Collegati con noi

Corona Virus

Pesa ancora il Covid, Papa Francesco anticipa la Messa della “notte” Natale

Pubblicato

del

Pesa ancora la morsa del Covid in Italia e nel resto del mondo e Papa Francesco ha deciso di anticipare, anche quest’anno, la Messa della ‘notte’ di Natale, il 24 dicembre, alle 19.30. E’ lo stesso orario che era stato stabilito l’anno scorso quando le festivita’ natalizie furono ‘compresse’ dal coprifuoco delle 22. Si trattava, per la tradizione vaticana, di un anticipo di due ore in quanto la Messa di ‘mezzanotte’ in realta’, gia’ dai tempi di Benedetto XVI, veniva celebrata alle 21.30, orario che Papa Francesco aveva mantenuto fino allo scorso anno. Anche l’8 dicembre, Festa dell’Immacolata, il Papa rinuncera’, come lo scorso anno all’evento pubblico. “Per evitare assembramenti, e il conseguente rischio di contagio da Covid 19, invece del consueto omaggio pubblico all’Immacolata, anche il prossimo 8 dicembre – riferiscono dal Vaticano – Papa Francesco compira’ un atto di devozione privato, pregando la Madonna perche’ protegga i romani, la citta’ in cui vivono e i malati che necessitano della Sua materna protezione ovunque nel mondo”. Lo scorso anno il Papa si reco’ a sorpresa da solo, sotto la pioggia, a piazza di Spagna all’alba, quando c’erano solo i vigili del fuoco che preparavano l’omaggio floreale da collocare in cima alla statua. L’anticipo dell’orario della Messa del 24 dicembre, come anche la celebrazione “privata” della Festa dell’Immacolata, sarebbero una scelta legata a “motivi prudenziali”, trapela da fonti vaticane, perche’ la situazione della pandemia e’ in continua evoluzione e non si sa esattamente quale sara’ la situazione tra qualche settimana, quando appunto saranno in pieno svolgimento i riti delle celebrazioni natalizie. L’orario scelto per la Messa in Vaticano, nel tardo pomeriggio, consentira’ anche di poter mantenere una presenza piu’ contenuta nella celebrazione, evitando dunque gli assembramenti. E’ da ricordare che per le Messe non serve il green pass ma solo il rispetto delle norme anti-covid, dalle mascherine al distanziamento dei posti in chiesa. Al momento non c’e’ invece nessuna indicazione particolare per le Messe che saranno celebrate nelle parrocchie italiane. L’anno scorso erano state anticipate ovunque ma e’ verosimile che quest’anno si tornera’ agli antichi orari a ridosso della mezzanotte, come da tradizione. Tornando invece all’agenda del Papa, oltre alla Messa del 24 dicembre alle 19.30, appunto, nella Basilica di San Pietro, e’ prevista la mattina di sabato 25 dicembre, alle ore 12, la tradizionale Benedizione “Urbi et Orbi”. Non e’ ancora indicato il luogo e dunque non e’ certo se si tornera’ alla celebrazione di questo momento in Piazza San Pietro, con il Papa affacciato alla Loggia delle benedizioni; l’appuntamento ogni anno era particolarmente affollato. L’anno scorso si tenne al chiuso, nell’Aula della Benedizione, con una partecipazione in presenza molto ristretta ma con circa 150 emittenti collegare all’evento.

Advertisement

Corona Virus

A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

Pubblicato

del

“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

Continua a leggere

Corona Virus

Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

Pubblicato

del

Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

Continua a leggere

Corona Virus

Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

Pubblicato

del

Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto