto, nel Parmense. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo, al volante di un’auto di grossa cilindrata, ha improvvisamente impattato il veicolo contro il guardrail. L’impatto violento ha costretto la chiusura temporanea del tratto stradale interessato, in particolare l’autostrada della Cisa, tra i caselli di Pontremoli e Berceto. Il personale di soccorso giunto sul posto non ha potuto fare altro che constatare il decesso del 61enne.

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