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Pd spinge su coordinamento opposizioni, contattati con i 5s

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Le opposizioni attendono il governo alla prova dei fatti in Parlamento e il Pd insiste sulla necessità di un coordinamento da mettere in campo con l’avvio della legislatura. Nessun contatto per il momento tra i leader – si spiega dal Nazareno – ma si è avviata una interlocuzione con M5s a livello più basso. Nessun segnale di fumo, invece, dal Terzo Polo. Da capire – si sottolinea ancora dal Pd – anche il tipo di opposizione che gli altri intendono mettere in campo con Azione e più ancora Iv che sembra aver sposato per il momento la linea del ‘Wait and see..’ sul governo. “Mi auguro – sottolinea la capogruppo Dem in Senato Simona Malpezzi – che le opposizioni abbiano la capacità di lavorare in modo coordinato per proporre un modello alternativo a quello della destra”. Intanto domani il segretario Dem Enrico Letta interverrà in Aula per le dichiarazioni di voto sulla fiducia al nuovo governo. Dal lato M5s, nel frattempo, c’è da capire anche, a fronte di una posizione sempre fredda da parte di Giuseppe Conte – atteso domani in Aula per il suo primo intervento da deputato – sulla questione del coordinamento delle opposizioni, se ci sarà una linea indicata da Beppe Grillo. Il padre fondatore del movimento è infatti atteso a Roma per un incontro con i parlamentari neo-eletti e potrebbe a breve incontrare anche l’ex premier. Nel frattempo, a tener banco, c’è anche il nodo delle commissioni di garanzia che, per prassi, spettano all’opposizione e va capito, anche qui, se resterà l’asse Dem-M5s che ha caratterizzato l’elezione dei vicepresidenti delle Camere. Se così fosse il Copasir potrebbe avere una guida Pd (si fanno i nomi di Enrico Borghi, Lorenzo Guerini e nelle ultime ore anche quello – non confermato dai vertici Dem – di Pier Ferdinando Casini) e la Vigilanza a M5s (si parla di Chiara Appendino). Il Terzo Polo, e in particolare l’area renziana, spinge per essere della partita ma i tempi sono, comunque, ancora lunghi visto che se ne parlerà, a conti fatti, tra una quindicina di giorni. Altro tema di confronto è poi quello delle Regionali e anche qui i Dem guardano al campo largo e si propongono di interloquire con tutti. “Il campo larghissimo qui ha lavorato bene”, sottolinea l’assessore laziale M5s Roberta Lombardi mentre nei giorni scorsi qualche avvicinamento tra Dem e pentastellati si è registrato anche alla Regione Liguria. Intanto il Pd è anche alle prese con l’apertura della fase congressuale. Giovedì si terrà una segreteria del partito nella quale al Nazareno si illustrerà il doppio binario dell’azione parlamentare e della procedura congressuale. I componenti dell’attuale segreteria avranno, infatti, anche un ruolo di raccordo con l’attività parlamentare sui vari temi. Un’attività di opposizione che sarà fondamentale – secondo i Dem – in particolare in Senato considerato “ventre molle” per il governo. Il Pd avvierà, poi, a partire della direzione di venerdì la fase congressuale. “Non ci sarà un’accelerazione come taluno chiede – si spiega dal Nazareno – ma i tempi saranno congrui e per metà marzo potrà essere completato il percorso”. Anche oggi Stefano Bonaccini è tornato a sottolineare la necessità di fare in fretta per non rischiare di allontanarsi dai problemi che stanno a cuore ai cittadini. Il congresso, ha avvertito dal canto suo Dario Nardella, “non sia un regolamento di conti, altrimenti è la fine”.

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La versione di Conte: o il M5s resta progressista o avrà un altro leader

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“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi”. Così a Repubblica il leader del M5s Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza).

“Se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership – aggiunge – mi farei da parte. Si chiama coerenza. Se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”.

Sull’alleanza col Pd “la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sé un programma politico”. “Gli iscritti sono chiamati a decidere e hanno la possibilità di cambiare tante cose. Anche i quesiti sul garante (Grillo, ndr) sono stati decisi dalla base. Io non ho mai inteso alimentare questo scontro. Sono sinceramente dispiaciuto che in questi mesi abbia attaccato il Movimento. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea. Forse la sensazione di isolamento l’avverte chi pontifica dal divano vagheggiando un illusorio ritorno alle origini mentre ha rinunciato da tempo a votare e portare avanti il progetto del Movimento. L’ultimo giapponese rischia di essere lui, ponendosi in contrasto con la comunità”.

Sui risultati elettorali “in un contesto di forte astensionismo, sicuramente è il voto di opinione sui territori, non collegato a strutture di potere e logiche clientelari, ad essere maggiormente penalizzato. Dobbiamo tornare ad ascoltare i bisogni delle comunità locali. E poi c’è la formazione delle liste: dobbiamo sperimentare nuove modalità di reclutamento, senza cadere nelle logiche clientelari che aborriamo”.

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Alessandro Piana: “Perdono, ma non dimentico” – La fine di un incubo giudiziario

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Alessandro Piana (nella foto in evidenza), esponente della Lega e vicepresidente della Regione Liguria, tira un sospiro di sollievo dopo la conclusione di un’inchiesta giudiziaria che per oltre un anno lo ha visto al centro di pesanti sospetti. Accusato ingiustamente di coinvolgimento in un presunto giro di squillo e party con stupefacenti, Piana è stato ufficialmente escluso dall’elenco dei rinviati a giudizio, mettendo fine a un incubo personale e politico.


Un’accusa infondata che ha segnato una campagna elettorale

Alessandro Piana racconta di aver vissuto un periodo estremamente difficile, aggravato dalla tempistica dell’inchiesta, che ha coinciso con la campagna elettorale.

«L’indagine era chiusa da tempo, ma si è voluto attendere per renderne noto l’esito. Mi sarei aspettato maggiore attenzione, considerato il mio ruolo pubblico. Per mesi sono stato bersaglio di accuse infondate, che sui social si sono trasformate in attacchi personali».

Nonostante il clamore mediatico, Piana ha affrontato con determinazione la situazione, ricevendo il sostegno del partito e del leader regionale della Lega, Edoardo Rixi.


Le accuse e il chiarimento

Piana spiega di essere venuto a conoscenza del suo presunto coinvolgimento attraverso i media, vivendo quello che definisce un “incubo”:

«Ero al lavoro quando ho saputo del mio presunto coinvolgimento. Credevo fosse uno scherzo, invece era terribilmente vero».

L’esponente leghista si è immediatamente messo a disposizione della magistratura, fornendo tutte le prove necessarie per dimostrare la sua estraneità ai fatti:

«Non ero presente dove si sosteneva che fossi. Ero a casa mia, a 150 chilometri di distanza, con testimoni pronti a confermarlo. Non ho mai frequentato certi ambienti, nemmeno da giovane».

Secondo Piana, il suo nome sarebbe stato tirato in ballo per millanteria durante un’intercettazione telefonica che citava genericamente un “vicepresidente della Regione”.


Una vicenda che lascia il segno

Nonostante la sua assoluzione dai sospetti, Piana non nasconde l’amarezza per i danni subiti:

«Ho pagato un prezzo molto salato, gratuito e ingiusto. Per mesi sono stato additato come vizioso. Perdono chi ha sbagliato, ma non dimentico».

Il vicepresidente auspica che casi simili siano gestiti con maggiore rapidità in futuro, per evitare che accuse infondate possano danneggiare ingiustamente la reputazione di figure pubbliche.


Conclusione

La vicenda di Alessandro Piana solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra diritto di cronaca e tutela dell’immagine pubblica, in particolare quando si tratta di accuse che si rivelano infondate. Oggi, il vicepresidente della Regione Liguria guarda avanti con serenità, forte del sostegno ricevuto e con la determinazione di proseguire il suo impegno politico senza lasciarsi scoraggiare dagli eventi passati.

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Trasporti, De Luca: investito un miliardo per rinnovo parco bus

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Millequattrocento autobus nuovi sui 1.800 programmati, per un investimento di quasi un miliardo di euro, sono già in esercizio sulle tratte coperte da Air Campania. Il dato lo fornisce il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che oggi ha inaugurato ad Avellino la nuova sede dell’azienda interamente partecipata dalla Regione, con la consegna di cinque bus elettrici. “Un impegno enorme – ha sottolineato De Luca-: stiamo sostituendo l’intero parco dei mezzi pubblici, non soltanto per il trasporto su gomma, ma anche per quello ferroviario”. Su questo specifico settore, De Luca ha rimarcato lo “sforzo gigantesco” della regione: “Ora – ha aggiunto – attendiamo l’omologazione per la linea Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento per mettere in esercizio il nuovo treno che ci è stato appena consegnato. Su un altro fronte, abbiamo indetto un altro concorso e presto assumeremo 150 giovani”.

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