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Cronache

Porto di Napoli crocevia del traffico Internazionale di droga: sequestrati 188 kg di cocaina

Un’operazione congiunta delle forze dell’ordine ha portato al sequestro di 188 chilogrammi di cocaina nascosta in un carico di prugne secche nel porto di Napoli. L’episodio evidenzia il ritorno della città partenopea come nodo cruciale nel traffico di droga internazionale.

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Il porto di Napoli è tornato a essere un punto nevralgico per il traffico di sostanze stupefacenti, dopo anni in cui gli scali del Sud Italia come Gioia Tauro e Reggio Calabria avevano preso il sopravvento. Un recente blitz condotto dalla Mobile di Napoli, guidata dal primo dirigente Giovanni Leuci, e dall’Agenzia delle Dogane ha portato al sequestro di 188 chilogrammi di cocaina proveniente dal Cile, via Panama, e destinata a Napoli. La droga, nascosta in un carico di prugne secche, avrebbe fruttato circa cinque milioni di euro all’ingrosso, con un potenziale di guadagno fino a trenta milioni di euro sul mercato.

L’operazione ha riacceso l’attenzione sull’importanza strategica dello scalo napoletano nel panorama internazionale del narcotraffico. Negli ultimi anni, i porti di Napoli erano stati bypassati dai trafficanti di droga, con personaggi di spicco come Raffaele Imperiale e Bruno Carbone che avevano consolidato un monopolio sui traffici attraverso una rete che collegava i Paesi Bassi, il Sud Italia e Dubai. Tuttavia, l’arresto e la collaborazione con la giustizia di questi grandi narcos ha destabilizzato gli equilibri, rendendo necessario un nuovo assetto logistico per lo smercio di droga.

Le autorità stanno ora indagando su chi possa aver facilitato l’ingresso di un quantitativo così ingente di droga a Napoli. Si ipotizza l’esistenza di una rete di insospettabili che, attraverso coperture amministrative e fiscali, avrebbe garantito lo sbarco della cocaina. La scelta di usare prugne secche come copertura, dopo che in Calabria la droga veniva nascosta in carichi di banane, dimostra la capacità dei narcotrafficanti di adattarsi e modificare le proprie strategie.

Parallelamente, la scarcerazione di Nicola Rullo e Elio Amato, noti alle cronache criminali napoletane, ha riacceso i riflettori sulla necessità di un controllo più rigido del territorio. La gestione delle piazze di spaccio, connessa al traffico internazionale, continua a essere uno dei pilastri dell’economia criminale, alimentando un circuito di riciclaggio di denaro sporco che aggredisce l’economia legale.

Il blitz nel porto di Napoli è solo l’inizio di un’indagine più ampia che potrebbe portare alla luce nuovi nomi e connessioni nel mondo del narcotraffico internazionale. La situazione resta in evoluzione, con Napoli che si conferma nuovamente al centro di una rete di traffici illeciti, inserita in uno scacchiere internazionale sempre più complesso e pericoloso.

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Pozzuoli, investe bimbo 3 anni sulle strisce e scappa: caccia al pirata della strada

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Un bambino di 3 anni è stato investito da uno scooter ieri sera a Pozzuoli (Napoli) mentre stava attraversando la strada sulle strisce pedonali insieme al padre, in via Miliscola. La persona a bordo dello scooter non si è fermata per prestare soccorso proseguendo la sua marcia. Il bimbo è stato prima portato all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, poi è stato trasferito all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, dove è ricoverato in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. Sono in corso indagini da parte dei Carabinieri che stanno ricostruendo l’accaduto.

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Sindaco di Napoli ordina sgombero parziale ‘Vele’ di Scampia

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Alcuni occupanti degli appartamenti della Vela Gialla e della Vela Rossa, nel quartiere napoletano di Scampia, dovranno lasciare ‘ad horas’ le loro case. Lo ha stabilito il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che nel pomeriggio di oggi ha firmato due distinte ordinanze nelle quali sono indicati gli alloggi da liberare. Sarebbero una cinquantina gli alloggi a rischio. La decisione è stata assunta per motivi di sicurezza, “a causa dei rischi che minacciano la pubblica e privata incolumità”. Queste due Vele, come quella Celeste, interessata dal crollo delle passarelle avvenuto a luglio scorso, sono di proprietà del Comune di Napoli. La Vela celeste è già stata completamente liberata. Negli anni passati si è proceduto all’abbattimento di altre Vele e al loro posto sono stati realizzati edifici più moderni.

La situazione del degrado delle ‘Vele’ è stata oggetto di un vertice in prefettura che si è tenuto nei giorni scorsi. E dal vertice era emersa la necessià di procedere in tempi brevi con l’avvio di un piano di progressivo sgombero. L’attenzione su questi edifici – che sorgono nel quartiere detto anche ex ‘167’, dal nome di una legge che favorì l’edilizia popolare – è tornata attuale dopo il disastro del luglio scorso, quando nella Vela Celeste è crollato uno dei percorsi di collegamento che vanno dal corridio centrale agli appartamenti causando la morte di tre persone ed il ferimento di altre, tra cui anche dei bambini.

Per gli abitanti della Vela Celeste che hanno dovuto lasciare le loro case il Comune ha previsto l’elargizione di un contribuito per l’autonoma sistemazione. Ma gli abitanti lamentano il fatto che pur avendo il bonus non riescono a trovare case in affitto perchè, in tantissimi casi, impossibilitati a fornire delle garanzie (come un contratto di lavoro) ai locatori. La zona è interessata da un piano di riqualificazione urbanistica, finanziato con i fondi del Pnnr.

Delle ultime tre vele rimaste, ben due – la gialla e la rossa, interessate dall’ordinanza di sgombero parziale di oggi – dovrebbero essere abbattute per far spazio a nuovi e più confortevoli edifici di edilizia popolare. Ed è proprio la Vela Celeste, quella interessata dal crollo, che resterà in piedi e che sarà sede di servizi pubblici. Il progetto prevede anche la realizzazione di spazi destinati all’agricoltura urbana (orti e frutteti sociali), un parco pubblico, una fattoria con finalità ludiche e didattiche, un mercato di prossimità, un complesso scolastico con scuola dell’infanzia per 120 bambini e un asilo nido per 50-60, un centro civico con funzioni sociali e culturali. Per anni le Vele sono state il simbolo della Napoli di Gomorra, delle piazze di spaccio. Ma le Vele di Scampia sono poi diventate – almeno nelle intenzioni – emblema del riscatto della città, della rivincita di un quartiere e della sua gente che si è impegnata senza mai rispamarsi.

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In vendita la tenuta toscana a Varramista che fu Agnelli-Piaggio

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In vendita la tenuta che fu della famiglia Agnelli-Piaggio tra Firenze e il mare: 400 ettari nel comune di Montopoli Valdarno, che hanno visto soggiornare personaggi famosi e intellettuali di ogni epoca. La tenuta di Varramista, spiega Lionard Luxury Real Estate, che cura la vendita gravita attorno alla villa padronale del XV secolo, per lungo tempo residenza della famiglia Agnelli-Piaggio. La proprietà comprende numerosi casali, di cui quattro completamente ristrutturati e tre dotati ciascuno di piscina privata, due cantine vinicole, una cappella privata, una limonaia, alloggi per il personale e numerosi altri annessi e rustici, per una superficie interna totale di oltre 14.500 metri quadrati.

La villa, racconta l’agenzia che non fornisce alcuna indicazione sul prezzo, ha un giardino all’italiana e fu progettata da Bartolomeo Ammannati, celebre scultore e architetto della corte medicea che lavorò alla trasformazione di Palazzo Pitti e alla realizzazione della Fontana del Nettuno in Piazza della Signoria a Firenze, la villa fu completata nel 1589, come ricordano ancora oggi le incisioni sul tetto. I terreni furono donati dalla Repubblica di Firenze a Gino di Neri Capponi, come ricompensa per la sua vittoria contro Pisa nel 1406. Negli Cinquanta del novecento, la villa fu acquistata da Enrico Piaggio, secondogenito del fondatore della Piaggio. Qui nel 1959 le nozze tra Antonella Bechi Piaggio duchessa Visconti di Modrone e Umberto Agnelli e nel 1996 il matrimonio tra Giovanni Alberto Agnelli con Frances Avery Howe.

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