Quando dal mare ti accosti all’isola di Procida, l’attenzione viene subito rapita dai colori pastello delle case: è come ritrovarsi improvvisamente di fronte ad un quadro di Giacinto Gigante, pittore impressionista del secolo scorso, che si distinse nella corrente pittorica conosciuta come la “scuola di Posillipo”. In realtà, l’utilizzo dei colori pastello, è una consuetudine piuttosto giovane, che risale alla metà degli anni ’50. Come evidenzia la ricerca documentale, la letteratura del passato e le stratigrafie effettuate sui reperti più antichi dell’architettura procidana, in precedenza, “sull’isola di Arturo”, le case erano tutte bianche. La scelta non era dettata da particolari intenzioni, ma indotta esclusivamente da motivi di praticità. La salsedine provocava un rapido deterioramento degli intonaci, che pertanto andavano ripresi spesso e il colore bianco era il più semplice da utilizzare.
A partire dagli anni cinquanta però, come descrive anche la Morante nel suo celebre romanzo: “Intorno al porto, le vie sono tutte vicoli senza sole, fra le case rustiche e antiche di secoli, che appaiono severe e tristi, sebbene tinte di bei colori di conchiglia, rosa o cinereo”. A dire il vero, si racconta anche, quasi fosse una legenda, che la scelta di colorare le case nasca dalla volontà dei marittimi e dei pescatori, di scorgere e distinguere dal mare la propria abitazione. Oramai, questa peculiarità dell’architettura procidana, è divenuta un patrimonio, insieme ad alcune caratteristiche di costruzione che si possono osservare nei diversi quartieri. Per salvaguardare cotanta bellezza, nel 2015, l’amministrazione, in concerto con tecnici, architetti ed un prestigioso studio di design, ha creato uno strumento urbanistico: il Piano Colore. La bellezza dell’architettura procidana non è dataperò solo dal colore, essa ha radici antiche ed è stata influenzata dalle molteplici attività di scambi che hanno favorito anche l’influenza di diverse culture. Se osserviamo con attenzione,l’architettura procidana, presenta elementi differenti a secondo dei quartieri: nel porto di Marina Grande, le unità risultano affiancate, mentre alla Coricella, gli immobili si presentano a gradoni, sovrapponendosi gli uni agli altri. I palazzi antichi signorili mostrano altri elementi architettonici che li caratterizzano, così come le fortificazioni. Il piano Colore indentifica due tipologie architettoniche: “Spontanea” e “Colta”. Su questa distinzione, lo strumento urbanistico indica i materiali, le metodologie e i colori che devono essere usati quando si interviene sugli immobili. Lo scopo è di tutelare il paesaggio, l’architettura e impedire interventi che possano snaturare la bellezza delle facciate. Il Piano, in pratica, disciplina le modalità d’intervento sugli edifici per evitare un’attività incontrollata e sregolata di ritinteggiatura, svolgendo anche una funzione educativa e invitando i cittadini ad un nuovo atteggiamento culturale.
Andando alla ricerca della storia dei colori che caratterizzano l’architettura procidana, ho scoperto un mondo fatto di storia, di contaminazioni culturali, di ricerca della bellezza e soprattutto della sua salvaguardia. In questo viaggio meraviglioso, ho avuto la fortuna di essere assistito dall’Arch. Giulia Muro (foto 1), tra gli attori protagonisti della nascita del “Piano Colore”, che ringrazio di vero cuore per il tempo che ha voluto dedicarmi.
Ringrazio anche l’Avv. Giuditta Lubrano Lavadera, vice Sindaco di Procida con delega all’Ambiente, Urbanistica e Pianificazione Territoriale, che – nonostante i serrati impegni dettatati dalla proclamazione di Procida quale “Capitale Italiana della Cultura 2022” , ha accettato di incontrarmi per un’intervista.
Scenari diversi denotano caratteristiche differenti con le proprie sfide e le proprie peculiarità. Il comune di Serrara Fontana è viva espressione di questa territorialità eterogenea e il suo Sindaco ne coordina le vicende con intenzioni unitarie. “Occorre un brand Ischia”, una sana comunicazione ed un tavolo di intenti. Sono queste alcune delle ricette nella visione di rilancio della prima cittadina, Irene Iacono. Ascoltiamola.
“La vicinanza del Governo la si sente al di là dei numeri” questa la dichiarazione del Sindaco Pascale al netto degli interventi post alluvione. “Era mio desiderio la creazione di una Ctl (Consulta turistica locale) con intervento di enti sovracomunali”: questo l’organismo che il Sindaco auspica e che potrebbe favorire una nuova organizzazione del comparto turistico e della sua riqualificazione su scenari più ampi.
Dall’inverno difficile alla riprogrammazione turistica toccando l’occupazione giovani e la necessita’ di fare impresa cosciente: ascoltiamo le lucide parole di Pascale nell’intervista che segue.
L’Italia, la Campania e Ischia devono dimostrarsi al passo con i tempi per esserne protagonisti. Le sfide sono ardue e le possibilità da cogliere tante. Ma le si devono affrontare con dignità e cognizione di causa. I giovani devono essere consapevoli dell’impegno richiesto e messi in condizione di poterlo espletare. Ce ne parla il Dottor Antonio Tuccillo, Presidente della Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti italiani.