Collegati con noi

Esteri

Per cosa diavolo sono morti i 53 militari italiani rimasti uccisi in Afghanistan?

Pubblicato

del

L’Italia è stata in Afghanistan per ben 20 anni. L’Esercito italiano ha perso in questa missione 53 militari italiani: 31 uccisi in azioni ostili, dieci in incidenti stradali, due di infarto, uno per un colpo partito accidentalmente durante il caricamento della propria arma, uno di malattia. I feriti sono stati 651. Per questa missione l’Italia ha speso quasi 9 miliardi di euro. Della missione Enduring freedom hanno fatto parte altri eserciti. Altri 29 Paesi hanno subito delle perdite.

Ecco un quadro preciso dei morti della coalizione in Afghanistan per Paese

Stati Uniti Stati Uniti: 2.178
Regno Unito Regno Unito: 448
Canada Canada: 157
Francia Francia: 88
Germania Germania: 54+3
Italia Italia: 53
Danimarca Danimarca: 43
Australia Australia: 40
Polonia Polonia: 38
Spagna Spagna: 35
Georgia Georgia: 27
Paesi Bassi Paesi Bassi: 25
Romania Romania: 23
Turchia Turchia: 14
Nuova Zelanda Nuova Zelanda: 11
Norvegia Norvegia: 10
Estonia Estonia: 9
Ungheria Ungheria: 7
Svezia Svezia: 5
Rep. Ceca Repubblica Ceca: 5
Lettonia Lettonia: 3
Slovacchia Slovacchia: 3
Finlandia Finlandia: 2
Giordania Giordania: 2
Portogallo Portogallo: 2
Corea del Sud Corea del Sud: 2
Albania Albania: 2
Belgio Belgio: 1
Lituania Lituania: 1
Montenegro Montenegro: 1

TOTALE: 3.232

Un giornale inglese si chiede “per cosa diavolo sono morti i nostri soldati?” E lo fa davanti alle immagini di decine di combattenti talebani che hanno preso il controllo del palazzo presidenziale e hanno dichiarato vittoria sul governo afghano. Almeno da quanto si vede nelle immagini trasmesse in televisione. “Il nostro Paese è stato liberato e i mujaheddin hanno vinto in Afghanistan”, ha detto un miliziano ad Al Jazeera dal palazzo. I combattenti hanno mostrato ai giornalisti le loro armi in un tour dell’edificio, che è stato preso dopo che il presidente Ashraf Ghani è fuggito dal Paese.  Al Jazeera, che sta diffondendo le immagini, ha spiegato che il palazzo presidenziale di Kabul è stato “consegnato” ai talebani. “Garantire Kabul è una responsabilità enorme. È diversa dalla città che abbiamo lasciato 20 anni fa”, ha riferito Al Jazeera, citando il funzionario talebano a palazzo. Il corrispondente di Al Jazeera al palazzo ha riferito che tre funzionari del governo afghano erano presenti per la “consegna” del palazzo ai talebani. Un funzionario della sicurezza talebana ha poi affermato che “non è stato versato sangue durante la consegna”.

Advertisement

Esteri

Abusi su bambini in case d’accoglienza, 355 arresti in Malesia

Pubblicato

del

La polizia malese ha annunciato l’arresto di 355 persone nell’ambito di un’inchiesta su centinaia di casi di bambini vittime di aggressioni fisiche e sessuali in case d’accoglienza in Malesia. L’ispettore generale della polizia, Razarudin Husain, ha spiegato che i sospetti sono stati fermati nel corso di un’operazione contro membri il gruppo Global Ikhwan Services and Business (Gisb) che gestisce le case e accusato di avere legami con la setta islamica Al-Arqam bandita dalle autorità nel 1994.

Continua a leggere

Esteri

Esercito Israele in sede Al Jazeera Ramallah, stop 45 giorni

Pubblicato

del

Militari dell’esercito israeliano hanno fatto irruzione nella sede di Ramallah di Al Jazeera per notificare la chiusura per 45 giorni. L’ingresso dei militari negli uffici della Cisgiordania è stato testimoniato in diretta dalla stessa emittente qatariota.

Continua a leggere

Esteri

Quad, preoccupati per situazione in Mar cinese meridionale

Pubblicato

del

I leader del Quad – Usa, Australia, Giappone e India – si dicono “seriamente preoccupati” per la situazione nel Mar cinese meridionale. Lo si legge nella dichiarazione conclusiva del summit ospitato da Joe Biden a Wilmington, in Delaware.

Joe Biden, il premier australiano Anthony Albanese, quello indiano Narendra Modi e il primo ministro giapponese Fumio Kishida si impegnano a sostenere “in maniera inequivocabile” il mantenimento “della pace e della stabilità nella regione dell’Indopacifico quale elemento indispensabile della sicurezza e della prosperità globali”, si legge ancora nella dichiarazione finale. I leader del Quad si oppongono “fermamente a qualsiasi azione destabilizzante o unilaterale che cerchi di cambiare lo status quo con la forza o la coercizione. Condannano i recenti lanci missilistici nella regione che violano le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ed esprimono seria preoccupazione per le recenti azioni pericolose e aggressive nel settore marittimo”.

“Cerchiamo una regione – affermano il presidente americano e i tre premier – in cui nessun Paese domina e nessun Paese è dominato, una regione in cui tutti i paesi siano liberi dalla coercizione e possano esercitare la propria influenza per determinare il proprio futuro. Siamo uniti nel nostro impegno a sostenere un sistema internazionale stabile e aperto, con un forte sostegno ai diritti umani, al principio di libertà, allo stato di diritto, ai valori democratici, alla sovranità e all’integrità territoriale, alla risoluzione pacifica delle controversie e al divieto della minaccia o l’uso della forza in conformità con il diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto