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Operaio di Acerra spara su un gruppo di giovani per un diverbio: 5 feriti in piazza a Reggio Emilia

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Fino alle 22.20 di ieri sera erano perfetti sconosciuti. Poi un gruppo di ragazzi e il 43enne Gaetano Lombardi si sono incrociati in una piazza del centro di Reggio Emilia, dove hanno avuto un banale litigio. Si sono toccati mentre camminavano, hanno discusso forse per chi doveva avere la precedenza per passare. Sono volati insulti, ma sembrava finita li’. L’uomo, invece, poco dopo ha raggiunto i giovani, si e’ avvicinato e ha tirato fuori una pistola di piccolo calibro, una Beretta 6,35, sparando nove colpi. Cinque sono rimasti feriti e uno, un ventenne, è in prognosi riservata all’ospedale Santa Maria Nuova, ma se la caverà. Due del gruppo sono minorenni. La scena e’ avvenuta in piazza del Monte, affollata di persone. All’inizio in molti hanno pensato all’esplosione di semplici petardi, poi il fuggi fuggi e il sangue dei feriti ha creato non poca paura e confusione. Anche il sindaco Luca Vecchi è arrivato sul posto, parlando di “episodio inammissibile, che non puo’ accadere nella nostra citta’”. E ha auspicato una rapida soluzione. Le forze dell’ordine, presenti in gran numero anche per i controlli anticovid del fine settimana, sono intervenute in fretta e nel giro di poche ore la Polizia ha identificato e rintracciato l’autore. L’uomo, un operaio nato ad Acerra (Napoli) e residente da tempo a Reggio Emilia, con alcuni piccoli precedenti, prima ha negato ogni addebito. Poi, quando i poliziotti entrati in casa sua nel cuore della notte hanno trovato la pistola, nascosta in un vano sotto il battiscopa del lavello della cucina e un borsello che aveva portato con se’ durante la serata ed era stato ripreso dalle telecamere, ha detto: “Sono stati maleducati, forse ho un po’ esagerato”. E’ stato allora portato negli uffici della Questura reggiana e interrogato, alla presenza di un avvocato, dal pm di turno Laura Galli, ha ammesso i fatti. Di fronte alla veloce indagine, il procuratore della Repubblica di Reggio Emilia Marco Mescolini ha espresso soddisfazione. Quello che e’ successo, ha detto, “e’ un fatto gravissimo, ma al contempo una conferma che la citta’ puo’ contare su istituzioni coese, che sanno operare in simbiosi ed ottenere risultati in tempi ristrettissimi”. E anche il questore Giuseppe Ferrari ha sottolineato la “risposta tempestiva e efficace a un episodio gravissimo. Una piccola lite a cui e’ seguita una reazione grave e spropositata”. La dimostrazione, ha detto in conferenza stampa, che “quando c’e’ il controllo capillare del territorio fatti come questo vengono tempestivamente repressi”. Al responsabile, la squadra mobile guidata da Guglielmo Battisti e’ arrivata grazie all’esame del sistema di videosorveglianza e all’ascolto dei testimoni presenti, alcuni dei quali hanno ripreso e fotografato le fasi della sparatoria, oltre che delle vittime. Lombardi e’ adesso accusato di tentato omicidio plurimo, detenzione illegale di arma da sparo (la pistola era stata rubata un anno fa in una casa di Reggio Calabria) e di ricettazione. Nelle prossime ore ci sara’ l’udienza di convalida dell’arresto.

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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