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Parigi 2024, Jacobs avanza senza show: sensazioni non ottime

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Riflettori puntati, ma partenza stentata. La regina delle gare irrompe alle Olimpiadi con Marcell Jacobs sulla pista violacea dello Stadio di Saint Denis a caccia della conferma del titolo vinto tre anni fa a Tokyo. Il primo passaggio ai Giochi di Parigi è senza show, una batteria corsa in 10″05, il secondo del gruppo, ma quanto basta per ritagliarsi un posto nelle semifinali. Ed è lì che l’azzurro di El Paso dovrà far girare le gambe al massimo, perché per entrare nella rosa degli otto più veloci il tempo visto nelle qualificazioni non basta certo. “Serve andare sotto 9″90” ammette Jacobs, che tra tattica e sensazioni reali ammette di non essersi sentito proprio al top.

“Non mi sono piaciuto, le sensazioni non sono state ottime, sono rimasto un po’ pesante, non sono andato come volevo, ma l’obiettivo era qualificarsi e domani è un altro giorno”, dice lo sprinter. Tanti sono andati meglio sul piano cronometrico: sotto i 10″ sono scesi tra gli altri, il britannico Louie Hinchliffe (9.98), il giamaicano Oblique Seville (9.99), gli americani Kenneth Bednarek e Fred Kerley (9.97 per entrambi), 10″ netto per l’altro giamaicano Kishane Thompson, mentre lo statunitense, tra i favoriti per la medaglia più preziosa, Noah Lyles, non è andato oltre il 10.04.

Jacobs però non abbassa le aspettative e le ambizioni restano inalterate: a Parigi l’olimpionico è venuto non per partecipare. “Dovevo conservare energie in vista di domani, quindi non mi sono spremuto troppo. Mi sento molto bene – ha sottolineato – spero di trovare le giuste sensazioni in pista quando servirà sul serio. Sono felice di essere qui, l’atmosfera è fantastica”. Insomma il primo assaggio di pista non doveva essere subito spettacolo: e infatti Jacobs, dopo il via contratto, ha dovuto rincorrere, ha provato a distendersi e comunque a chiudere in seconda posizione (passavano i primi tre di ciascuna batteria).

Alle semifinali accede anche l’altro azzurro Chituru Ali, avanti con 10″12: “Non esco convintissimo, non mi sono piaciuto alla partenza, ora vediamo due o tre cose per la semifinale” dice lo sprinter. E anche per Jacobs qualcosa è da rivedere: “Era una giornata così – aggiunge l’olimpionico – l’importante era qualificarsi. Gli avversari? Non sono riuscito a vederli, ora cercherò di capire a chi devo stare più attento. Sono carico, non sono qui solo per esserci, cercherò di regalare qualcosa non solo a me ma anche al pubblico”. Riflettori puntati a Saint Denis a tre anni dall’oro più prezioso dei Giochi che ha fatto grande Jacobs e l’Italia intera.

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Coppa Davis, Olanda in finale: Germania ko

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Tallon Griekspoor batte Jan-Lennard Struff per 7-6 5-7 6-4 e porta l’Olanda per la prima volta in finale di Coppa Davis. Il tennista “orange” ha conquistato il punto decisivo del 2-0 per la propria nazionale contro la Germania a Malaga. Nell’incontro precedente il connazionale Botic van de Zandschulp ha battuto il tedesco Daniel Altmaier. L’Olanda sfiderà in finale la vincente dell’altra semifinale tra l’Italia e l’Australia che è in programma domani.

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Juve in emergenza col Milan, Motta: “dovremo dare di più”

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L’emergenza in casa Juve non accenna a rientrare, anzi durante la pausa per le nazionali si è accentuata ancora di più. “Abbiamo perso Cabal per lungo tempo, a Milano mancheranno anche Bremer, Adzic, Nico Gonzalez, Douglas Luiz e Milik. E anche Vlahovic che non ci sarà”, il quadro degli assenti fatto da Thiago Motta, alla vigilia della sfida contro i rossoneri. “Mi dispiace per chi non ci sarà perché questa è una bellissima partita, vorrebbero giocarla tutti – aggiunge, in vista del big-match alla ‘Scala’ del calcio – e i privilegiati che scenderanno in campo daranno il massimo: cercheremo di portare la sfida dalla nostra parte, dovremo dare ancora di più per non far notare le assenze e ci metteremo massimo impegno e grande concentrazione”. Nonostante il suo forfait e i dubbi sul suo rientro.

“Non so ancora se Dusan ci sarà contro l’Aston Villa, lo vedremo nei prossimi giorni” la risposta di Thiago Motta, l’argomento più chiacchierato durante la conferenza è stato proprio Vlahovic: tutta colpa di quella uscita infelice di qualche giorno fa. “È più semplice per me giocare insieme ad un altro attaccante, perché quando presso e rincorro gli avversari poi rischio di arrivare stanco e meno lucido in fase di finalizzazione” le parole finite nel mirino della critica. E sono arrivate anche dalle parti della Continassa, come conferma lo stesso allenatore: “Abbiamo parlato, siamo d’accordo ed è la cosa più importante – il retroscena raccontato da Thiago Motta – perché tutti i miei giocatori sanno cosa dobbiamo fare e so che lo faranno, sia in fase difensiva sia in quella offensiva: si tratta di un obbligo e un dovere, non è un’opzione”.

Chiusa la querelle, si apre il dilemma della prima punta: chi sarà il riferimento offensivo della Juve a San Siro? “Tutti i ragazzi hanno caratteristiche diverse, al di là di attaccanti centrali o centrocampisti, e questa è una cosa interessante – afferma il tecnico – perché danno alternative e soluzioni diverse, sarà così anche a Milano”.

L’idea è quella di alternare Weah e Yildiz tra la zona centrale e le corsie esterne, anche per non dare punti di riferimento alla difesa del Milan. E soprattutto l’americano è in un periodo di forma impressionante: “Mi piace tutto quello che fa, oltre ovviamente ai gol, ed è un giocatore interessante perché aiuta, è generoso, responsabile, capisce di cosa ha bisogno la squadra, quali sono le consegne, cosa chiediamo – i complimenti per l’ex Lille – e siamo contenti che sia con noi, che sia in forma, che dia il suo contributo sia dall’inizio che a partita in corso”. In difesa ci saranno Gatti e Kalulu, il francese tornerà da ex ad affrontare il Milan: “La cosa più importante è che lui è sempre voluto venire, dal primo giorno che è arrivato si è messo sempre a disposizione del gruppo – dice di lui Thiago Motta – ed è anche leader a modo suo: parla poco, ma lo fa nel modo giusto e non deve cambiare nulla in lui”. Infine, c’è spazio per una battuta sul tennis: “Non so chi sia il Sinner della Juve, non mi piace proprio fare paragoni – conclude il tecnico – poi Jannik è un fenomeno del tennis e dello sport: gli auguro di continuare così la sua carriera eccezionale”.

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Premio Speciale al Maraduno 2024: Angelo Pisani, l’avvocato della Leggenda di Maradona

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Il Maraduno 2024, evento dedicato all’immortale Diego Armando Maradona, celebrerà una figura chiave nella storia recente del Pibe de Oro: l’avvocato Angelo Pisani, colui che ha restituito giustizia e onore alla leggenda del calcio. Durante la manifestazione, che si terrà il 24 novembre 2024 presso l’Edenlandia di Napoli, Pisani riceverà un Premio Speciale per il suo straordinario contributo nella difesa legale di Maradona.

Un gesto di amore e giustizia per Maradona

Angelo Pisani è stato l’artefice dell’assoluzione di Maradona dall’ingiusta accusa fiscale che per anni ha gravato sulla sua figura. Un successo legale che va oltre le aule di tribunale, diventando un gesto simbolico per Napoli e per tutti coloro che vedono in Maradona non solo un calciatore, ma un eroe che ha donato sogni e orgoglio al popolo partenopeo.

Grazie alla sua competenza, determinazione e al profondo legame con la figura di Diego, Pisani ha difeso non solo il mito del campione, ma anche l’onore di un’intera città.

Il tributo del Maraduno 2024

Il riconoscimento assegnato ad Angelo Pisani durante il Maraduno 2024 celebra non solo il successo legale che ha liberato Maradona da ogni ombra, ma anche il suo impegno nel preservare la memoria e la dignità di una figura che continua a ispirare generazioni.

“Grazie, Avvocato Pisani, per aver difeso un pezzo del cuore di Napoli. La tua passione e tenacia hanno reso la figura di Diego ancora più grande e libera da ingiustizie”, è il messaggio che accompagna il tributo.

Un momento emozionante per Napoli e i fan di Maradona

Il Premio Speciale a Pisani rappresenta uno dei momenti più significativi del Maraduno 2024, una giornata di festa, memoria e celebrazione del legame unico tra Diego e Napoli. L’evento sottolinea come la figura di Maradona sia molto più di un simbolo sportivo: è un patrimonio culturale e umano che Napoli custodisce con orgoglio.

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