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Cronache

Operazione contro la criminalità organizzata a Milano: coinvolte tifoserie ultras di Inter e Milan

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Le forze dell’ordine italiane hanno avviato una massiccia operazione contro la criminalità organizzata a Milano, con l’esecuzione di numerosi provvedimenti cautelari e perquisizioni. L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano, coinvolge agenti del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, della Squadra Mobile e della S.I.SCO, con il supporto della Guardia di Finanza e del Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata (SCICO).

Dalle prime ore del mattino, gli agenti stanno procedendo con l’arresto di numerosi individui, sospettati di far parte di un’organizzazione criminale legata al mondo delle tifoserie ultras di Inter e Milan. Le accuse vanno dall’associazione per delinquere, con l’aggravante del metodo mafioso, a reati come estorsione e lesioni. Questi crimini sarebbero connessi a un lucroso giro d’affari che ruota attorno al contesto calcistico.

L’operazione è il risultato di mesi di indagini portate avanti dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano. Oltre agli agenti della Polizia di Stato, stanno partecipando attivamente all’operazione anche il Nucleo Polizia Economico Finanziaria di Milano (GICO) e il SCICO della Guardia di Finanza.

Sebbene i dettagli dell’operazione non siano ancora del tutto chiari, è stato reso noto che la maggior parte degli indagati è riconducibile agli ambienti delle tifoserie organizzate di Inter e Milan. La conferenza stampa, prevista per le ore 11:30 presso gli uffici della Procura della Repubblica di Milano, fornirà ulteriori informazioni. Interverranno il Procuratore Nazionale Antimafia Giovanni Melillo, il Procuratore di Milano Marcello Viola, il Questore di Milano Bruno Megale, e altre figure di spicco delle forze dell’ordine coinvolte nell’operazione.

L’operazione rappresenta un colpo significativo contro la criminalità organizzata che si infiltra nel mondo del calcio, sfruttando le tifoserie per attività illegali. Questo intervento dimostra ancora una volta l’impegno delle autorità italiane nel combattere le infiltrazioni mafiose e la criminalità nelle realtà sportive.

 

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Affitti brevi, oltre 190mila strutture hanno chiesto il Codice

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A quasi un mese dall’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (Cin), sono oltre 190mila le strutture che si sono registrate sulla Banca Dati Strutture Ricettive (Bdsr) e hanno ottenuto il codice rilasciato dalla piattaforma digitale del Ministero del Turismo. “Ma al di là del numero di Cin fin qui rilasciati – sottolinea la ministra Daniela Santanchè a ‘Il Messaggero’ – vorrei porre l’attenzione, soprattutto, sul numero di strutture ricettive registrate sulla Bdsr, che ha raggiunto un livello rilevante, superando quota 500mila.

Un risultato importante che rappresenta la banca dati reale del settore, includendo quelle aziende che in precedenza non erano censite. Questo numero, quindi, comprende anche il sommerso, evidenziando la nascita di nuove imprese del comparto del ricettivo che non erano state dichiarate. Un messaggio chiaro contro l’illegalità, a favore della trasparenza, che è poi tra gli obiettivi prioritari del nuovo quadro normativo”. “Infine, per garantire una transizione più efficace e supportare le imprese nel passaggio alle nuove disposizioni, il ministero sta valutando la possibilità di prorogare a gennaio 2025 i termini per l’adeguamento, anche al fine di evitare di incorrere in sanzioni come previsto dalla riforma”, conclude Santanchè.

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De Siervo vuole le manette e il carcere contro il pezzetto

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“Il nostro Parlamento in queste ore sta decidendo se inserire persino la pena della detenzione per quelle aziende che non intervengono tempestivamente per risolvere il problema” della pirateria digitale. Lo ha detto Luigi De Siervo, amministratore delegato di Lega Serie A, intervenendo all’evento ‘Ricette di innovazione’ all’Università Milano-Bicocca.

“La battaglia contro la pirateria digitale – ha sottolineato – è una battaglia essenziale nel nostro Paese. Siamo riusciti a portare al nostro Parlamento una legge che consente di intervenire con una piattaforma che abbiamo donato all’Autorità e far cadere un sito pirata entro 30 minuti. Il supporto della tecnologia però sta molto più dalla parte dei pirati che dalla nostra, perché sono molto più bravi di noi. Ci sono stati avvicendamenti, ci sono connivenze, perché le amministrazioni del passato hanno tollerato questo comportamento, ma la battaglia è aperta”.

Secondo De Siervo “il calcio si mantiene grazie ai ricavi che vengono dal pubblico, attraverso la presenza negli stadi, ma soprattutto attraverso i ricavi della televisione. È facile comprendere come se ci sono 300 milioni che mancano all’appello, i conti delle grandi aziende non tornano più e anche chi gestisce i diritti deve accusare una riduzione. Che poi sono i soldi che mancano al calcio italiano per vedersi garantito la presenza di grandi campioni come in passato”.

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Inchiesta ultrà, il giudice: da Inter sudditanza verso i capi curva

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Le indagini “hanno evidenziato che la Società interista si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo”. Indagini su questo fronte che si sono concentrate soprattutto negli anni “2019 e 2020, ma la situazione, ad oggi, non è per nulla mutata (se non peggiorata)”. Lo si legge nell’ordinanza del gip di Milano Domenico Santoro, che oggi ha portato a 19 misure cautelari, sgominando gli affari illeciti delle curve interista e milanista.

Tra l’altro, nell’ordinanza si parla dell’attività “di bagarinaggio” sui biglietti con cui i capi della curva nord interista “hanno calcolato di trarre ingenti profitti illeciti”. Per l’ultima finale di Champions dell’Inter dello scorso anno, come emerge dagli atti, i capi curva Marco Ferdico, Andrea Beretta e Antonio Bellocco (ucciso da Beretta il 4 settembre), puntavano su “1500 biglietti da porre in vendita per la sola curva”. Tuttavia, “la società nerazzurra aveva messo a disposizione”, si legge ancora, “un quantitativo più esiguo di titoli d’ingresso, corrispondente a 800 biglietti”.

Pertanto, Ferdico, “consapevole che gli introiti che avrebbe potuto acquisire dall’evento sportivo sarebbero stati ingenti, non aveva esitato ad esternare forti pressioni sullo Slo (Supporter Liaison Officer, ndr) dell’Inter”, Claudio Sala, su giornalisti, “su vecchi calciatori (Materazzi, Zanetti-dirigente Inter), sull’allenatore (Inzaghi) chiedendo la ratio della scelta societaria”. Dagli atti non risultano responsabili o dirigenti dell’Inter indagati. Poi, Ferdico avrebbe minacciato “la possibilità che il tifo organizzato da lui rappresentato, la Curva Nord, potesse decidere di non presenziare e non tifare la squadra, ventilando l’ulteriore eventualità che questo potesse accadere non solo alla finale di Champions ma anche a quella di Coppa Italia che si sarebbe disputata da lì a pochi giorni”.

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