Collegati con noi

Cronache

Operaio ucciso: avvocato, condanna a killer non rende giustizia

Pubblicato

del

“E’ una sentenza che non rende giustizia: né allo Stato che incarcera un collaboratore di giustizia, con le agevolazioni e il trattamento di quello status mentre dovrebbe incarcerarlo come efferato pluromicida”. A parlare è l’avvocato Alessandro Motta, legale di Annunziata Lepre e Imma Imperatore, rispettivamente moglie e figlia di Antimo Imperatore, un operaio. Antimo, infatti, estraneo alle logiche mafiose partenopee, venne assassinato nel rione Fiat del quartiere Ponticelli di Napoli, il 20 luglio 2023, mentre stava installando una zanzariera nell’abitazione di Carlo Esposito, legato alla camorra del rione e vero obiettivo di quell’agguato in cui a sparare fu Antonio Pipolo, reo confesso di quell’omicidio condannato a 26 anni di carcere lo scorso 20 marzo, dalla Corte di Assise.

La Procura di Napoli chiese ai giudici 18 anni di reclusione (con il riconoscimento dell’attenuante come collaboratore di giustizia) a differenza degli avvocati della famiglia (l’altra figlia della vittima, Filomena, è stata difesa dall’avvocato Concetta Chiricone) che invece invocarono l’ergastolo ritenendo quel delitto pienamente inquadrato in un contesto camorristico (ex 416bis) che invece non è stato ritenuto sussistente dai giudici. “Questa sentenza, così come è stata motivata, impedisce – tiene a precisare l’avvocato Motta – ai familiari di Imperatori di essere ritenuti vittime di reati mafiosi negando ogni accesso a qualsiasi agevolazione, che stride con lo status del sicario ritenuto omicida dalla Corte di Assise e invece collaboratore dio giustizia da parte della Procura”. Per Alessandro Motta, quella sentenza, di cui sono state rese note le motivazioni qualche giorno fa “non rende giustizia neppure ai familiari delle due vittime, una delle quali – sottolinea – Imperatore, totalmente estraneo ad ambienti criminali ma ucciso dalla mano camorristica, da killer tossicodipendente e psicologicamente alterato. L’altro ritenuto intraneo alla criminalità organizzata vittima dello stesso sicario, testa e corpo. Solo un vaglio globale da parte di altra corte di Assise, – conclude Motta – potrà dirimere i dubbi e rendere giustizia a tutti”.

Advertisement

Cronache

Napoli, sede Pd vandalizzata nella notte. Indagini in corso

Pubblicato

del

Questa mattina i carabinieri sono intervenuti in via Domenico Cirillo 30, in seguito a una segnalazione ricevuta al numero di emergenza 112. L’intervento si è reso necessario dopo che ignoti, probabilmente agendo durante le ore notturne, hanno fatto irruzione nella sede del Partito Democratico della Quarta Municipalità Napoli San Lorenzo.

All’interno del locale, i malintenzionati hanno provocato disordine, mettendo a soqquadro gli spazi. Nonostante i danni causati, dalle prime verifiche effettuate non sembrerebbe che siano stati sottratti oggetti di valore o documenti importanti.

Sul posto sono intervenuti gli specialisti del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, che hanno effettuato i rilievi tecnici necessari per raccogliere elementi utili all’identificazione dei responsabili. Le indagini sono attualmente in corso per risalire agli autori dell’atto vandalico e chiarire le motivazioni dietro l’accaduto.

Questo episodio si aggiunge a una serie di atti vandalici e intimidatori registrati negli ultimi tempi in diverse città italiane, sollevando interrogativi sulla necessità di maggiori misure di tutela per le sedi di partiti e associazioni sul territorio.

Continua a leggere

Cronache

Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

Pubblicato

del

La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

Continua a leggere

Cronache

Dati rubati: oggi a Milano l’interrogatorio di Del Vecchio jr

Pubblicato

del

E’ stato fissato per oggi pomeriggio un interrogatorio, davanti ai pm, di Leonardo Maria Del Vecchio (foto Imagoeconomica in evidenza) – 29 anni e uno dei figli del patron di Luxottica morto nel 2022 – indagato nell’inchiesta milanese sui presunti dossieraggi illegali per concorso in accessi abusivi a sistema informatico. L’interrogatorio, da quanto si è saputo, è stato richiesto dallo stesso Del Vecchio per difendersi dalle accuse e chiarire. L’audizione si terrà, da quanto si è appreso, non al Palazzo di Giustizia milanese ma in un altro luogo, una caserma degli investigatori.

“Dalle imputazioni preliminari e dall’esito negativo della perquisizione, il dottor Del Vecchio sembrerebbe essere piuttosto persona offesa. Altri, infatti, sarebbero eventualmente i responsabili di quanto ipotizzato dagli inquirenti”, aveva già spiegato l’avvocato Maria Emanuela Mascalchi, che aveva parlato della “infondatezza delle accuse ipotizzate a proprio carico”.

Stando agli atti dell’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, del pm della Dda Francesco De Tommasi e del collega della Dna Antonello Ardituro, Nunzio Samuele Calamucci, hacker arrestato, uno dei presunti capi dell’associazione per delinquere di Equalize e che avrebbe creato dossier con dati riservati prelevati in modo illecito, avrebbe realizzato anche un falso “atto informatico pubblico” per “offuscare l’immagine di Claudio Del Vecchio, fratello di Leonardo”.

Calamucci avrebbe creato, in particolare, un finto “rapporto” della Polizia di New York con cui “si dava atto” falsamente “di un controllo eseguito in quella città” nei confronti del fratello di Leonardo. Nel falso report, redatto all’apparenza nel 2018, si segnalava che era “in compagnia” di una persona “registrata” per “crimini sessuali” dal Dipartimento di Giustizia americano.

Il gruppo di hacker, poi, avrebbe dovuto inserire nell’estate 2023, secondo l’accusa per conto di Leonardo Maria Del Vecchio, un “captatore informatico” sul cellulare della fidanzata e modella Jessica Serfaty, ma non ci riuscì malgrado diversi tentativi di inoculare “il trojan”. A quel punto, sarebbero stati creati falsi messaggi tra lei e “un illusionista di fama mondiale”.

Tra gli indagati anche il collaboratore dell’imprenditore, Marco Talarico. Secondo le indagini, le ricerche di informazioni di Del Vecchio jr, richieste al gruppo di Equalize attraverso i suoi collaboratori, si sarebbero inserite nella contesa in corso sull’eredità di famiglia. Nel procedimento milanese una nomina come persona offesa è stata depositata nei giorni scorsi da Claudio Del Vecchio.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto