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Cronache

Operazione anti-camorra a Napoli: quattro Arresti per associazione mafiosa e riciclaggio

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Questa mattina, la Squadra Mobile di Napoli, il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e lo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza hanno eseguito un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. L’operazione ha portato alla custodia cautelare in carcere di quattro soggetti appartenenti allo stesso nucleo familiare, di cui due già detenuti per altre cause. Gli individui sono gravemente indiziati di associazione mafiosa, minaccia, induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria, riciclaggio e autoriciclaggio, aggravati dall’art. 416 bis 1 c.p., eccetto uno degli indagati.

L’indagine, che ha monitorato individui legati al clan camorristico Contini, operante nei quartieri San Carlo Arena, Vasto Arenaccia, Borgo S. Antonio Abate e inserito nella più ampia federazione criminale denominata Alleanza di Secondigliano, ha permesso di verificare le attività criminali del gruppo, con particolare attenzione al reimpiego di capitali di provenienza illecita.

Le investigazioni hanno rivelato che due elementi di vertice del clan, nonostante fossero detenuti in regime ex art. 41 bis O.P., avrebbero continuato a svolgere un ruolo strategico all’interno dell’organizzazione. Questi avrebbero affidato incarichi direttivi a persone di loro fiducia, operando una radicale inversione delle strategie del clan, che fino a quel momento manteneva una pax mafiosa con il cartello rivale dei Mazzarella. Gli indagati avrebbero inoltre promosso reati tipici sia dell’ala criminale che imprenditoriale del clan, impartendo disposizioni per indurre soggetti affiliati o vicini a non collaborare con la giustizia e mantenendo rapporti con altre consorterie criminali affiliate all’Alleanza di Secondigliano. Inoltre, avrebbero dato indicazioni sulla distribuzione delle “mesate”.

Le risultanze investigative, condivise dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, indicano che gli altri due destinatari del provvedimento avrebbero riciclato proventi di truffe, perpetrate mediante la rivendita di orologi di lusso a cittadini extracomunitari, in società intestate a prestanome operanti nei settori della gestione di rifiuti ferrosi, della telefonia e della locazione di immobili.

Contemporaneamente alle misure cautelari personali, sono state eseguite perquisizioni delegate nei confronti di ulteriori nove soggetti, possibili detentori di denaro contante o altri beni per conto degli indagati. È stato inoltre eseguito il sequestro preventivo di due immobili intestati a prestanome e di somme di denaro pari a 353.709,95 euro, quale profitto del reato di riciclaggio.

Il provvedimento eseguito rappresenta una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari. Gli indagati, in quanto tali, sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva, e contro la misura sono ammessi mezzi di impugnazione.

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Falso carabiniere tenta una truffa ad una donna, arrestato dai veri carabinieri

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Non riesce la truffa ai danni di una donna da parte di un ventenne campano arrestato dai carabinieri di Osimo. Il giovane ha telefonato alla signora di Osimo fingendosi un maresciallo dei carabinieri per spiegare che il marito era rimasto coinvolto in un incidente e che sarebbe stata contattata da un avvocato. Per evitare la querela, avrebbe dovuto pagare alla controparte 8mila euro. La donna non si è lasciata ingannare, ha mantenuto il contatto telefonico, e attraverso la madre, ha contattato i Carabinieri della Compagnia di Osimo che, in brevissimo tempo, hanno organizzato un servizio di osservazione e, dopo aver atteso l’uomo nell’abitazione della donna per riscuotere quanto chiesto, lo hanno arrestato. Sono ancora in corso le indagini per dare un nome ai complici dell’arrestato in flagranza di reato per tentata truffa aggravata. Le indagini proseguono per individuare i suoi complici. Non dovendosi applicare misure cautelari, ad arresto convalidato, l’uomo, incensurato, è stato posto in libertà. Il provvedimento eseguito costituisce misura precautelare e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.

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Investe e uccide donna a Camposano, l’arrestato è un vigile urbano: tasso alcolemico alto

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Diminuzione della capacità di eseguire compiti semplici, stato di rilassamento.  Poi gradualmente l’alterazione della percezione degli spazi, mutamenti nella personalità, perdita di prontezza nella reazione agli stimoli, abbassamento della soglia di attenzione.
Sono i primi segnali del corpo quando la concentrazione di alcol nel sangue oscilla tra i 0,5 e 1 g per litro.
Con l’aumentare dei bicchieri, sale la soglia da 1 g/l fino a 2.
Qui la coordinazione è pregiudicata, inizia il biascicamento, subentrano vertigini, nausea. Le capacità motorie e cognitive sono già compromesse. Mettersi alla guida in questo stato è terribilmente pericoloso. Ed è vietato dalla legge già dalle prime avvisaglie elencate. Il tasso alcolemico del 26enne incensurato che questa notte avrebbe investito e ucciso una sua coetanea era di 1,7 g/l .

E’ successo nella tarda serata di ieri nel comune di Camposano.  Una donna passeggia in via Croce San Nicola insieme alle due nipotine di 10 e 7 anni.  Lungo lo stesso senso di marcia è arrivata la suzuki splash guidata dal 26enne che avrebbe preso in pieno la 27enne di Camposano, sbalzandola in un terreno, oltre un muro alto 1 metro e mezzo.  La donna è morta sul colpo, le due bimbe sono miracolosamente illese ma in stato di shock.  L’uomo alla guida si è fermato e poco dopo sono arrivati i carabinieri della compagnia di Nola.  Accompagnato in ospedale, gli è stato rilevato un tasso alcolemico pari a 1,7 g/l.  E’ stato arrestato per omicidio stradale e sottoposto ai domiciliari in attesa di giudizio.

Secondo quanto si è appreso, è un vigile urbano l’investitore con tasso alcolemico superiore alla norma ritenuto responsabile dell’omicidio stradale avvenuto a Camposano, nel Napoletano, dove ha perso la vita una donna di 27 anni che era con i suoi nipotini di 10 e 7 anni. L’uomo, ora agli arresti domiciliari, è titolare di un contratto di formazione e presta servizio da 6-7 mesi, nel comune di Portici (Napoli).

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Cantante scomparsa, giardiniere di nuovo indagato per omicidio

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Per la morte di Greta Spreafico, la donna di 53 anni di Erba (Como), scomparsa nel delta del Po rodigino il 4 giugno 2022, dopo l’archiviazione del caso sarebbe di nuovo indagato Andrea Tosi, 58 anni, giardiniere di Porto Tolle (Rovigo), questa volta non soltanto per distruzione e occultamento di cadavere, ma anche per omicidio preterintenzionale. L’emittente Telelombardia – riferiscono i quotidiani veneti – nei giorni scorsi ha diffuso il contenuto di un’intercettazione in cui Tosi risponde “ma sì, sono stato io” alla domanda di una terza donna che gli chiedeva, riferendosi a Sperafico: “Tu non l’hai uccisa vero?”

Sono intercettazioni risalenti all’ottobre 2022, successive alla scomparsa ma già presenti nel fascicolo della procura della Repubblica di Rovigo prima dell’archiviazione. All’epoca non erano state ritenute attendibili. La donna, conosciuta come cantante rock, si trovava in Polesine per vendere la casa del nonno a un cugino, ma si sono perse le sue tracce due giorni prima della data in cui era stato fissato il rogito. Il suo corpo non è mai stato ritrovato e neanche l’auto che utilizzava, una Kia Picanto. L’avvocato della famiglia Spreafico nei mesi scorsi però ha fornito alla Procura nuovo materiale, tra cui comunicazioni tra Tosi e l’ex compagno della donna scomparsa, Gabriele Lietti. Il caso è stato riaperto, c’è stato un nuovo sopralluogo nell’abitazione di Greta Spreafico, all’interno sono state ritrovate le chiavi dell’auto e un capello impigliato in una maglia di colore verde gettata nel bidone dell’umido. Il tutto è ora al vaglio del Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di Parma.

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