Sette rinvii a giudizio e un proscioglimento: è quanto la procura di Verbania ha chiesto al gup Rosa Maria Fornelli nel corso dell’udienza preliminare odierna del processo per la tragedia del Mottarone, l’incidente del 23 maggio di tre anni nel quale morirono 14 persone. Il procuratore Olimpia Bossi e il pm Laura Carrera hanno ribadito la richiesta di processo anche per il caposervizio Gabriele Tadini, il cui avvocato questa mattina aveva avanzato proposta di patteggiamento: ritenendo la pena non congrua, la procura ha negato il consenso.
“Viste le ammissioni e il comportamento tenuto da Tadini, e vista la sua parte di responsabilità, credo che il patteggiamento presentato potesse essere una soluzione corretta” ha spiegato l’avvocato Marcello Perillo, difensore del 67enne che, fin dalle prime ore dopo l’incidente, aveva ammesso di aver inserito i cosiddetti forchettoni che impedirono il funzionamento dei freni di emergenza dopo che la fune traente si era spezzata.
“Il patteggiamento aveva il fine di chiudere la vicenda per Tadini in maniera secondo me coerente e rapida, con una pena congrua” ha concluso Perillo, mantenendo però il riserbo sui termini della proposta. Oltre a Tadini, la procura ha insistito nel chiedere il rinvio a giudizio nei confronti di Luigi Nerini, titolare della società che gestiva l’impianto di risalita di Stresa, la Ferrovie del Mottarone, per il direttore di esercizio Enrico Perocchio, per Martin Leitner, consigliere delegato della società altoatesina incaricata della manutenzione dell’impianto, e Peter Rabanser, responsabile del customer service. Chiesto il processo anche per le due società. Nei confronti di Anton Seeber, presidente del cda di Leitner, è stato chiesto invece il proscioglimento per mancanza di elementi: da quanto emerso, le deleghe societarie affidategli non comprendevano gli impianti a fune. Per il suo difensore, l’avvocato Federico Cecconi, si tratta di “un primo passo significativo e importante”.
Il legale ha ribadito la volontà di “dimostrare, un gradino dopo altro gradino, la totale estraneità del gruppo da questa vicenda dolorosa”. In aula, nel corso dell’udienza odierna, sono state proiettate fotografie e video, tra cui quello che mostra il momento in cui la cabina numero 3, anziché fermarsi alla stazione in vetta al Mottarone, torna indietro e precipita al suolo. Dopo l’intervento della procura, durato circa tre ore, è stata la volta delle parti civili, che si sono associate alle richieste formulate dai pm. Si torna in aula il 5 luglio, con parola ai difensori di Tadini e Perocchio. Il 16 luglio sarà il turno di Nerini e di Leitner. Il 23 luglio è attesa la lettura dell’ordinanza del gup.