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Preso a pugni in faccia da un ubriacone nigeriano, è morto il tabaccaio di Chiaiano

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È morto in ospedale, a Napoli, il tabaccaio aggredito da un extracomunitario il 9 giugno scorso. L’episodio di violenza era accaduto davanti al suo negozio nella stazione della metropolitana di Chiaiano. Ulderico Esposito, 52 anni, aveva un’emorragia celebrale per il pugno sferratogli da un nigeriano che era solito infastidire le persone in quel luogo, poi arrestato quella stessa sera dalla Polizia. Prima di quel 9 giugno, da giorni i commercianti del quartiere di Chiaiano e chi utilizza quotidianamente la metropolitana collinare segnalavano la presenza di quell’uomo che, spesso ubriaco, diventava violento solo se qualcuno gli si avvicinava.

Il nigeriano clandestino sul territorio italiano aveva anche importunato Esposito che lo aveva invitato a tenersi lontano dal suo negozio; a freddo, senza preavviso, gli aveva poi sferrato un pugno al volto. Non solo il trauma facciale ma anche cranico per aver sbattuto violentemente a terra la testa per il tabaccaio che svenne, perdendo sangue dal naso e dalle orecchie quando i vigilantes della stazione lo soccorsero. Il nigeriano invece, 32 anni, fu bloccato dopo l’accaduto e portato dalla polizia in commissariato e poi in carcere. Il capo di imputazione per lui adesso è cambiato da lesioni gravissime a omicidio volontario. “Un grande marito, un padre, un uomo esemplare, amico di tutti, è stato ridotto senza motivo in fin di vita da un nigeriano. Più volte era stata denunciata la sua pericolosità, ma non e’ mai stato allontanato”, hanno detto la moglie e le figlie subito dopo la grave aggressione.

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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