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Ambiente

Ok a decreti per 21mila nuove colonnine di ricarica

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Oltre 21mila nuove colonnine di ricarica per auto elettriche su superstrade e centri urbani italiani, da installare entro il 2025, con i fondi del Pnrr. E’ quanto prevedono i due bandi firmati ieri dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto. Ma il ministro ha annunciato oggi che vuole anche rivedere tutta la normativa ambientale italiana, alla luce dell’inserimento in Costituzione del principio della tutela della natura. Peccato che l’86% degli italiani, come rivela un sondaggio del Wwf, non sappia neppure che l’ecologia adesso sta nella Carta costituzionale. I due decreti firmati ieri dal ministro mettono a bando 741 milioni di fondi del Pnrr per installare entro fine 2025 almeno 7.500 infrastrutture di ricarica super-veloce sulle strade extraurbane, escluse le autostrade, e 13.755 infrastrutture di ricarica veloci nelle città, 21.255 in tutto. Saranno finanziati fino al 40% dei costi, privilegiando stazioni di servizio e aree di sosta esistenti. Sulle superstrade sono previste infrastrutture super-veloci da 175kW, nei centri urbani da almeno 90kW. “Questi provvedimenti – ha spiegato oggi il ministro Pichetto – potranno consentire all’Italia di imprimere una marcia accelerata agli obiettivi di decarbonizzazione dei trasporti”. Ma il ministro poi ha ampliato l’orizzonte. “Voglio costituire una commissione per la riforma completa del Codice dell’ambiente e delle leggi conseguenti”, ha annunciato. Perché “è cambiato il quadro, alla luce del nuovo dettato costituzionale”.

Nella Carta fondamentale, l’anno scorso è stato inserito il principio della tutela dell’ambiente, agli articoli 9 e 41. E questo, secondo il ministro, richiede di rivedere le norme in materia. Tra le riforme da adottare, Pichetto ha elencato “la semplificazione delle procedure autorizzative” per le rinnovabili, perché “dobbiamo abbandonare carbone, petrolio e poi il gas”. Il ministro ha annunciato un “dibattito a livello paesistico sulle pale eoliche”, ma ha aggiunto che “dobbiamo trovare una soluzione rapidamente, sennó ci facciamo un danno”. Pichetto ha ricordato l’obiettivo 30×30 fissato a dicembre dalla Cop15 sulla biodiversità di Montreal, per tutelare al 2030 almeno il 30% delle terre e dei mari. “Ma al di là del meccanismo normativo – ha detto il ministro – il problema è di far percepire a tutti la necessità di mitigare i danni che l’uomo fa”. L’annunciata riforma delle norme ambientali è piaciuta al Wwf (“la tutela della natura è polverizzata in una molteplicità di norme a volte contraddittorie”) e all’associazione dei riciclatori di plastica Assorimap (“chiediamo da tempo una semplificazione degli iter autorizzativi”).

La ong ambientalista Lipu invece l’ha bocciata: “La normativa italiana è ricca e avanzata. Non servono grandi trasformazioni, ma una decisa attuazione”. Un sondaggio del Wwf diffuso stamani mostra che in Italia serve anche una maggiore informazione sui temi ambientali: l’86% degli italiani non sa che la tutela della natura è stata inserita fra i principi della Costituzione.

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In 10 anni 146 disastri meteo, agricoltura in ginocchio

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In Italia negli ultimi dieci anni, in particolare dal 2015 al 20 settembre 2024, sono stati registrati 146 eventi meteo estremi che hanno causato danni all’agricoltura, pari al 7,4% del totale degli eventi avvenuti nello stesso periodo in Italia. Lo evidenzia il report Città Clima – speciale Agricoltura di Legambiente realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol – indicando che “preoccupa in particolare l’accelerata degli ultimi due anni 2023-2024, con 79 eventi meteo estremi con danni al settore, che è oltre la metà del totale registrato negli ultimi 10 anni. Sei le regioni più colpite: Piemonte con 20 eventi, seguito da Emilia-Romagna (19), Puglia (17), Sicilia e Veneto (ciascuna con 14), Sardegna (11) con danni alle produzioni di frutta, ortaggi, mais, barbabietole, frutteti e vigneti che sono stati sradicati.

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Ambiente

Trovato un ecosistema preistorico fossile in Valtellina

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Orme di anfibi e rettili, ma anche piante, semi, impronte di pelle e persino gocce di pioggia: è un vero e proprio ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria, quello scoperto nel Parco delle Orobie Valtellinesi in provincia di Sondrio. Riportato alla luce dallo scioglimento di neve e ghiaccio causato dal cambiamento climatico, conserva tracce di vita risalenti a 280 milioni di anni fa. I primi reperti, recuperati pochi giorni fa a 3.000 metri di quota con una spettacolare operazione supportata da un elicottero, sono stati mostrati per la prima volta al Museo di Storia Naturale di Milano.

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Ambiente

Copernicus: 2024 l’anno più caldo, sforerà limite 1,5 gradi

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Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, e la temperatura media globale sarà più di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali, probabilmente più di 1,55 gradi. Lo scrive in un comunicato il servizio meteo della Ue, Copernicus.

“L’anomalia media della temperatura globale per i primi 10 mesi del 2024, da gennaio ad ottobre – scrive Copernicus -, è stata di 0,71 gradi superiore rispetto alla media 1991-2020: è la più alta mai registrata per questo periodo, e di 0,16 gradi più alta dello stesso periodo del 2023”.

Secondo il servizio meteo della Ue, “è ora virtualmente certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato. L’anomalia della temperatura media per il resto del 2024 dovrebbe crollare quasi a zero perché il 2024 non risulti l’anno più caldo”. Inoltre, prosegue Copernicus, “dato che il 2023 è stato 1,48 gradi sopra il livello pre-industriale, è virtualmente certo che la temperatura globale annuale per il 2024 sarà di più di 1,5 gradi sopra il livello pre-industriale, ed è probabile che sarà superiore di più di 1,55 gradi”.

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