E’ la Pasqua con misure restrittive anti-Covid il primo, vero terreno di scontro per la maggioranza che sostiene il governo Draghi, con Nicola Zingaretti contro Matteo Salvini, mentre zone rosse si profilano da sabato nelle province di Pistoia e Siena e arancione scuro in quella di Bologna. E anche a Brescia la situazione dei contagi resta critica: gli ospedali sono vicini al collasso e stanno mandando alcuni pazienti in altre strutture della regione, come a Bergamo e a Cremona. L’Italia si colora ormai di rosso e arancione scuro a macchia di Leopardo, secondo la maggiore incidenza del Covid e soprattutto delle sue varianti. Cosi’, e’ da ieri rossa Cecina, nel Livornese. Lo sono da alcuni giorni quattro Comuni nel Lazio: Colleferro, Carpineto Romano in provincia di Roma, Torrice (Frosinone), Roccagorga (Latina). In Alto Adige e’ stata superata la soglia critica per le terapie intensive a Bolzano e a Trento. In Basilicata sono in aumento i casi e l’Rt, la Regione rischia di finire arancione. In Sardegna e’ zona rossa a San Teodoro. In Molise si registra un balzo di positivi: c’e’ stato un sopralluogo di militari per allestire terapie intensive di emergenza. In Piemonte l’Rt e’ sopra 1, la Regione va verso l’arancione e l’inasprimento delle misure. A Pescara, dilaga la variante inglese. e’ record di contagi. “Mi rifiuto di pensare ad altre settimane e altri mesi, addirittura di chiusura e di paura – attacca Salvini -. Se ci sono situazioni locali a rischio, si intervenga a livello locale. Pero’ parlare gia’ oggi di una Pasqua chiusi in casa non mi sembra rispettoso degli italiani”. Replica Zingaretti: “Vedo che sulla pandemia Salvini purtroppo continua a sbagliare e rischia di portare fuori strada l’Italia. Buon senso e coerenza e’ avere una linea indicata dal Governo e rispettarla. Cosi’ si sta in una maggioranza e si danno certezze alle persone”. Scintille sulla linea del rigore confermata dal nuovo premier, mentre si delineano aperture alle Regioni nel metodo se non nel merito. Le ordinanze del ministro della Sanita’ sui colori dei territori, in seguito al monitoraggio del venerdi’, d’ora in poi entreranno in vigore il lunedi’ e non la domenica: lo promette la ministra delle Autonomie Mariastella Gelmini in un vertice con gli Enti locali. Cio’ per evitare il caos – e le perdite economiche – di ristoranti e bar aperti un giorno su due nel weekend (che costituisce l’80% del fatturato settimanale secondo Coldiretti). Nella riunione Gelmini e il ministro della Salute Roberto Speranza hanno assicurato un’altra novita’: la bozza del nuovo Decreto del presidente del Consiglio, in vigore dal 6 marzo, sara’ mandata domani ai governatori, dunque in notevole anticipo sulla scadenza di quello attuale. Un gesto di apertura alle Regioni, che hanno chiesto a piu’ riprese di evitare decisioni ‘last minute’ con l”effetto sci’, impianti pronti a riaprire stoppati la sera prima. “Per rendere piu’ agevole la programmazione delle attivita’ economiche, le chiusure non entreranno piu’ in vigore di domenica ma di lunedi’”, sintetizza Gelmini, che parla anche del sistema delle fasce. “Verra’ mantenuto – dice -. Finora e’ stato scongiurato un lockdown generalizzato e questo deve essere l’obiettivo principale anche per i prossimi mesi”. Anche perche’, pur prevedendo delle modifiche ai parametri, come chiesto dalle Regioni specie per l’Rt, “un modello alternativo ad oggi non c’e'” e se ne parlera’ semmai in un tavolo tecnico. Rinviando al Comitato tecnico scientifico (Cts) il tema spinoso della chiusura delle scuole per vaccinare i docenti – come chiedono quasi tutti i governatori -, la ministra nota una “contraddizione nella richiesta di scuole chiuse e attivita’ economiche aperte” da parte delle Regioni. Gelmini parla quindi di “una graduale riapertura dei luoghi di cultura, con misure di sicurezza adeguate, superato il mese di marzo”. Domani il Cts si pronuncera’ sul protocollo del ministro Dario Franceschini, che chiede di riaprire cinema, musei e teatri dal 27 marzo: gli esperti ribadiranno che dipendera’ dall’andamento della curva dei contagi. Reduci dal ridimensionamento della Corte Costituzionale, secondo cui spetta allo Stato, non alle Regioni, determinare le misure di contrasto della pandemia, i governatori con Stefano Bonaccini vedono “prime risposte positive” del governo. Ma ora “occorre una decisa accelerazione sul piano vaccini, una revisione dei criteri per l’assegnazione delle fasce e una valutazione preventiva sull’impatto delle varianti”, aggiunge. Ma intanto la variante inglese produce zone scure sempre piu’ numerose.