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Cronache

Omicidio di Gennaro Ramondino: arrestato un minore per il brutale delitto a Napoli

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Lo scorso 18 ottobre, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare presso un Istituto Penale per i Minorenni nei confronti di un giovane, ritenuto gravemente indiziato per l’omicidio di Gennaro Ramondino, avvenuto la notte del 31 agosto. Il corpo della vittima, ritrovato carbonizzato tra le sterpaglie in una zona di campagna del quartiere Pianura, ha portato a una serie di indagini complesse e drammatiche.

Le indagini e la ricostruzione del delitto

Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Napoli e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dalla Procura per i Minorenni di Napoli, hanno permesso di identificare il luogo in cui l’omicidio sarebbe stato perpetrato: un sottoscala situato in via Comunale Napoli, nel quartiere di Pianura. Questo spazio era noto per essere utilizzato dai gruppi criminali locali come piazza di spaccio.

Secondo quanto ricostruito, il minore, già detenuto per altri motivi, avrebbe sparato alcuni colpi d’arma da fuoco a bruciapelo contro Gennaro Ramondino, uccidendolo sul colpo. Con l’aiuto di alcuni complici, avrebbe successivamente trasportato il corpo della vittima in una zona isolata, dove è stato poi dato alle fiamme per cancellare ogni traccia.

Movente e complici

Le motivazioni dietro questo crimine efferato sembrano essere legate a dissidi interni alla gestione dell’attività di spaccio di stupefacenti e alla suddivisione dei proventi illeciti. Nelle settimane precedenti, un altro indagato maggiorenne era già stato fermato con l’accusa di favoreggiamento, occultamento e distruzione del cadavere di Ramondino, nonché delle autovetture utilizzate per commettere il crimine.

Ritrovamento dell’arma del delitto

Durante le indagini, gli inquirenti sono riusciti a rinvenire anche l’arma utilizzata per l’omicidio, sepolta in una zona di campagna sempre nel quartiere di Pianura. Questo importante ritrovamento ha contribuito a solidificare le accuse contro i presunti responsabili.

Situazione legale

Il provvedimento eseguito nei confronti del minore è una misura cautelare disposta durante le indagini preliminari. Come stabilito dalla legge, i destinatari di tali misure sono considerati presunti innocenti fino a una sentenza definitiva, e sono ammessi mezzi di impugnazione.

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Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

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Dati rubati: oggi a Milano l’interrogatorio di Del Vecchio jr

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E’ stato fissato per oggi pomeriggio un interrogatorio, davanti ai pm, di Leonardo Maria Del Vecchio (foto Imagoeconomica in evidenza) – 29 anni e uno dei figli del patron di Luxottica morto nel 2022 – indagato nell’inchiesta milanese sui presunti dossieraggi illegali per concorso in accessi abusivi a sistema informatico. L’interrogatorio, da quanto si è saputo, è stato richiesto dallo stesso Del Vecchio per difendersi dalle accuse e chiarire. L’audizione si terrà, da quanto si è appreso, non al Palazzo di Giustizia milanese ma in un altro luogo, una caserma degli investigatori.

“Dalle imputazioni preliminari e dall’esito negativo della perquisizione, il dottor Del Vecchio sembrerebbe essere piuttosto persona offesa. Altri, infatti, sarebbero eventualmente i responsabili di quanto ipotizzato dagli inquirenti”, aveva già spiegato l’avvocato Maria Emanuela Mascalchi, che aveva parlato della “infondatezza delle accuse ipotizzate a proprio carico”.

Stando agli atti dell’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, del pm della Dda Francesco De Tommasi e del collega della Dna Antonello Ardituro, Nunzio Samuele Calamucci, hacker arrestato, uno dei presunti capi dell’associazione per delinquere di Equalize e che avrebbe creato dossier con dati riservati prelevati in modo illecito, avrebbe realizzato anche un falso “atto informatico pubblico” per “offuscare l’immagine di Claudio Del Vecchio, fratello di Leonardo”.

Calamucci avrebbe creato, in particolare, un finto “rapporto” della Polizia di New York con cui “si dava atto” falsamente “di un controllo eseguito in quella città” nei confronti del fratello di Leonardo. Nel falso report, redatto all’apparenza nel 2018, si segnalava che era “in compagnia” di una persona “registrata” per “crimini sessuali” dal Dipartimento di Giustizia americano.

Il gruppo di hacker, poi, avrebbe dovuto inserire nell’estate 2023, secondo l’accusa per conto di Leonardo Maria Del Vecchio, un “captatore informatico” sul cellulare della fidanzata e modella Jessica Serfaty, ma non ci riuscì malgrado diversi tentativi di inoculare “il trojan”. A quel punto, sarebbero stati creati falsi messaggi tra lei e “un illusionista di fama mondiale”.

Tra gli indagati anche il collaboratore dell’imprenditore, Marco Talarico. Secondo le indagini, le ricerche di informazioni di Del Vecchio jr, richieste al gruppo di Equalize attraverso i suoi collaboratori, si sarebbero inserite nella contesa in corso sull’eredità di famiglia. Nel procedimento milanese una nomina come persona offesa è stata depositata nei giorni scorsi da Claudio Del Vecchio.

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Detenuto suicida a Poggioreale, aveva 28 anni

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Caso di suicidio nel carcere di Poggioreale, a Napoli, dove si è tolto la vita un uomo di 28 anni originario della provincia partenopea. È il quarto suicidio dall’inizio dell’anno a Poggioreale, l’undicesimo in tutta la regione. Sono 81 in tutta Italia, con il carcere di Prato e quello di Poggioreale al primo posto per numero di detenuti che si sono tolti la vita.

“Il sistema penitenziario – spiega il garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Samuele Ciambriello – è sull’orlo del baratro, una strage continua ma la politica tace ed è assente. Nessun argine da provvedimenti governativi o parlamentari, solo populismo mediatico e penale anche contro la dignità delle persone detenute, dei diversamente liberi.

Celle sovraffollate e tensione alle stelle, condizioni difficili che favoriscono atti di autolesionismo, scioperi della fame, scioperi sanitari. Nessun commento pubblico sui suicidi di Stato, che interrogano anche l’opinione pubblica. Ci sono omissioni di Stato, questi suicidi e gli atti di autolesionismo e le proteste rilevano un quadro inquietante che è sotto gli occhi di tutti. Indignarsi non basta più”. “Dall’inizio dell’anno ad oggi – prosegue Ciambriello – sono 1842 i tentativi di suicidio, 11503 gli atti di autolesionismo. Tra gli 81 detenuti che si sono suicidati l’età media è di 40 anni, tra questi 8 avevano un’età compresa tra i 18 e 25 anni”.

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