La produzione industriale cresce ancora e lo fa ad aprile per il quinto mese consecutivo: l’indice mette a segno un rialzo mensile dell’1,8% che non solo certifica la ripresa dell’attivita’ nel Paese ma riesce a “superare i livelli prepandemici” di febbraio 2020. Il quadro positivo e’ negli ultimi dati dell’Istat che fotografano un incremento in tutti i principali settori ed anche il fortissimo rimbalzo tendenziale. Nel confronto annuo, che e’ pero’ con il periodo di lockdown, l’indice complessivo arriva ad aumentare del 79,5%, “in ragione del dato eccezionalmente basso di aprile 2020”, sottolinea lo stesso Istituto di statistica, quando ebbero luogo le maggiori restrizioni all’attivita’ produttiva per il contenimento del Covid. “Il Paese e’ ripartito – commenta il presidente di Confindustria Carlo Bonomi – per il quinto mese consecutivo la produzione industriale aumenta, nei primi quattro mesi dell’anno l’industria manifatturiera ha assunto 123.000 persone in piu’. Credo che ormai il Paese sia indirizzato sulla crescita che dovrebbe essere il solo obiettivo che dobbiamo avere tutti noi”. Proprio per questo per il leader degli industriali ‘la polemica sul blocco dei licenziamenti e la sua proroga credo che ormai abbia perso ogni fondamento’, Il recupero c’e’ e caratterizza piu’ o meno tutti i settori, con piccole eccezioni. Nella media del periodo febbraio-aprile, inoltre, la produzione cresce dell’1,9% rispetto ai tre mesi precedenti. Guardando l’andamento mensile rispetto a marzo gli aumenti si registrano in tutti i raggruppamenti principali di industrie: variazioni positive caratterizzano, infatti, i beni strumentali (+3,1%), l’energia (+2,4%), i beni intermedi (+1,1%) e, in misura meno rilevante, i beni di consumo (+0,5%). Nel confronto annuo, gli incrementi diventano “straordinariamente ampi” e in certi casi raggiungono le tre cifre e superano anche il +300%, come per l’industria tessile e la fabbricazione di mezzi di trasporto. Il segno piu’ e’, infatti, meno pronunciato per l’energia (+14,2%) ma molto elevato per i beni strumentali (+119,5%), i beni intermedi (+98,1%) e quelli di consumo (+62,2%). Cosi’ anche tutti i principali settori di attivita’ economica registrano aumenti su base annua, ad esclusione della produzione di prodotti farmaceutici di base (-3,2%). La crescita piu’ ampia e’ per i settori delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+363,2%), della fabbricazione di mezzi di trasporto (+327,3%), della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (+149,3%) e della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+132,8%). I dati “sono particolarmente incoraggianti”, il tessuto produttivo del Paese “ha saputo resistere e ora sta rialzando la testa”, afferma la presidente della commissione Attivita’ produttive della Camera, Martina Nardi. “Autorizzano a sperare che l’industria italiana abbia iniziato il percorso di ripresa e di recupero dopo la drammatica caduta a causa del Covid”, commenta la Cgil. Soddisfatti i consumatori che parlano di numeri importanti, che “indicano l’uscita dal tunnel della crisi”, come afferma l’Unione nazionale dei consumatori. Sulla ripresa della produzione, che e’ “una buona notizia per l’economia italiana”, tuttavia pesa ancora “la crisi dei consumi” che vanno rilanciati, dice il Codacons. Bene anche le esportazioni delle regioni italiane: nel primo trimestre dell’anno, sempre secondo i dati Istat, la crescita e’ trainata essenzialmente dall’aumento delle vendite delle grandi regioni del Centro, Toscana e Lazio, e del Nord, Lombardia ed Emilia Romagna.