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“Ombre russe”su campagna, Di Maio chiede una Commissione

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 I primi dettagli del dossier statunitense sui fondi russi ai partiti e leader di una ventina di Paesi saranno illustrati dal sottosegretario ai Servizi Franco Gabrielli al Copasir. Resteranno pero’ secretate, come previsto, la sua relazione e le domande dei parlamentari membri del Comitato. Solo nel centrodestra si accontentano di quanto riferito dal presidente del Copasir, Adolfo Urso, dopo aver parlato ieri con lo stesso Gabrielli, ossia che al momento l’Italia non risulta tra i Paesi coinvolti “ma le cose possono sempre cambiare”. E il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, rilancia una proposta gia’ avanzata a fine luglio, “una Commissione d’inchiesta sui rapporti tra leader e partiti italiani e Russia”. Eventualmente, decidera’ il nuovo Parlamento, scelto dagli italiani alle elezioni del 25 settembre. Intanto le ombre russe – ma anche quelle degli Usa che di fatto le alimentano con le notizie di intelligence – sono destinate a coprire gli ultimi dieci giorni di campagna elettorale. Di Maio, che alla Farnesina ha ricevuto “aggiornamenti” dagli americani e consiglia “prudenza”. parla espressamente di “troppe ombre sui rapporti della Lega con Putin. Del resto – aggiunge il leader di Impegno civico, candidato assieme al Pd -, l’accordo tra la Lega e il partito Di Putin e’ valido ancora oggi”. L’ex M5s ricorda anche quando nel 2018 fu bloccato “l’emendamento soppressivo che la Lega aveva presentato per eliminare la norma della legge Spazzacorrotti sul divieto, per un partito politico italiano, di ricevere soldi da governi o da altri enti di Stati stranieri. Perche’ la Lega voleva ricevere soldi da governi o da altri enti di Stati stranieri?”. “Sono 4 anni che cercano soldi russi, non li trovano perche’ non li abbiamo mai chiesti ne’ presi – la replica di Matteo Salvini -. A pochi giorni da un voto importante per l’Italia i problemi non sono la Russia, la Cina o l’Ungheria, ma il lavoro, il carrello della spesa, la pensione”. Il Pd continua ad accusare il leader leghista di ambiguita’, invitando FdI a “battere un colpo” e contestando il comportamento di Urso in missione a Washington: “E’ negli Usa come presidente del Copasir e quindi le affermazioni di ieri sui fondi russi a partiti e uomini politici denunciati dall’amministrazione di Wasghinton sono state pronunciate in questo ruolo? Oppure e’ li’ per conto del suo partito e di Giorgia Meloni?”. Da FdI, Giovanbattista Fazzolari osserva che “le ingerenze russe fuori dai loro confini sono un dato di fatto e riguardano la sicurezza nazionale. Ora se sono stati finanziati partiti nell’occidente e’ bene saperlo. I fatti dicono pero’ – aggiunge al Forum dell’ANSA – che il centrodestra ha votato sempre a favore delle armi in Ucraina: nel programma e’ inequivocabile. Non e’ cosi’ nel campo largo”. “Non vorrei che alla fine, rispetto a presunte interferenze, si arrivasse invece a un inquinamento della campagna elettorale con queste insinuazioni e illazioni che spero siano tutte false”, il ragionamento del leader del M5s Giuseppe Conte. E dal Terzo polo, si disallinea Matteo Renzi. “Questa roba a 10 giorni dalle elezioni lascia qualche perplessita’. Se c’e’ qualcosa da dire lo dicano. Io ho scritto che i russi influenzarono il voto su Brexit e sul nostro referendum del 2016, ma, appunto, l’ho detto – spiega il leader di Iv -. Italiani non domandatevi chi ha preso i soldi dai russi; domandatevi chi ha sprecato i soldi italiani, con Quota 100 o con il Reddito di cittadinanza”. Secondo il presidente della Camera, Roberto Fico “ci vuole massima trasparenza: e’ un bene che si riunisca il Copasir. Se c’e’ qualche dubbio, di qualsiasi tipo, questo deve uscire. E’ chiaro che una societa’ come quella russa, un’autarchia, cerchi di influenzare il mondo attorno a se’, di seguire le dinamiche dei partiti ed elettorali. Noi pero’ siamo una Repubblica democratica forte e io non ho paura di un’ingerenza nelle elezioni”.

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La versione di Conte: o il M5s resta progressista o avrà un altro leader

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“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi”. Così a Repubblica il leader del M5s Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza).

“Se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership – aggiunge – mi farei da parte. Si chiama coerenza. Se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”.

Sull’alleanza col Pd “la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sé un programma politico”. “Gli iscritti sono chiamati a decidere e hanno la possibilità di cambiare tante cose. Anche i quesiti sul garante (Grillo, ndr) sono stati decisi dalla base. Io non ho mai inteso alimentare questo scontro. Sono sinceramente dispiaciuto che in questi mesi abbia attaccato il Movimento. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea. Forse la sensazione di isolamento l’avverte chi pontifica dal divano vagheggiando un illusorio ritorno alle origini mentre ha rinunciato da tempo a votare e portare avanti il progetto del Movimento. L’ultimo giapponese rischia di essere lui, ponendosi in contrasto con la comunità”.

Sui risultati elettorali “in un contesto di forte astensionismo, sicuramente è il voto di opinione sui territori, non collegato a strutture di potere e logiche clientelari, ad essere maggiormente penalizzato. Dobbiamo tornare ad ascoltare i bisogni delle comunità locali. E poi c’è la formazione delle liste: dobbiamo sperimentare nuove modalità di reclutamento, senza cadere nelle logiche clientelari che aborriamo”.

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Alessandro Piana: “Perdono, ma non dimentico” – La fine di un incubo giudiziario

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Alessandro Piana (nella foto in evidenza), esponente della Lega e vicepresidente della Regione Liguria, tira un sospiro di sollievo dopo la conclusione di un’inchiesta giudiziaria che per oltre un anno lo ha visto al centro di pesanti sospetti. Accusato ingiustamente di coinvolgimento in un presunto giro di squillo e party con stupefacenti, Piana è stato ufficialmente escluso dall’elenco dei rinviati a giudizio, mettendo fine a un incubo personale e politico.


Un’accusa infondata che ha segnato una campagna elettorale

Alessandro Piana racconta di aver vissuto un periodo estremamente difficile, aggravato dalla tempistica dell’inchiesta, che ha coinciso con la campagna elettorale.

«L’indagine era chiusa da tempo, ma si è voluto attendere per renderne noto l’esito. Mi sarei aspettato maggiore attenzione, considerato il mio ruolo pubblico. Per mesi sono stato bersaglio di accuse infondate, che sui social si sono trasformate in attacchi personali».

Nonostante il clamore mediatico, Piana ha affrontato con determinazione la situazione, ricevendo il sostegno del partito e del leader regionale della Lega, Edoardo Rixi.


Le accuse e il chiarimento

Piana spiega di essere venuto a conoscenza del suo presunto coinvolgimento attraverso i media, vivendo quello che definisce un “incubo”:

«Ero al lavoro quando ho saputo del mio presunto coinvolgimento. Credevo fosse uno scherzo, invece era terribilmente vero».

L’esponente leghista si è immediatamente messo a disposizione della magistratura, fornendo tutte le prove necessarie per dimostrare la sua estraneità ai fatti:

«Non ero presente dove si sosteneva che fossi. Ero a casa mia, a 150 chilometri di distanza, con testimoni pronti a confermarlo. Non ho mai frequentato certi ambienti, nemmeno da giovane».

Secondo Piana, il suo nome sarebbe stato tirato in ballo per millanteria durante un’intercettazione telefonica che citava genericamente un “vicepresidente della Regione”.


Una vicenda che lascia il segno

Nonostante la sua assoluzione dai sospetti, Piana non nasconde l’amarezza per i danni subiti:

«Ho pagato un prezzo molto salato, gratuito e ingiusto. Per mesi sono stato additato come vizioso. Perdono chi ha sbagliato, ma non dimentico».

Il vicepresidente auspica che casi simili siano gestiti con maggiore rapidità in futuro, per evitare che accuse infondate possano danneggiare ingiustamente la reputazione di figure pubbliche.


Conclusione

La vicenda di Alessandro Piana solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra diritto di cronaca e tutela dell’immagine pubblica, in particolare quando si tratta di accuse che si rivelano infondate. Oggi, il vicepresidente della Regione Liguria guarda avanti con serenità, forte del sostegno ricevuto e con la determinazione di proseguire il suo impegno politico senza lasciarsi scoraggiare dagli eventi passati.

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Trasporti, De Luca: investito un miliardo per rinnovo parco bus

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Millequattrocento autobus nuovi sui 1.800 programmati, per un investimento di quasi un miliardo di euro, sono già in esercizio sulle tratte coperte da Air Campania. Il dato lo fornisce il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che oggi ha inaugurato ad Avellino la nuova sede dell’azienda interamente partecipata dalla Regione, con la consegna di cinque bus elettrici. “Un impegno enorme – ha sottolineato De Luca-: stiamo sostituendo l’intero parco dei mezzi pubblici, non soltanto per il trasporto su gomma, ma anche per quello ferroviario”. Su questo specifico settore, De Luca ha rimarcato lo “sforzo gigantesco” della regione: “Ora – ha aggiunto – attendiamo l’omologazione per la linea Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento per mettere in esercizio il nuovo treno che ci è stato appena consegnato. Su un altro fronte, abbiamo indetto un altro concorso e presto assumeremo 150 giovani”.

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