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Cronache

Pg Cassazione, su ergastolo ostativo non si torni a Consulta

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Con la modifica delle norme sull’ergastolo ostativo, la mancata collaborazione non costituisce più un fattore preclusivo alla liberazione condizionale, ove sussistano i requisiti della durata della pena espiata e del “sicuro ravvedimento”, che, in relazione ai condannati all’ergastolo per reati ostativi, comporta anche “una attiva partecipazione al percorso rieducativo” e la “mancanza attuale” di “collegamenti” con i clan, e con il “contesto” nel quale il reato e` stato commesso. Per questo il Pg della Cassazione non ritiene necessario che la questione ergastolo ostativo – in udienza l’8 marzo – torni alla Consulta.

Ad avviso dei Pg della Cassazione Pietro Gaeta e Giuseppe Riccardi, – che hanno depositato la requisitoria in vista dell’udienza di dopodomani che riguarda il ricorso contro l’ergastolo ostativo di un detenuto in carcere da 30 anni al quale la liberazione condizionale era stata negata in quanto non aveva collaborato – dopo la riforma dell’ergastolo ostativo varata nel novembre scorso, sono state effettuate modifiche e rimosse le previsioni preclusive in quanto non è più previsto il requisito della collaborazione. Secondo la Procura del Palazzaccio, è da accogliere con rinvio al Tribunale di Sorveglianza de L’Aquila il ricorso della difesa di Salvatore Pezzino dato che i giudici di merito non avevano mai affrontato il caso fermandosi alla constatazione della non avvenuta collaborazione.

“In altri termini, il Tribunale di Sorveglianza, in seguito al novum normativo, introdotto recependo le indicazioni della pronuncia ‘ad incostituzionalita` differita’ della Corte Costituzionale, ha l’obbligo di confrontarsi – sottolinea la requisitoria – con la diversa regola di giudizio, che amplia la base cognitiva e valutativa per la concessione della liberazione condizionale, elidendo la preclusione assoluta della collaborazione mancata o impossibile: in tal senso, dovrà essere dunque valutato in concreto il percorso rieducativo del Pezzino, e l’assenza di collegamenti, attuali o potenziali, con la criminalità organizzata e con il contesto mafioso”. A chiedere il ritorno alla Consulta è invece la difesa di Pezzino – attualmente detenuto nel carcere sardo di Tempio Pausania – rappresentata dall’avvocatessa Giovanna Araniti. Mercoledì 8 marzo la discussione avverrà in camera di consiglio, senza partecipazione delle parti.

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Cronache

Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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