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Ambiente

Picco del caldo con l’anticiclone Caronte, poi da Ferragosto mini-break estivo

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Mini-break in arrivo. Dopo una lunghissima ‘partita meteo’ estenuante, durata almeno un mese, con un caldo africano monotono, ecco che vediamo la luce in fondo al tunnel: da Ferragosto le temperature scenderanno. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, spegne però subito i facili entusiasmi prevedendo un calo minimo, appunto un mini-break estivo: la diminuzione delle temperature sarà al più di 2-3°C. Certo, passeremo da 39 a 36°C con meno afa e meno notti tropicali: il bollore africano di Caronte sarà un po’ meno ‘infernale’ da Ferragosto in poi. Intanto, però, nelle prossime ore, dopo i 41°C registrati a Firenze sia domenica sia lunedì, avremo ancora questo folle numero (41°C) nelle zone interne della Sardegna, sfioreremo anche al Nord i 40°C (Forlì), mentre Ferrara, Firenze, Foggia, Lecce, Oristano, Prato, Reggio Emilia, Siracusa, Trento e Verona avranno la febbre a 38-39°. La vigilia di Ferragosto sarà ancora rovente con picchi di 39°C al Sud, 38° a Ferrara e Forlì (le diaboliche F dell’Emilia Romagna, F come ‘Forno=caldo’), mentre Firenze si ‘fermerà’ a 37°C.

Nelle prossime 48 ore, ancora dominate da Caronte, avremo qualche temporale di calore sia sulle Alpi sia sugli Appennini, un leggero refrigerio ma con il rischio anche di qualche rovescio un po’ intenso. Ferragosto vedrà invece l’arrivo del mini-break: dalla Francia aria più fresca in quota inizierà a dilagare verso il Mediterraneo dal Golfo del Leone. In pratica, da nord-ovest, una massa d’aria meno rovente entrerà nel cuore di Caronte, portando un aumento dell’instabilità e una diminuzione della canicola. Come detto, sarà però un mini-break con solo qualche breve ed isolato rovescio, qualche nuvola in più specie ad ovest e un calo termico di pochi gradi. Nel corso del weekend, poi, questa massa d’aria francese potrebbe favorire massime intorno ai 34°C e non più intorno ai 40°C, il tutto accompagnato da frequenti temporali specie tra domenica e lunedì prossimo. Per sconfiggere Caronte, però, servirà qualcosa di più di questo mini-break: dobbiamo aspettare conferme per un cambiamento più importante non ancora previsto dai modelli.

NEL DETTAGLIO Martedì 13. Al Nord: temporali pomeridiani lungo le Alpi; sole altrove. Al Centro: sole e picco del caldo; temporali di calore sugli Appennini. Al Sud: tutto sole e caldo. Mercoledì 14. Al Nord: rovesci pomeridiani lungo l’arco alpino; sole prevalente altrove. Al Centro: temporali pomeridiani all’interno, solleone altrove. Al Sud: tutto sole e caldo.

Giovedì 15. Al Nord: rovesci pomeridiani sulle Alpi e qualche nuvola in più. Al Centro: temporali pomeridiani all’interno con qualche nuvola in più, specie in Sardegna e sulle tirreniche. Al Sud: sole con qualche velatura, caldo.

TENDENZA: leggero calo termico in arrivo, specie nel weekend anche con temporali.

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Ambiente

L’Italia pensa al nucleare, 50 miliardi l’impatto sul Pil

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Il tema del nucleare di ultima generazione irrompe al forum Teha di Cernobbio con con gli imprenditori e operatori del settore che chiedono di “fare presto” per evitare di perdere l’opportunità per gli investimenti. Una tecnologia che porterebbe benefici alla crescita economica del Paese un impatto sul Pil di 50,3 miliardi al 2050. La posizione del governo non si fa attendere con il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che annuncia l’arrivo “entro fine anno” di un “disegno di legge, che conterrà la normativa primaria e dove saranno previsti i soggetti regolatori”.

L’Italia, di fatto, rientrerebbe nel nucleare. Da Villa d’Este, sul lago di Como, sono Edison e Ansaldo Nucleare ad illustrare l’impatto dell’atomo sulla decarbonizzazione energetica e sull’economia italiana. Il nucleare di ultima generazione, secondo una analisi illustrata a Cernobbio, può abilitare al 2050 un mercato potenziale fino a 46 miliardi di euro, con un valore aggiunto attivabile pari a 14,8 miliardi di euro. Ma c’è di più perché considerando anche i benefici indiretti e dell’indotto, sarà possibile creare oltre 117.000 nuovi posti di lavoro. Il nuovo nucleare non è soltanto una “risorsa preziosa per raggiungere gli obbiettivi di transizione energetica ma costituisce una vera e propria occasione di rilancio industriale per il Paese”, spiega Nicola Monti, amministratore delegato di Edison.

“L’Italia ha l’occasione – aggiunge – di essere protagonista, se da subito viene definito un piano industriale di medio-lungo periodo”. Sui tempi è il ministro Pichetto a fissare dei punti fermi. Per fine anno arriverà “l’analisi complessiva sul nucleare e su ciò che bisognerà introdurre come norma primaria che deve trasformarsi in disegno di legge”. I tempi li detterà il “parlamento, ma auspico che nel corso del 2025 che si possa chiudere quello che è il processo di valutazione normativa”. E sull’ipotesi di un nuovo referendum, “non faccio il mago di conseguenza la libertà di raccogliere firme e fare i referendum c’è”. In passato gli italiani si sono espressi su una “tecnologia di 60 anni fa, quella di prima e seconda generazione”, prosegue il ministro, ribandendo che “guardiamo al nuovo nucleare, che non prevede la costruzione di grandi centrali.

Pensiamo invece ai agli Small modular reactor e agli Advanced modular reactor”. In Italia c’è grande fermento tra i principali protagonisti del settore dell’energia per essere pronti ad affrontare la sfida del nuovo nucleare. Da mesi, infatti, sono stati siglati numerosi accordi di programma finalizzati allo ricerca ed allo sviluppo della tecnologia nucleare. Tra le ultime intese, ma solo in ordine di tempo, c’è quella tra Edison, Federacciai e Ansaldo Energia per decarbonizzare le acciaierie italiane. Per l’Italia si riapre una nuova “riflessione sul ruolo benefico che le nuove tecnologie nucleari disponibili o in via di sviluppo possono giocare nel mix energetico italiano”, spiega Daniela Gentile, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare. Il nucleare di nuova generazione conta attualmente, a livello globale, oltre 80 progetti in via di sviluppo.

Nello sviluppo del nuovo nucleare, secondo l’analisi di Edison, Ansaldo Nucleare e Teha, l’Italia può contare su competenze lungo quasi tutta la catena di fornitura e su un sistema della ricerca all’avanguardia. Lo studio, inoltre, ha identificato 70 aziende italiane specializzate nel settore dell’energia nucleare che confermano una “forte resilienza di questo comparto a tre decenni dall’abbandono della produzione in Italia”. Il valore strettamente legato all’ambito nucleare generato dalle aziende di questa filiera si attesta nel 2022 a 457 milioni di euro, con circa 2.800 occupati sostenuti, e l’Italia che si posiziona quindicesima a livello globale e settimana in Ue-27 per export di reattori nucleari e componenti tra il 2018 e il 2022.

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Ambiente

Copernicus, quella del 2024 l’estate più calda di sempre

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Gli scorsi mesi di giugno e agosto sono stati i più caldi mai registrati e nel complesso, l’estate boreale 2024 (ovvero giugno-luglio-agosto) è stata la più calda di sempre. E’ quanto spiega Samantha Burgess, vicedirettrice del Copernicus Climate Change Service, il servizio europeo sul clima. “Questa serie di temperature record sta aumentando la probabilità che il 2024 sia l’anno più caldo mai registrato. Gli eventi estremi legati alla temperatura osservati quest’estate diventeranno solo più intensi, con conseguenze più devastanti per le persone e il pianeta, a meno che non adottiamo misure urgenti per ridurre le emissioni”.

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Greenpeace, aziende petrolifere paghino per crisi climatica

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Le aziende petrolifere paghino per la crisi climatica. E’ la richiesta ribadita da Greenpeace in una nota a commento dello studio del World Weather Attribution, sulla siccità in Sicilia e in Sardegna. «A pagare il prezzo della siccità estrema in Sardegna e in Sicilia – amplificata da un uso inefficiente delle risorse idriche e da infrastrutture inadeguate – sono le persone che subiscono razionamenti di acqua, gli ecosistemi naturali e persino interi settori produttivi come l’agricoltura e il turismo. Danni gravissimi di cui si dovrebbe invece chiedere conto alle aziende del petrolio e del gas, come Eni, che con le loro emissioni di gas serra sono i principali responsabili della crisi climatica”, sostiene Federico Spadini, campaigner Clima di Greenpeace Italia.

“Gli sconvolgimenti climatici causati dalla nostra dipendenza da petrolio, gas e carbone sono destinati a peggiorare se non metteremo al più presto fine allo sfruttamento delle fonti fossili”, si legge ancora nella nota che ricorda la produzione di gas nell’impianto Cassiopea a largo della Sicilia. “Al di là dei proclami, il governo non intende far nulla per le Regioni italiane più colpite dalla siccità e dagli altri eventi climatici estremi”, sostiene ancora Greenpeace che ricorda la causa intentata contro il gruppo energetico.

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