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Parla l’avvocato Anna Brancaccio: vi spiego perchè mi sono dimessa come consigliere dell’Ordine di Torre Annunziata

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Sette avvocati, tutti assieme, eletti nel Consiglio dell’Ordine, se ne vanno nel luglio del 2021. Dimissioni di massa. Motivazioni? Se ne vanno per protesta contro la “palude nella quale versa oramai da tempo il Consiglio ‘di mezzo’, attento soltanto alle strategie di palazzo per tirare avanti, ma incapace di intercettare ed attuare misure concrete in favore dell’avvocatura” scrivono i dimissionari. Scudisciate politiche. E non solo. Quel termine “Consiglio di mezzo”, però, è pesante. Ricorda storie italiche poco edificanti, e segnano una polemica al vetriolo tra chi se ne va sbattendo la porta e la presidente in carica dell’Ordine Luisa Liguoro. Lei, azzoppata, resiste. Procede subito con i subentri e va avanti.  Settimana scorsa la presidente del Coa finisce ancora nel mirino di un avvocato. Questa volta ad attaccarla frontalmente è Ciriaco Sammaria, delegato nazionale della Cassa Forense.  Con un esposto accusa la Liguoro di “incompatibilità con l’esercizio della professione forense”. Nel documento inviato al Consiglio Nazionale Forense, alla Cassa Nazionale di Previdenza, alla Commissione circondariale e anche al Consiglio dell’Ordine di Torre Annunziata, l’avvocato Sammaria scrive che la presidente Luisa Liguoro si troverebbe in una situazione di “grave illegittimità” per essere “stata assunta come insegnante di sostegno nell’Istituto Tilgher di Ercolano”, esercitando, argomenta il denunciante “un’attività di lavoro subordinato alle dipendenze dello Stato”. Tutto nero su bianco.

Palazzo di Giustizia. Torre annunziata

Sammaria sui giornali locali spiega che chi fa parte di un Ordine professionale non può svolgere una diversa attività, la presidente dell’ordine degli avvocati di Torre Annunziata non potrebbe,  scrive ancora Sammaria “restare iscritta all’albo degli avvocati, ne tantomeno mantenere la carica di presidente dell’Ordine o candidarsi a qualsiasi competizione elettorale, tra cui la prossima tornata per la Cassa Forense”. Ma non è finita. L’avvocato Liguoro, neo professoressa, resta sotto i riflettori. Alla Liguoro arriva un’altra pesante scudisciata. Questa volta a mettere nel mirino la presidente del Coa oplontino è la consigliere Anna Brancaccio, avvocato civilista e presidente dell’associazione forense “In Oltre”. L’avvocato Brancaccio in questi anni si è distinta nella professione non solo per le tante battaglie condotte come giurista sul fronte dell’ambiente ma anche per l’attenzione costante dimostrata verso i problemi della comunità in cui vive ed esercita la professione. Si ricordano l’organizzazione di convegni di formazione professionale sulla questione degli sfratti, la libertà di stampa, il gratuito patrocinio, la pandemia sanitaria che diventa pandemia sociale, la criminalità organizzata che fa affari inquinando acqua, terra e aria in Campania.
Proviamo a capire che cosa succede al Coa di Torre Annunziata parlandone proprio con Anna Brancaccio, consigliere dell’Ordine.
“Ex consigliere, prego. Qualche ora dopo aver protocollato le dimissioni, la presidente Liguoro ha proceduto alla mia sostituzione. Sotto questo profilo la presidente è velocissima. E bene fa” risponde subito Brancaccio.

Associazione “Forense In Oltre”. Una delle tante manifestazioni per la difesa dell’avvocatura nel distretto di Torre Annunziata

Avvocato Brancaccio, lei perchè si è dimessa?
Mi sono dimessa per legittima difesa. Una questione di dignità. Le riunioni del Coa, organismo democraticamente eletto, servivano a ratificare formalmente decisioni già discusse e approvate altrove.
Lo so che sono le stesse accuse di tanti altri consiglieri che prima di lei si sono dimessi?
Significa che c’è un problema. E questo dovrebbe segnalare alla presidente Liguoro che probabilmente il problema che deve comprendere è quello della democrazia nell’organismo che presiede. Però se lei non se ne accorge ancora che cosa possiamo farci? Noi glielo segnaliamo e siamo certi che prima o poi se ne accorgerà.
Che cosa ne pensa dell’esposto dell’avvocato Sammaria circa l’incompatibilità della Liguoro?
Davanti ad una denuncia circostanziata di un avvocato che peraltro esercita da tempo incarichi importanti in organismi professionali, dico che occorre aspettare. Ciò detto la Liguoro non può continuare a non cogliere questi segnali seri, non di insofferenza, ma denunce di scarso rispetto di regole. Mi riferisco alle dimissioni di una marea di consiglieri.
Qualcuno potrebbe dirle che il Coa delibera a maggioranza e lei fa parte della minoranza.
Guardi che lo sappiamo tutti che il COA delibera a maggioranza, ma non è l’unica cosa che conta. Dovrebbe contare anche l’opinione, magari non gradita, di chi ha idee diverse. Poi esiste il confronto. Non si va in un organismo forense per alzare la mano su questioni serie che riguardano tutti gli avvocati del distretto. Questi metodi, su questioni serie, a me non sono sembrati per niente piacevoli. E voglio usare un eufemismo. E poi c’è un’altra questione seria: la trasparenza delle discussioni e delle decisioni.
Che cosa intende dire?
Che le deliberazioni del Coa, quelle che vengono prese per alzata di mano con discussioni velocissime, si fa una fatica immane a trovarle e a leggerle sul sito istituzionale del Coa di Torre Annunziata.
 E così si istituiscono Fondazioni, si elargiscono premi, si concedono incarichi, si fanno nomine nel chiuso di una stanza, senza discussioni, senza mai chiamare in causa l’avvocatura tutta.

L’ex consigliera del Coa di Torre Annunziata. L’avvocato civilista Anna Brancaccio

 

Sì ma a maggioranza…
Ho capito. Ma la maggioranza non  è un moloch. Ripeto a lei quel che ho detto alla Liguoro e scritto nella lettera di dimissioni a tutti i consiglieri. Essere eletti in un organismo non significa aver ricevuto una cambiale in bianco e metterla all’incasso quando si vuole. Il Coa non è un cenacolo misterioso. Non funziona così. Molte delle decisioni importanti del Coa, soprattutto quelle che comportano spese per molti euro che pagano tutti gli avvocati, sarebbe cosa buona e giusta fossero più trasparenti. Questo Consiglio pare che volesse distinguersi perché vicino ai suoi iscritti: pubblicazione sul sito dei verbali delle adunanze consiliari, continuo invio di mail informative ivi comprese quelle con sui si è chiesto a tutti gli iscritti di manifestare la loro volontà di essere nominati quali membri delle commissioni di esami di abilitazione e quelle con cui si sono sollecitati tutti ad esprimere le loro doglianze in merito ai magistrati su cui il COA è stato chiamato ad esprimersi . Queste sono cose che il nostro Presidente pubblicizza. Dico pare perché a tutt’oggi molte di queste promesse sono rimaste delle speranze. In ogni caso io credo che noi avvocati abbiamo il diritto e il dovere di conoscere ciò che fa il Consiglio nel nostro stesso interesse.
Ci faccia qualche esempio.
Gliene faccio solo qualcuno  per semplicità. Ma ce ne sarebbero tanti.  Per esempio le nomine dei membri del Cda della Fondazione Enrico De Nicola, rispetto alla quale ho nutrito delle perplessità sin da subito. Perplessità che nutro ancora, semplicemente perché ritengo sia un duplicato di qualcosa che già esiste e che funziona alla perfezione. Mi riferisco alla scuola forense e, dunque, alla spesa superflua che grava su noi tutti in un momento delicato. È importante che l’avvocatura tutta ne prenda atto. Voglio sottolineare, per dissipare dubbi e evitare critiche  pretestuose che, a me come a tanti, non  importano i nomi purché si scelgano colleghi degni di rappresentarci negli organismi che contano, che hanno quel quid e quell’energia in grado di difendere la nostra categoria ormai lontana dagli albori di un tempo. Le persone si scelgono/nominano, a mio parere, in base a meriti o curriculum, previa discussione e scambio di pareri. Beh, ho avuto tutta un’altra impressione.
Quale impressione?
(L’avvocato sorride, ma è una smorfia di amarezza) L’impressione mia è che la votazione fosse in alcune occasioni solo una ratifica formale.
Torno a ripeterle che è la democrazia.
È vero. Ma io torno a ripeterle che la democrazia è una parola bellissima, nobile, non è però né scontata né eterna. Spesso viene utilizzata in malo modo. Come diceva Sciascia ognuno può appendere la bandiera della democrazia del colore che desidera. Purché non si trasformi in democratura, come dice un mio carissimo amico. La democrazia va difesa non per alzata di mano o annuendo ma attraverso la partecipazione. Perché la democrazia è partecipazione.
Giorgio Gaber diceva che “libertà è partecipazione”
Beh, quel brano di Gaber non è una canzonetta ma un manifesto ancora modernissimo di quanto la libertà è anche la misura della nostra dignità in questa società che si dice democratica.

Giornalista. Ho lavorato in Rai (Rai 1 e Rai 2) a "Cronache in Diretta", “Frontiere", "Uno Mattina" e "Più o Meno". Ho scritto per Panorama ed Economy, magazines del gruppo Mondadori. Sono stato caporedattore e tra i fondatori assieme al direttore Emilio Carelli e altri di Sky tg24. Ho scritto libri: "Monnezza di Stato", "Monnezzopoli", "i sogni dei bimbi di Scampia" e "La mafia è buona". Ho vinto il premio Siani, il premio cronista dell'anno e il premio Caponnetto.

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Morta Amelia Cortese Ardias, il cordoglio di Bassolino

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“La scomparsa della Cortese Ardias mi rattrista davvero. Amelia è stata una esponente liberale di primo piano, una donna delle istituzioni ed impegnata nella vita culturale e sociale”. Lo afferma in una nota Antonio Bassolino. “Mio padre – aggiunge l’ex sindaco di Napoli – era amico del marito. Le ho voluto molto bene e tra di noi vi sono sempre stati sentimenti di stima ed affetto. Un abbraccio ai familiari”.

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Torna il maltempo, allerta arancione in sei regioni

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Torma il maltempo e domani sarà allerta arancione in sei regioni e gialla in nove. Piogge e temporali, dalla serata di oggi, cadranno sulle regioni di Nord-Ovest e la Toscana, poi la perturbazione si estenderà nella giornata di domani al Nord-Est e in parte al Centro. Il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

I temporali da stasera riguarderanno la Liguria e poi, dalle prime ore di domani, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana, successivamente Lombardia, Veneto e, dal pomeriggio, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria e Lazio. Possibili anche locali grandinate e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per la giornata di domani allerta arancione per rischio temporali e idrogeologico su buona parte di Toscana, Emilia-Romagna Liguria, Veneto e Lombardia e su tutto il Friuli Venezia Giulia. Allerta gialla su resto di Toscana, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, oltre che su Umbria e parte di Sardegna, Marche e Piemonte.

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A cento anni gli rinnovano la patente a Ravenna

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Ha compiuto cento anni e ogni pomeriggio, insieme alla moglie Tebe, di quattro anni più giovane di lui, da Ravenna va al mare nella vicina Lido Adriano, guidando la sua auto. Potrà continuare a farlo ancora, perché Luciano Gulmini, che il 23 agosto ha festeggiato il fatidico traguardo del secolo di vita, nei giorni scorsi si è infatti visto rinnovare anche la patente per due anni, fino al 2026. Gulmini, ex dipendente di Cgil e Pci, qualche giorno prima è andato all’Aci, dove dopo l’esame della vista, dell’udito, un breve colloquio e una visita che ha certificato la sua abilità psico-fisica a guidare la macchina, si è visto infatti prorogare la validità della patente.

Guida una Lancia Y, comprata trent’anni fa, ma in perfetto stato. Che è il mezzo, appunto, che durante la stagione estiva porta i due coniugi ravennati al bagno Alessandro di Lido Adriano dove li aspettano i loro amici. Gulmini, come ha raccontato all’edizione ravennate del Resto del Carlino, è un guidatore esperto: per molti anni, insieme alla moglie, ha girato l’Europa, prima in Lambretta, poi sempre in macchina. La prima patente l’ha presa ormai 75 anni fa, per poter guidare una Lambretta, con la quale lui e la moglie hanno fatto vacanze anche fuori dai confini italiani. Nei primi anni Sessanta è arrivata la prima macchina, una Fiat 500 che li ha accompagnati in numerosi viaggi in tenda.

“Soprattutto – ha raccontato Luciano – nella ex Jugoslavia, dove all’epoca c’era il presidente Tito. L’abbiamo visitata per parecchi anni, siamo andati a Spalato, Dubrovnik, Mostar, Sarajevo, ma anche in tanti piccoli paesini, a contatto con la cultura degli altri. Ci è sempre piaciuto viaggiare, incontrare gente, lo abbiamo sempre fatto almeno per un mese all’anno”.

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