L’ombra del sanguinario capo della Nuova Camorra Organizzata (NCO), Raffaele Cutolo, sembra ancora gravare pesantemente su Ottaviano, nonostante i tentativi delle amministrazioni comunali degli ultimi decenni di cancellarne il ricordo. Don Raffaele, il “professore” e “vesuviano”, è una figura controversa, la cui fama è stata persino immortalata nel celebre film di Giuseppe Tornatore, Il Camorrista. Nonostante gli sforzi delle autorità per eliminare il legame tra Cutolo e il territorio, il fascino di questo personaggio sembra ancora attrarre una parte della popolazione locale.
Le amministrazioni comunali, inclusa quella attuale, hanno cercato di cancellare persino la consuetudine di riferirsi al magnifico Palazzo Mediceo, ora sede del Parco Nazionale del Vesuvio, come “il Castello di Cutolo”. Il palazzo, acquisito dal patrimonio comunale, è oggi uno scenario di numerose manifestazioni culturali e iniziative a favore della legalità. Tuttavia, il recente episodio di un utente sui social che ha postato una foto accanto alla tomba di Cutolo, accompagnata dalla didascalia “Uomo d’onore, è un santo”, ha riacceso polemiche e riportato alla luce vecchi fantasmi.
La polemica social e l’indignazione di Borrelli
Il post, corredato da commenti che definivano Cutolo un “santo” e un “uomo d’onore”, ha suscitato un’ondata di indignazione, spingendo il parlamentare di Europa Verde, Francesco Borrelli, a intervenire. Borrelli, già promotore di una proposta di legge per introdurre il reato di apologia mafiosa, ha condannato duramente il post e la celebrazione del boss. “La parola ‘onore’ è stata completamente trasfigurata”, ha dichiarato il deputato. “Nel contesto mafioso, i valori morali sono sostituiti da quelli legati all’omertà e alla violenza. In assenza di una forte presenza culturale e dello Stato, c’è il rischio che certi disvalori vengano interiorizzati e idolatrati”.
Borrelli ha quindi ribadito l’importanza della sua proposta di legge contro l’apologia mafiosa, definendola “fondamentale” per combattere questo tipo di celebrazione del crimine organizzato, che continua a essere un problema sociale e culturale.
La risposta del sindaco di Ottaviano
Alle polemiche sollevate sui social è seguito l’intervento del sindaco di Ottaviano, Biagio Simonetti, che ha scelto di rispondere con fermezza. “Chiunque provi nostalgia per quei tempi è, senza mezzi termini, lo scemo del paese”, ha scritto Simonetti sui suoi canali social, aggiungendo che Ottaviano è impegnata in un processo di riqualificazione culturale e che non si può perdere tempo con chi rimpiange quei momenti bui della storia.
Le parole del sindaco non sono passate inosservate e hanno provocato la reazione della vedova di Cutolo, Immacolata Iacone, che ha chiesto che suo marito venga lasciato riposare in pace, definendo le polemiche come “sciacallaggio mediatico”. “È una storia passata”, ha dichiarato, invitando le istituzioni a concentrarsi sui giovani della città.
La ferma posizione di Borrelli
Borrelli ha risposto alle parole della vedova di Cutolo con altrettanta durezza. “Non è una storia passata, ma una vergogna recente”, ha dichiarato. Il parlamentare ha elogiato il sindaco di Ottaviano per la sua posizione chiara e netta contro l’idolatria di un criminale che, invece di proteggere i giovani, li arruolava per commettere crimini efferati. “Le vittime del boss Cutolo non riposano in pace”, ha concluso Borrelli, ribadendo l’importanza di non fare passi indietro nella lotta contro la camorra, vecchia e nuova.
Il futuro di Ottaviano
Mentre la polemica si spegne, la tomba di Cutolo rimane lì, accanto a quella del figlio Roberto, assassinato nel 1990, e a quella del suo storico nemico, Mario Fabbrocino. Il futuro di Ottaviano e la sua rinascita culturale dipendono dalla capacità di superare definitivamente l’eredità pesante lasciata dal capo della NCO, promuovendo una cultura di legalità e rispetto delle istituzioni.