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“#People, Prima le persone”, il sindaco Beppe Sala sfila con 200mila persone a Milano contro il razzismo

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Quando la testa del corteo arriva in piazza Duomo, la coda non si è ancora mossa da porta Venezia: “Siamo oltre 200 mila” esultano dal palco improvvisato su un furgoncino gli organizzatori della manifestazione ‘People – prima le persone’. Secondo le stime più prudenti, sarebbero la metà le persone scese in corteo per chiedere un Paese “senza discriminazioni, senza muri, senza barriere”, come voleva l’appello lanciato dalle organizzazioni che hanno promosso l’appuntamento milanese. Si tratta comunque di una marea. Colorato e gioioso il corteo, è aperto da un centinaio di giovanissimi scout del Cngei che cantano ‘Bella ciao’, con il sindaco Giuseppe Sala, e le ‘mamme per la pelle’ arrivate da tutta Italia con i loro figli, tutti riuniti dietro lo striscione “il mondo che vogliamo è una storia a colori”. E poi, subito dietro, la nave di 9 metri, ecologica e solidale, di Saving Humans, con la scritta “Zero sbarchi, 6 morti al giorno. Nel Mediterraneo annega l’Europa”. E il carro, il più colorato di tutti, dei Sentinelli: “Siamo qui non solo perche’ non ci piace cio’ che succede – dice il portavoce Luca Paladini – ma anche per mostrare un’altra idea di come si puo’ stare insieme. A noi interessano le persone non gli slogan e ci interessano al di la’ dell’orientamento sessuale, delle condizioni di salute e del colore della pelle”. E la gente, tantissima gente: famiglie con bambini che lanciano coriandoli, uomini con cartelli con scritto ‘Volemose bene’, ragazzi che ballano sulle note di ‘People have the power’ e sfilano dietro striscioni come ‘Voi servi della paura, noi cittadini del mondo’. E i politici, a partire dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che in piazza Duomo sale sul furgone dell’organizzazione per rivolgersi ai manifestanti: “Non posso fare a meno di dire grazie di essere qua, la politica si fa in tanti modi, ma non lasciatela solo ai politici, fatela voi”. “Voi siete una poderosa testimonianza politica che l’Italia – sottolinea – non è solo il Paese che viene descritto. Da qui, da Milano può ripartire un’idea diversa di Italia”.

Gli fa eco il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, accolto come una rockstar: “Questa piazza non e’ per mandare un messaggio a Salvini, ma al Paese. C’è un paese che chiede di partecipare e di cambiare le politiche economiche”. Anche per lui “questa piazza va oltre la sinistra è una piazza che chiede l’unita’ sociale per riconoscere il lavoro come fondamento di questo Paese”. Sfilano insieme i candidati alle primarie del Pd Nicola Zingaretti e Maurizio Martina. “Abbiamo bisogno delle persone e di tornare alle persone” dice Zingaretti, per lui è da manifestazioni come questa che va “ricostruita la sinistra”. “Questa piazza – sottolinea Martina – ci chiede unita’ e apertura e noi non dobbiamo assolutamente deluderla”. A chi le chiede un commento sulle politiche di Salvini, l’ex presidente della Camera Laura Boldrini evita di rispondere perchè “non voglio rovinare questa giornata. Questa piazza merita il meglio, c’e’ un’Italia che ama essere aperta”. “Spero che da questa piazza strapiena – aggiunge Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana – parta una riscossa civile contro il razzismo sdoganato dal linguaggio truce dei potenti di questo Paese”. In corteo anche l’ex sindaco Giuliano Pisapia, il segretario generale aggiunto CISL Luigi Sbarra e il segretario generale UIL Carmelo Barbagallo. E poi volti della cultura e dello spettacolo come Roberto Vecchioni, Lella Costa, Claudio Bisio e Ornella Vanoni. Mentre la foto di piazza Duomo gremita rimbalza sui social, i partecipanti disegnano dei cuori con le mani alzate verso il cielo e ballano con dj Simon Samaki Osagie, inventore a Londra dei balli di strada antirazzisti.

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Uccisa nel Casertano, Cassazione annulla ergastolo per il marito

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La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna all’ergastolo pronunciata dalla Corte di assise di appello di Napoli nei confronti del 42enne Michele Marotta, accusato dell’omicidio della moglie, Maria Tedesco, 33 anni, commesso a San Felice a Cancello (Caserta) l’11 novembre del 2020. La Suprema Corte, nonostante il diverso avviso del procuratore generale, ha accolto il motivo di ricorso presentato dal difensore di Marotta, l’avvocato Dario Vannetiello, annullando senza rinvio la pena del carcere a vita, e rideterminandola in 26 anni e mezzo di reclusione. In primo grado la Corte d’Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere – era il 21 febbraio 2022 – aveva inflitto a Marotta proprio la pena di 26 anni e mezzo per omicidio aggravato dalla crudeltà, dai futili motivi e dalla premeditazione, poi però la procura sammaritana fece ricorso e la Corte d’Assise d’Appello di Napoli comminò l’ergastolo.

Oggi la Cassazione è tornata dunque alla prima condanna, e determinante nella decisione di annullare la sentenza di secondo grado è stato un cavillo giuridico scoperto dal legale di Marotta; l’impugnazione del pm, accolta in appello, avrebbe dovuto infatti essere dichiarata inammissibile perché il pubblico ministero non avrebbe potuto impugnare la sentenza emessa in primo grado nel punto in cui riteneva equivalenti le attenuanti generiche con le aggravanti contestate. Marotta uccise la moglie in una stradina sterrata di Cancello Scalo, frazione di San Felice a Cancello, sparandole sei colpi di pistola da distanza ravvicinata.

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Investimento a Lido di Camaiore, automobilista arrestata

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È finita agli arresti domiciliari, con l’accusa di omicidio stradale plurimo e lesioni gravissime, la donna che ieri ha investito con una Mercedes Gla a Lido di Camaiore (Lucca) sei persone, tra cui due giovani tedesche, entrambe decedute; Jasmine Bousnina avrebbe compiuto 19 anni fra un mese, mentre Elis Donmez avrebbe compiuto 18 anni domenica prossima. La polizia stradale e la procura di Lucca stanno conducendo gli accertamenti per chiarire come sia potuto accadere un incidente così grave. La donna alla guida dell’auto, Katia Pereira Da Silva, 44enne brasiliana che vive a Viareggio, è risultata negativa agli accertamenti per verificare se fosse alla guida in stato di ebbrezza o avesse assunto stupefacenti.

Andava certo a una velocità “molto elevata” lungo la via Italica, come specificato in una nota firmata dal procuratore Domenico Manzione, nella quale però non si fanno ipotesi specifiche sul perchè, dopo aver investito le due vittime e una loro amica all’altezza dell’incrocio con via Roma Capitale, salendo con l’auto sul marciapiede, la conducente abbia poi proseguito “la marcia per circa 250 metri, senza fermarsi e senza ridurre la velocita, andando prima ad impattare contro” un “palo del semaforo che abbatteva, quindi travolgendo altri tre pedoni per poi concludere la propria corsa quando urtava due veicoli in sosta”. Secondo quanto poi appreso sembra che l’auto, dopo aver investito le tre ragazze, avrebbe proseguito lungo la strada per poi risalire sul marciapiede, urtando poi il palo e investendo le altre tre persone, tutte di nazionalità francese. Nell’immediatezza la 44enne sarebbe apparsa in stato confusionale e avrebbe detto di non esserci accorta di nulla.

Con lei sulla Mercedes, auto che sarebbe stata presa a noleggio e ora è sottoposta a sequestro, viaggiava un’altra donna a sua volta finita in ospedale. L’unica illesa nell’incidente la 44enne: in ospedale è stata portata per gli esami tossicologici. Dei feriti portati in ospedale, si spiega dagli inquirenti, “due sono stati dimessi in mattinata, mentre altri tre sono ancora ricoverati ma, al momento, non sono in pericolo di vita”. Oggi qualcuno ha lasciato dei fiori nel luogo dove sono morte le due giovani tedesche, che facevano parte di una scolaresca proveniente da Duisburg, alloggiata in un hotel del Lido di Camaiore da dove la comitiva è ripartita stamani. In ricordo delle due ragazze domani a Camaiore sarà lutto cittadino: gli uffici comunali si fermeranno alle 12 per un minuto di silenzio con invito ad attività e comunità a fare altrettanto. Lo ha deciso il sindaco Marcello Pierucci che questo pomeriggio ha reso noto di voler contattare il primo cittadino di Duisburg “per esprimere il cordoglio e le condoglianze da parte di tutta la città”.

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Deteneva 12 kg droga, armi e munizioni, arrestato 32enne di Acerra a Lecce

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Più di dodici chili di droga, hashish, marijuana e cocaina, tre pistole pronte all’uso, centinaia di proiettili, una lanciarazzi e circa 5mila euro in contanti ritenuti il provento dello spaccio. È questo il bilancio del sequestro effettuato nel corso di una operazione messa a segno dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, che hanno arrestato un pregiudicato 32enne della zona. L’uomo, Antonio Baldassarre 32enne di Acerra (Napoli) ma residente a Lecce, aveva nascosto l’ingente quantitativo di droga e le armi all’interno di due garage nella sua disponibilità. Il nervosismo mostrato durante il controllo ha insospettito i militari. Dopo aver consegnato ai carabinieri un sacchetto contenente 2 kg e mezzo di hashish occultato sotto il sellino della moto, i militari hanno fatto scattare la perquisizione nei due garage di pertinenza dove poi è stato scoperto l’ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.

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