Campane a festa per Ita Airways e Lufthansa, che hanno finalmente ricevuto la benedizione di Bruxelles per il loro tanto atteso matrimonio. La Commissione Europea ha approvato la proposta di acquisizione ‘emendata’ – dopo le osservazioni mosse nei mesi scorsi – di una quota del vettore nazionale da parte dei tedeschi, a fronte però di una serie di condizioni che riguardano le rotte a corto e lungo raggio e gli slot all’aeroporto di Linate.
Ma questo non fermerà la crescita della compagnia, il presidente Antonino Turicchi ne è sicuro: “I remedies – dice – non sono un elemento che ostacola la possibilità dell’azienda di essere produttiva”. E il governo finalmente può esultare. “Oggi chiudiamo una annosa vicenda: è un grande successo italiano ed europeo”, afferma il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nella conferenza stampa convocata al Ministero dell’Economia e delle Finanze all’alba del ‘Sì’, deciso a gettarsi alle spalle il burrascoso passato di Alitalia una volta per tutte, affermando che i miliardi di aiuti di Stato pagati nel tempo dagli italiani sono “un problema del passato”.
L’accordo tra via XX Settembre e Lufthansa – siglato ormai più di un anno fa, nel maggio del 2023 – prevede che il colosso dei cieli entri col 41% in Ita con un investimento di 325 milioni per poi salire in una seconda fase, entro il 2033, al 100% della newco con un investimento totale di 829 milioni. A dicembre però si era iniziata a ventilare l’ipotesi di un primo stop Ue, effettivamente giunto a marzo e dovuto ad una serie di criticità rilevate dalla Commissione sul fronte della concorrenza, che ha imposto alle parti un complesso processo di revisione.
Negli ultimi remedies, i tedeschi e il Ministero dell’Economia e delle Finanze si impegnano a garantire sul corto raggio ad uno o più vettori ‘rivali’ di poter continuare a operare i voli diretti tra Roma o Milano e l’Europa centrale e dar loro accesso alla rete nazionale di Ita per i collegamenti indiretti verso le altre città italiane. Sul lungo raggio invece saranno stipulati accordi con i competitor per “maggiori frequenze di voli diretti e/o migliori collegamenti per voli con uno scalo su ciascuna delle rotte”. Infine, Linate: 192 slot settimanali in inverno e 204 in estate (pari a circa 15 coppie di slot giornaliere per 30 voli in partenza e in arrivo) saranno trasferiti alle compagnie toccate dai rimedi per le rotte a corto raggio. Sarà la Commissione a valutare l’idoneità dei soggetti che adotteranno il rimedio.
Nei corridoi del quartier generale di Lufthansa però non si ragiona solo di slot e vettori rivali. Dalla fusione infatti dovrà nascere una nuova società, che avrà una sua governance e, dunque, una sua ‘testa’, un CEO, che – da accordi – saranno i tedeschi a dover indicare. Nomi non ne fa nessuno, e l’amministratore delegato Carsten Spohr ne traccia un identikit sommario: “Sarà una persona dalle spalle larghe, qualcuno che capisce Lufthansa, il settore dell’aviazione e l’Italia. Ma lo dirò prima al ministro, poi a voi”, aggiunge, scherzando con i cronisti.
Insomma, un matrimonio dall’impronta quasi manzoniana, “travagliato e difficile” per citare Giorgetti, che però è andato in porto. “E’ stato un lungo viaggio ma alla fine questo giorno è arrivato ed è un giorno con molti vincitori”, dice Spohr a cui fa eco Turicchi: “Ita ha oltre 400 milioni in cassa e un load factor dell’80%. Faremo trovare tutto in ordine: il matrimonio – assicura – sarà lungo”.