C’è un “rilevante conflitto di interessi” nel tentativo estremo di salvare dal fallimento Visibilia Editore spa, con un aumento di capitale da un milione di euro proposto dalla controllata Visibilia Editrice. E, in particolare, attraverso la possibile iniezione di 600mila euro da parte di Visibilia Concessionaria, altra società del gruppo e che ha come socia di maggioranza, tramite Dani Immobiliare, la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Lo hanno sostenuto oggi, davanti al Tribunale civile, il procuratore aggiunto di Milano Laura Pedio e il pm Marina Gravina, che hanno insistito con la richiesta di revoca del cda e di “amministrazione giudiziaria” per la Spa di cui la senatrice di Fdi è stata presidente fino al gennaio 2022 e poi ha dismesso quote e cariche.
La proposta è stata avanzata nell’udienza di discussione con al centro la causa intentata da un gruppo di soci di minoranza, assistiti dall’avvocato Antonio Piantadosi, su presunte irregolarità nella gestione. Piccoli azionisti che hanno ribadito pure loro l’istanza di commissariamento, oltre a chiedere “l’avvio delle azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori e dei sindaci in carica e di quelli succedutisi” dal 2016 in avanti. I giudici della Sezione imprese Simonetti-Ricci-Zana si sono riservati di decidere e depositeranno il provvedimento nei prossimi giorni. Mentre i legali degli amministratori di Visibilia, dal canto loro, hanno chiesto l’archiviazione del procedimento o una sospensione dello stesso, in attesa che si definisca la procedura di composizione negoziata della crisi. Il rischio di commissariamento per la società, che pubblica diverse riviste, come Novella2000, potrebbe derivare anche dagli esiti dell’ispezione disposta nei mesi scorsi dal Tribunale. Nella relazione della commercialista Daniela Ortelli, infatti, sono venute a galla irregolarità nell’ultimo bilancio, “assetti organizzativi, contabili e amministrativi” che “appaiono inadeguati”, dubbi sulle prospettive di “continuità” aziendale e forti criticità anche sulle garanzie messe sul piatto da Santanché per coprire i debiti intrasocietari. Per l’avvocato Fabio Re Ferrè, legale degli attuali amministratori di Visibilia, invece, la società “ha avviato un serio e ragionevole percorso di risanamento, coinvolgendo nel suo consiglio due professionisti”, Cesare Meroni e Massimiliano Poppi, “qualificati e autorevoli che agevoleranno ulteriormente” il ritorno ad “un pieno equilibrio finanziario nell’ambito dell’avviata composizione negoziata” della crisi. Per il legale dei soci di minoranza, però, Visibilia “continua a gravitare verosimilmente nell’orbita del vecchio gruppo”, ossia quello che era guidato da Santanché. Anche la soluzione trovata dell’aumento di capitale, dopo che Sif Italia, il socio di maggioranza, ha fatto un passo indietro, mostra che “c’è un unico centro di interessi”. Una tesi in linea con quella dei pm, che sono anche i titolari dei fascicoli sulla “galassia” delle ex società della senatrice, che figura tra gli indagati. L’inchiesta in più filoni sul caso Visibilia, intanto, si avvia verso la chiusura per un’eventuale richiesta di processo.