Una volta, il tifo nelle curve degli stadi era un fenomeno completamente diverso. Negli anni ’90, molti tifosi entravano allo stadio senza biglietto, scavalcando le recinzioni con l’aiuto di senatori della Curva Sud. Chi non ci riusciva pagava qualche mille lire per essere aiutato. Tuttavia, dietro la passione sportiva, si celava un mondo di violenza e scontri tra tifoserie rivali, con episodi brutali e pericolosi. Le curve erano dominate da gruppi organizzati come la Fossa dei Leoni e le Brigate Rossonere, simboli del tifo più acceso del Milan.
La violenza nelle curve
Nonostante la romantica nostalgia per i tempi passati, le curve erano spesso teatri di scontri violenti. Le famiglie che portavano i propri figli allo stadio rischiavano di essere aggredite se mostravano simboli della squadra avversaria, come la Juventus. Il clima era spesso pericoloso, con episodi di aggressioni fisiche che si verificavano sotto gli occhi indifferenti delle persone.
La curva era vista come una zona franca, un mondo a parte rispetto alla società esterna, dove regnava l’autonomia e un senso di appartenenza esclusiva. Questo mondo, però, non era solo dominato dalla violenza, ma anche dalla necessità di legittimazione sociale per molti degli ultrà, spesso provenienti da contesti difficili delle periferie milanesi.
La trasformazione delle curve
Con il passare degli anni, la curva del Milan, come quella dell’Inter, è cambiata. Le curve sono diventate più sofisticate e organizzate, ma anche sempre più legate a interessi economici. Il 2016 ha segnato un punto di svolta, quando i Commandos Tigre si sciolsero dopo un agguato che coinvolse alcuni sedicenti tifosi rossoneri. Da quel momento, le curve si sono trasformate, e i loro leader hanno stretto legami con il mondo dello spettacolo e della musica.
L’influenza dei rapper e delle celebrità
Negli ultimi anni, la curva del Milan è diventata un punto di riferimento per molti rapper emergenti, come Lazza, Emis Killa, e persino Fedez, che frequentavano la curva ben prima di diventare celebri. Questo rapporto tra ultrà e celebrità ha creato una fusione tra il mondo della musica e quello del tifo organizzato, con i leader delle curve che hanno trovato terreno fertile in un ambiente musicale affascinato dalla loro aura di gangster moderni.
Le curve sono diventate non solo un punto di ritrovo per i tifosi, ma anche uno strumento attraverso cui ripulire denaro e consolidare lo status di figure influenti. Personaggi come Luca Lucci, capo degli ultrà milanisti, hanno sfruttato i legami con celebrità e politici per rafforzare la propria posizione. Matteo Salvini, quando era ministro dell’Interno, fu fotografato con Lucci, consolidando così il suo legame con il mondo delle curve.
Il calcio ostaggio degli ultrà
Il calcio italiano, compreso il Milan e l’Inter, sembra essere ostaggio di questa commistione tra tifo organizzato e celebrità. Nonostante le leggi impongano alle società sportive di non avere contatti con gli ultrà, nella realtà, questi legami continuano a esistere. Le curve sono diventate un mondo a parte, capace di influenzare non solo il tifo, ma anche l’economia e la società.