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Arsenal/Napoli è anche una gita a Londra, ecco che cosa si può visitare o vedere in un paio di giorni

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Una gita a Londra per seguire la squadra del cuore ma anche per fare un giro in una città in perenne movimento, sospesa tra il passato e la modernità, sul filo di una “Brexit” che forse non ci sarà mai ma che nel frattempo ha allargato ancora di più il divario tra le varie fasce sociali. La città del tè, della tradizione, della sperimentazione musicale. Insomma un’ immersione in un mondo variegato e interessante. Il giro non può che partire da Piccadilly Circus, per la guida  un “frenetico e famoso punto di ritrovo sotto giganti scritte al neon” in realtà molto di più. È una delle destinazioni turistiche più conosciute al mondo, dove si sente parlare ogni lingua. Un selfie davanti alla statua di Eros e poi si può partire per esplorare i dintorni. Da lì si arriva con pochi passi nella China Town di Londra dove il cibo è l’espressione di tanti Paesi del mondo non solo della Cina. Passeggiando lungo le strade affollate c’è il regno del tè, Twig e proprio di fronte uno store che è il paradiso dei bambini: M&M store. Qui si possono personalizzare le famose ‘lenticchie’ di cioccolato variopinte. E nella vetrina di fronte, sede della Lego, c’è una riproduzione montabile del Big Ben alta 4 metri.

A poca distanza si arriva nel Covent Garden, altro posto da non perdere: intorno all’antico mercato di frutta e verdura dove fino al tardo pomeriggio si trovano prodotti di artisti e stilisti locali, ci sono le stradine dello shopping, dove accanto a nomi come Penhaligon o Chanel, ci sono deliziose botteghe artigiane. Qui in piazza gli artisti di strada deliziano i turisti e spesso gli stessi londinesi. Di sera poi il Covent Garden si trasforma, le bancarelle spariscono e ci sono sedie e tavoli e si mangia e si beve. Ancora quattro passi per vedere uno spicchio di città di notte e poi si torna in albergo. E chi sceglie di non passare sottoterra con la metropolitana tocca con mano l’aspetto meno bello, più triste di una grande metropoli. La miseria. Con i senzatetto, tanti, che dormono in strada dove qualche mano pietosa ha portato loro delle tende canadesiper ripararsi dal freddo che qui è notevole anche ad aprile.

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Giudice sospende caso contro Trump per assalto al Capitol

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Tanya Chutkan, la giudice che supervisiona il caso contro Donald Trump per l’assalto al Capitol, ha accolto la richiesta del procuratore speciale Jack Smith di sospendere le procedure in corso e ha annullato tutte le scadenze pendenti nella fase pre-processuale. Un passo legato alla consolidata prassi del Dipartimento di Giustizia secondo cui un presidente in carica non può essere perseguito.

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Discussioni al Pentagono su come reagire a ordini illegali Trump

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Dirigenti del Pentagono stanno tenendo discussioni informali su cosa fare se Donald Trump dovesse dare un ordine illegale, come ad esempio dispiegare l’esercito internamente, e si stanno preparando all’eventualità che possa modificare le regole per poter licenziare numerosi funzionari pubblici di carriera. Lo riferisce la Cnn. Durante la campagna elettorale, Trump ha ventilato l’ipotesi di impiegare l’esercito contro i suoi nemici politici e anche per respingere i migranti al confine col Messico. La legge americana generalmente vieta l’impiego delle truppe attive per scopi di ordine pubblico. Esistono anche timori che possa smantellare il ruolo dei civili nel Pentagono e sostituire il personale licenziato con dipendenti scelti per la loro lealtà nei suoi confronti.

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Il futuro di Harris dopo la sconfitta

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Kamala Harris non pensa ancora al futuro. La ferita della sconfitta è ancora troppo fresca per consentirle di guardare avanti con lucidità. Ipotizzare la strada che intraprenderà, riferiscono amici e consiglieri, è prematuro ma la vicepresidente potrebbe avere varie opzioni fra cui scegliere una volta che i tempi saranno maturi. La possibilità che resti in politica è la più remota. Al momento anche solo pensare a una sua ricandidatura alle elezioni del 2028 appare un miraggio, considerata la facilità con cui Donald Trump ha vinto. Ma quattro anni in politica sono un’eternità e Harris ha accesso a una vasta rete di donatori che, se il mandato del presidente-eletto dovesse essere caotico, forse potrebbe sostenerla ancora nel cercare di realizzare il sogno di infrangere il soffitto di cristallo. Harris difficilmente – riporta il New York Times – potrebbe decidere di ricandidarsi per il Senato: i due senatori che rappresenteranno la California sono appena stati eletti ed è improbabile che lascino a breve. Nel suo stato Harris potrebbe aspirare a diventare governatrice, raccogliendo l’eredità di Gavin Newsom qualora decidesse, come si vocifera da tempo, di scendere in campo nel 2028.

Fra gli incarichi istituzionali c’è chi sogna che Joe Biden la nomini alla Corte Suprema prima del suo addio alla Casa Bianca. Un’ipotesi irrealizzabile visto che i democratici dovrebbero prima convincere la giudice Sonya Sotomayor a lasciare e poi premere sull’acceleratore per confermare Harris prima del 20 gennaio. Le ipotesi che, al momento, sono le più accreditate fra i sui alleati sono il settore privato, anche nei panni di lobbista, o l’ingresso in un think tank dove avrebbe la possibilità di portare avanti le sue cause senza le restrizioni imposte dal ruolo di vicepresidente di Biden. Harris potrebbe optare anche per scrivere un libro, sulla scia di quanto fatto da Hillary Clinton nel 2016 dopo la sconfitta contro Donald Trump. Quello che appare certo è che la vicepresidente, trascorsi questi ultimi 70 giorni alla Casa Bianca, si prenderà del tempo per sé stessa e per riflettere sulle sue prossime mosse fra passeggiate e cibo non consumato in aereo. Poco prima del voto, per l’esattezza il 27 ottobre, Harris aveva infatti chiarito che fra i suoi piani post-elezioni ci sarebbe stato “ingrassare qualche chilo”. “Mi stanno consumando”, aveva scherzato ignara di quello che l’avrebbe attesa solo qualche giorno dopo.

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