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Politica

Pressing partiti, governo cerca fondi contro caro energia

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Il governo e’ a caccia di fondi per contrastare il caro energia. Ma le prime interlocuzioni tecniche a Palazzo Chigi – tra il sottosegretario Roberto Garofoli e i ministri all’Economia e alla Transizione Ecologica Daniele Franco e Roberto Cingolani – rimandano ad un quadro d’intervento complicato, in cui sara’ necessaria un’attenta ricognizione delle risorse a disposizione. Anche per questo, il provvedimento tanto invocato dai partiti, salvo colpi di scena, potrebbe non essere immediato: in ambienti dell’esecutivo, per ora, si parla genericamente del mese di settembre. Se e’ molto difficile che il premier Mario Draghi apra ad uno uno scostamento di bilancio a nemmeno un mese dal voto, ci sono alcune misure che vengono date quasi per certe. Come il prolungamento degli sconti sui carburanti – in vigore fino al 20 del prossimo mese – che si ‘autofinanziano’ con l’extragettito. Il grido d’allarme di famiglie e imprese e’ arrivato forte e chiaro a Palazzo Chigi. Le risposte da mettere sul piatto saranno il punto di contatto tra due esigenze fondamentali: contenere un problema che rischia di esplodere in autunno, ma non destabilizzare i conti. Per le imprese si sonda la possibilita’ di riservare quote di elettricita’ provenienti dalle rinnovabili a settori strategici. Per le famiglie piu’ fragili si valutano ulteriori aiuti. Il binario degli interventi nazionali e’ destinato ad intersecarsi con quello comunitario. Gia’ il 9 settembre i ministri dell’energia europei si riuniranno per discutere le misure d’emergenza e, in ambienti di governo inizia a circolare cauto ottimismo sul price cap (il cavallo di battaglia di Draghi), in particolare per la posizione di apertura da parte della Germania, e sulla proposta di slegare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. Intanto, le sollecitazioni che arrivano dai partiti saranno tutte esaminate a Palazzo Chigi, ma – e’ il ragionamento – va fatto un raffronto con la loro effettiva sostenibilita’: al momento si stima possano valere circa 20 miliardi, difficilmente recuperabili dalle nuove entrate. Sulle bollette “con il governo in carica per gli affari correnti faremo un intervento per settembre”, fa sapere il ministro degli Esteri e capo politico di Impegno Civico, Luigi Di Maioche promette: se andremo noi al governo faremo “un taglia bollette che consenta alle piccole imprese fino alla fine dell’anno di vedersi pagato dallo Stato l’80% delle bollette e che varrebbe circa 13,5 miliardi di euro”. Gli annunci si mischiano con la campagna elettorale ed ecco che il leader della Lega Matteo Salvini rilancia la necessita’ di un “decreto urgente da 30 miliardi” da approvare i primi di settembre. Da Azione Carlo Calenda vede all’orizzonte un doppio “tsunami, energetico e finanziario” e propone agli altri leader di sedersi ad un tavolo e portare “una soluzione a Draghi sul caro bollette”. Forza Italia apre: “Siamo pronti”, ma “bisogna lavorare anche a livello europeo”, dice il coordinatore Antonio Tajani. Dal Pd interviene il responsabile all’Economia, Antonio Misiani che bolla come “inaccettabile” il fatto che “l’imposta sugli extra profitti delle societa’ energetiche non sia stata ancora versata da gran parte delle aziende tenute a farlo”. La deadline e’ fissata a fine mese, dunque per trarre le somme si attendera’ fino all’ultimo giorno utile, poi scatteranno le penali. Di certo, il tema e’ di attualita’, perche’, secondo i dem, “e’ innanzitutto da quelle risorse, valutate intorno ai 10 miliardi che passa la possibilita’ per il governo di finanziare ulteriori misure di sostegno”. Quanto alla richiesta di uno scostamento di bilancio, si registrano chiari distinguo nelcentrodestra: se per Salvini serve per fronteggiare “la catastrofe energetica” in arrivo, secondo Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia ora candidato con FdI, “con l’inflazione e la speculazione in netta ripresa sarebbe una misura molto rischiosa”. Tornando al gas, al momento gli stoccaggi non preoccupano: il livello di riempimento sarebbe all’80%, in linea con l’obiettivo di raggiungere il 90% entro ottobre. E il Mite ha gia’ predisposto i necessari piani di risparmio ad “intensita’ crescente”, come li ha definiti il premier.

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Psi, per Regionali in Campania lista aperta al riformismo e al futuro del Sud

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Il segretario regionale del Psi, Michele Tarantino ha convocato una riunione insieme ai membri della direzione nazionale di Napoli(Antonio Demitry, Roberto De Masi, Pasquale Sannino e Antonella Marciano, Felice Laudadio), al consigliere regionale socialista, Andrea Volpe, Marco La Monica, Felice Iossa e Giulio Di Donato, per discutere il nuovo percorso politico del Partito Socialista Italiano in vista delle Regionali 2025. Il PSI lancia un appello a tutte le forze riformiste, ai movimenti civici e a quei cittadini “che non si sentono rappresentati dagli attuali partiti ma vogliono contribuire a costruire una proposta politica innovativa, inclusiva e concreta.

La lista socialista è pronta ad accogliere le istanze di chi desidera un Mezzogiorno più forte, coeso e protagonista di un’Italia moderna e solidale. Invitiamo tutte le realtà riformiste, associative e civiche, e i cittadini che non si riconoscono nei partiti tradizionali a unirsi alla nostra lista e al nostro progetto. Insieme possiamo costruire una Campania e un Mezzogiorno più giusti, moderni e capaci di rispondere alle sfide del futuro”. “La recente bocciatura da parte della Corte Costituzionale delle proposte di autonomia differenziata rende evidente la necessità di ripensare il regionalismo in Italia”.

Il PSI “intende aprire un dibattito serio e costruttivo su questo tema cruciale per il futuro del Mezzogiorno. A gennaio, avvieremo una grande Conferenza sul Regionalismo, coinvolgendo esperti, rappresentanti istituzionali e cittadini. Sarà un’occasione per elaborare proposte innovative che coniughino equità territoriale, efficienza amministrativa e solidarietà tra i territori, garantendo risorse e opportunità uguali per tutti”. “Guardando alle elezioni regionali del 2025, il PSI invita tutto il centro-sinistra ad avviare un dialogo aperto e costruttivo per definire un programma condiviso e ambizioso, così come indicato dal Segretario Nazionale, Enzo Maraio. È necessario rispondere insieme alle sfide della Campania, con particolare attenzione a temi come la giustizia sociale, la sanità, il lavoro, l’ambiente e il rilancio del Mezzogiorno. L’obiettivo è costruire una coalizione forte e coesa, in grado di offrire ai cittadini una visione chiara e condivisa per il futuro della Regione”, conclude la nota.

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Università e ospedali plurisecolari su francobolli Italia

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Tre universita’ e cinque ospedali ”storici” italiani compariranno sui francobolli italiani. L’emissione dedicata alle università e’ stata emessa oggi e riguarda le universita’ di Napoli, Trieste e Firenze. La serie dedicata agli ospedali comparira’ invece il 24 novembre prossimo e riguardera’ ospedali di Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze. Le vignette dei francobolli (tutti validi per la posta ordinaria) mostrano per le universita’:

  • -una prospettiva della facciata principale dell’Università degli Studi di Napoli” Federico II” istituita il 5 giugno 1224 dall’Imperatore del Sacro romano Impero;
  • -su uno sfondo che riprende i colori istituzionali del centenario dell’Università degli Studi di Trieste, una rivisitazione del logo dell’anniversario che raffigura, un’illustrazione al tratto, l’edificio centrale dell’Ateneo;
  • -l’ingresso del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze che, nel 2024, celebra i 100 anni dalla sua fondazione; Per gli ospedali le vignette mostrano;
  • -ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze: il Loggiato di ingresso, progettato da Bernardo Buontalenti nel 1574, in cui è visibile l’affresco “Annunciazione” del XVII secolo attribuito al Pomarancio; -ospedale civile Santi Giovanni e Paolo di Venezia;
  • – il Portego delle Colonne della Scuola Grande di San Marco a Venezia (1485-1495);
  • -Ca’ granda ospedale maggiore policlinico di Milano: la Sala del Capitolo d’estate, edificata nel 1637 su progetto di Francesco Richini, che ospita l’archivio storico;
  • -ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma: le Corsie Sistine risalenti al XV secolo; -ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili di Napoli: la Farmacia storica degli Incurabili con i vasi in maiolica del 1747-1751.

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Giustizia, stretta sulle toghe politicizzate e sui reati informatici: il decreto del governo in arrivo

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La riforma della giustizia torna al centro del dibattito con il nuovo decreto che il governo si appresta a varare lunedì prossimo in Consiglio dei Ministri. Tra le novità principali, spiccano due misure destinate a far discutere: l’introduzione di sanzioni per i magistrati che non rispettano il dovere di astensione in casi di conflitto di interesse e una stretta sui reati informatici e sul dossieraggio illegale.

Sanzioni per le toghe politicizzate

Il decreto introduce una nuova norma che obbliga i magistrati a astenersi dal giudicare su questioni rispetto alle quali si sono già espressi pubblicamente attraverso editoriali, convegni o social network. In caso di violazione, il Consiglio Superiore della Magistratura potrà adottare sanzioni che vanno dall’ammonimento alla censura, fino alla sospensione.

Secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio, questa norma intende tutelare il principio di imparzialità della magistratura, un obiettivo che la maggioranza considera fondamentale per garantire l’equilibrio tra i poteri dello Stato.

La misura ha già suscitato polemiche tra le toghe e riacceso il dibattito sulla presunta politicizzazione della magistratura. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha espresso preoccupazione per quella che definisce un’“invasione di campo” da parte del governo.

La questione delle migrazioni e il caso Silvia Albano

La norma sulle toghe politicizzate sembra trarre origine da recenti tensioni tra il governo e alcune sezioni della magistratura, in particolare sui temi legati all’immigrazione. Emblematico il caso della giudice Silvia Albano, che aveva criticato l’accordo tra Italia e Albania sui migranti, trovandosi poi a giudicare direttamente su questa materia.

Albano, presidente di Magistratura Democratica, è stata bersaglio di critiche da parte della maggioranza per la sua posizione pubblica contro il “decreto Paesi sicuri”. La sua decisione di non convalidare il trattenimento di 12 migranti nel centro italiano in Albania ha sollevato ulteriori tensioni.

Stretta sui reati informatici e dossieraggi

Il decreto affronta anche il problema dei reati informatici, introducendo nuove misure per contrastare l’accesso abusivo ai database pubblici. Tra le novità principali:

  • Arresto in flagranza per chi viola sistemi informatici di interesse pubblico, militare o legati alla sicurezza nazionale.
  • Trasferimento delle indagini sui reati di estorsione tramite mezzi informatici alla procura Antimafia, guidata da Giovanni Melillo.

Queste misure arrivano in risposta a recenti scandali legati al dossieraggio illegale, come l’indagine della DDA di Milano sulla “centrale degli spioni” che trafugava dati sensibili da banche dati governative, coinvolgendo figure politiche di primo piano come la premier Giorgia Meloni.

Un antipasto per la riforma delle carriere

Questo decreto rappresenta solo l’inizio di un più ampio progetto di riforma delle carriere di giudici e pm che il governo sta portando avanti in Parlamento. La maggioranza intende ridefinire i rapporti tra i poteri dello Stato, nonostante le inevitabili polemiche con la magistratura.

Secondo il ministro Nordio, l’obiettivo è garantire un sistema giudiziario più equo e trasparente, ma l’ANM e altre voci critiche temono che queste misure possano indebolire l’autonomia delle toghe.

Un Natale caldissimo per la giustizia italiana

Le nuove norme, che toccano temi delicati come la gestione dell’immigrazione, i reati informatici e l’imparzialità dei magistrati, promettono di accendere il dibattito politico e giudiziario. Il governo va avanti, ma il confronto con le toghe e le associazioni di categoria si preannuncia acceso.

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