Vive alla giornata, barcamenandosi saltuariamente con qualche lavoretto. A San Costantino Calabro lo conoscono un po’ tutti. È il clochard cinquantenne di origine romena aggredito da sei ragazzi, tutti minorenni, individuati e denunciati in stato di libertà dai carabinieri. La sua colpa? Quella di essere divenuto il loro “passatempo”. Da solo, indifeso, colto di sorpresa nel sonno, il “branco” ha avuto gioco facile con lui. L’aggressione, ripresa con i loro cellulari dagli stessi responsabili, é accaduta sabato notte e la comunità del piccolo borgo dell’entroterra vibonese ha appreso la notizia con stupore. Il clochard vive da un po’ di tempo nei locali del Centro di formazione professionale “Oiermo”, in disuso ormai da anni, in preda all’abbandono e luogo di riparo per il senzatetto.
I sei minorenni conoscevano bene le sue abitudini ed hanno agito con piglio sicuro. Si sono introdotti nell’edificio mentre lo straniero dormiva, lo hanno legato per impedirgli qualsiasi reazione e lo hanno tempestato di calci, pugni e schiaffi. Qualcuno dei ragazzi, in segno di sfregio, gli ha anche urinato addosso. Infine, non contenti di quanto già fatto, gli aggressori, prima di darsi alla fuga, hanno dato fuoco a tutti gli oggetti che il romeno aveva con sé, compresi gli effetti personali ed i vestiti. A denunciare l’aggressione ai carabinieri è stato lo stesso romeno, una volta ripresosi dallo choc. Le dichiarazioni circostanziate del clochard hanno consentito ai militari di identificare i componenti del “branco”, che hanno avuto anche la sfacciataggine di agire a viso scoperto.
Le immagini riprese dagli aggressori sono adesso al vaglio dei carabinieri della caserma di San Costantino Calabro e della Compagnia di Vibo Valentia nel tentativo di individuare altri componenti del “branco”, se ce ne sono. Il romeno, senza documenti e senza fissa dimora, è benvoluto dalla popolazione di San Costantino Calabro. È una persona mite e onesta che vive di piccole attività. E senza l’aiuto dei servizi sociali non potrebbe andare avanti. Il Comune si sta adoperando per fargli ottenere il reddito di inclusione ed una casa. Ferma la condanna per quanto é accaduto del sindaco del centro del Vibonese, Nicola Derito. “Episodi del genere – ha detto – sono assolutamente da censurare e certamente danneggiano l’immagine della nostra comunità, che nella stragrande maggioranza è fatta di persone perbene. Si é trattato di un fatto gravissimo anche perché messo in atto contro una persona che non poteva difendersi. San Costantino, però, ci tengo a ribadirlo, non è un paese violento. Anzi è un centro che accoglie, da sempre”.
Parole dure anche dal Garante per l’infanzia della Regione, Antonio Marziale. “Quanto é avvenuto – ha affermato – suscita un moto di indignazione irrefrenabile, ma soprattutto denuncia il fallimento totale delle agenzie educative. Ci troviamo al cospetto di un episodio da ascriversi alla voce criminalità e non già a devianza”.