Collegati con noi

Cronache

Presunti pestaggi e torture in carcere per sedare le rivolte, 44 agenti indagati a Santa Maria Capua Vetere: tensione tra carabinieri e agenti indagati

Pubblicato

del

La tensione al carcere di Santa Maria Capua Vetere tra Carabinieri e agenti penitenziari si taglia a fette. Dalle prime luci dell’alba è in corso una operazione di polizia giudiziaria coordinata dalla locale Procura nell’ambito di un’indagine sui presunti pestaggi avvenuti il 6 aprile nell’istituto di pena. Secondo quanto apprendiamo dopo una delle tante proteste-rivolte verificatasi dall’8 marzo in poi, in piena emergenza sanitaria, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere ci sarebbero stati dei pestaggi. Per questi presunti pestaggi ci sarebbero ben 44 indagati. E tra i reati contestati agli indagati c’è anche il reato di tortura recentemente introdotto nel nostro codice penale. Nel mentre all’esterno del carcere gli agenti che escono dal servizio e quelli che entrano vengono compiutamente identificati dai carabinieri su ordine della procura, dentro la struttura penitenziaria ci sarebbero i vertici della Procura di Santa Maria. Quello che gli agenti della polizia penitenziaria contestano, ovviamente, non è l’inchiesta quanto le modalità di notifica agli indagati della indagine a loro carico. Per contestare questo metodo della procura locale alcuni agenti della Penitenziaria hanno scelto maniera forti, almeno dal punto di vista mediatico.  Molti di loro, non necessariamente quelli indagati, sono saliti su un tetto del carcere per protestare. Le modalità  adottate dalla Procura per notificare gli avvisi di garanzia su presunti pestaggi vengono ritenuti vessatori ed umilianti. La tensione è altissima. Molti agenti sono persino rientrati in servizio per partecipare alle proteste per le modalità spettacolari dell’inchiesta della procura locale. I carabinieri stanno eseguendo ordine dei magistrati dominus dell’inchiesta. È evidente che la situazione rischia di degenerare. In questo caso sono gli uni contro gli altri contrapposti, carabinieri e poliziotti della Penitenziaria. Molti degli agenti che contestano queste modalità di inchiesta, definite umilianti, dicono che nei giorni della rivolta, hanno solo cercato di riportare la calma tra i detenuti. Talvolta usando maniere forti, ma il rischio era la degenerazione della protesta dei detenuti. A tutti noi non sfuggirà che nei giorni 7/8/9 marzo, in  piena pandemia, le rivolte in carcere ebbero come epilogo un bagno di sangue: 14 morti. Oltre a carceri messe a ferro e fuoco, danni per 20 e passa milioni di euro alle strutture e decine di evasi.

Advertisement

Cronache

Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

Pubblicato

del

Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

Continua a leggere

Cronache

‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

Pubblicato

del

featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

Continua a leggere

Cronache

Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

Pubblicato

del

“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto