Una sentenza storica è stata emessa dal tribunale di Torre Annunziata, condannando l’Asl Napoli 3 Sud al pagamento di un risarcimento di 1 milione di euro agli eredi di una donna deceduta a seguito di un tragico errore medico nel presidio ospedaliero di Boscotrecase.
La tragedia risale al 9 luglio 2018, quando una donna di 67 anni, residente nell’area vesuviana, è caduta sotto la doccia di casa, riportando lesioni alle spalle e alla caviglia. Trasportata al pronto soccorso di Boscotrecase, i sanitari le hanno prescritto una cura per le lesioni ossee e l’hanno dimessa lo stesso giorno, senza riconoscere la gravità della situazione.
Come ha dichiarato l’avvocato Michele Francesco Sorrentino, che ha assistito la famiglia della vittima, gli operatori sanitari non hanno sospettato che a causa della caduta la donna avesse sviluppato un embolo, necessitante di trattamento con l’eparina.
Il giorno successivo, la donna continuava ad avvertire malessere e i familiari l’hanno riportata in ospedale, questa volta al Loreto Mare. Purtroppo, quando è arrivata al nosocomio napoletano, era già troppo tardi.
L’Asl Napoli 3 Sud ha dunque ricevuto l’ordine di liquidare la somma di 1 milione di euro agli eredi della vittima, autorizzando il prelievo delle risorse necessarie dal fondo rischi dell’anno in corso. Nonostante l’Asl avesse richiesto alla sua compagnia assicuratrice di coprire il danno, l’importo superava il massimale previsto dalla polizza.
Questa sentenza riporta l’attenzione sul problema della malasanità in Italia, con la Campania che, secondo un’indagine di Demoskopika, ha speso ben 18 milioni di euro nel 2020 per spese legali e risarcimenti, con una media di circa 1 milione di euro per ente e 3,13 euro pro-capite. La situazione non è migliore nelle altre regioni del Sud, con la Sicilia che spende 7,54 euro pro-capite, la Calabria 5,97 e la Puglia 4,54.
Ogni anno vengono istruite circa 300.000 cause contro medici e strutture sanitarie in Italia, con un numero spropositato di casi pendenti nei tribunali. Tuttavia, la stragrande maggioranza dei medici sotto inchiesta (97%) viene dichiarata innocente al termine delle indagini.
Il ministro della Salute ha annunciato l’intenzione di depenalizzare la responsabilità medica, ad eccezione dei casi di dolo, mantenendo solo quella civile. Le denunce di malasanità sono più frequenti al Sud e nelle isole, dove le strutture e il personale sanitario sono insufficienti, aumentando il rischio di errori umani.
Secondo Periplo Familiare, l’associazione per le vittime di errori medici in Italia, il 38,4% dei casi di malasanità avviene durante gli interventi chirurgici, seguiti dagli errori diagnostici (20,7%) e terapeutici (10,8%). Le infezioni ospedaliere rappresentano il 6,7% dei casi denunciati.
Questa sentenza dovrebbe fungere da campanello d’allarme per migliorare la qualità e la sicurezza dei servizi sanitari in Italia, garantendo che tragedie simili possano essere prevenute in futuro.