“Distribuire la ricchezza comune, perche’ non capiti che proprio chi ha piu’ bisogno di soccorso ne resti privo”. Elabora un concetto fondamentale di giustizia sociale – al centro anche dei dettami della Dottrina sociale della Chiesa – papa Francesco nell’udienza di stamane in Sala Nervi all’Istituto Serafico di Assisi per i suoi 150 anni. Il Pontefice parte dalla considerazione che “siamo davvero legati da un vincolo di fraternita’, come ho ribadito nell’Enciclica Fratelli tutti, che ho voluto firmare ad Assisi”. “Occorre pertanto – e’ il suo richiamo – che di questo principio si prenda piena coscienza e se ne sviluppino le conseguenze, anche quando si tratta di distribuire la ricchezza comune, perche’ non capiti che proprio chi ha piu’ bisogno di soccorso ne resti privo”. Francesco rivolge il suo appello alla politica, all’economia, alle istituzioni, ai quadri intermedi della societa’: e lo fa anche puntando il dito contro “quella ‘cultura dello scarto’ che fa concentrare la ricchezza nelle mani di pochi, mentre tanti restano ai margini, percepiti come un peso, a stento degnati di un’elemosina”. E guardando all’Istituto Serafico di Assisi, che si occupa di assistenza a giovani disabili, il Papa dice di pensare “a tante strutture che svolgono, come voi, questo servizio, e talvolta fanno fatica a sopravvivere o a rendere al meglio le loro prestazioni”. “Certamente non si puo’ pretendere tutto dagli organi pubblici – ammette -. E’ necessaria la solidarieta’ di tante persone, come avviene per i vostri benefattori. Il Signore li benedica per il loro buon cuore”. “Ma lo Stato e la pubblica amministrazione devono fare la loro parte – avverte -. Non si possono lasciare sole tante famiglie costrette a lottare per sostenere dei ragazzi in difficolta’, con la grande preoccupazione del futuro che li attende quando non potranno piu’ seguirli”. Il tema disabilita’ e’ il cuore del discorso del Papa. “Ogni persona umana e’ preziosa, ha un valore che non dipende da quello che ha o dalle sue abilita’, ma dal semplice fatto che e’ persona, immagine di Dio”, osserva. “Se la disabilita’ o la malattia rendono la vita piu’ difficile, questa non e’ meno degna di essere vissuta, e vissuta fino in fondo. Del resto, chi di noi non ha dei limiti, e non va incontro, prima o poi, a delle limitazioni anche gravi?”, chiede Bergoglio. “E’ importante guardare al disabile come a uno di noi, che deve stare al centro della nostra cura e della nostra premura, e anche al centro dell’attenzione di tutti e della politica. E’ un obiettivo di civilta’”, afferma. Francesco ricorda la visita che fece nel 2013 all’Istituto e ai ragazzi assistiti, durante il suo primo pellegrinaggio ad Assisi. Ma la chiusura e’ ancora nel campo dell’equita’ e della solidarieta’. “Nel vostro Istituto si e’ anche sviluppata una scuola socio-politica, per stimolare la societa’ a ripensarsi a partire dagli ultimi”, conclude. Essa “si inserisce bene nel quadro dell’iniziativa Economy of Francesco, contribuendo a rinnovare l’economia nella giustizia e nella solidarieta’”.