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Now And Then, l’ultima canzone inedita dei Beatles

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Quando la tecnologia aiuta la storia: rinasce così l’ultima canzone rimasta inedita dei Beatles, quella Now And Then – sarà svelata il 2 novembre al mondo – che nasce quando, alla fine degli anni ’70, John Lennon registra una demo con voce e piano nella sua casa, il Dakota Building a New York. Accade poi che nel 1994 sua moglie, Yoko Ono, ha consegnato la registrazione a Paul, George e Ringo, assieme ad altre demo di John, Free As A Bird e Real Love, che sono state pubblicate come singoli nel 1995 e nel 1996, come parte del progetto The Beatles Anthology. Nel frattempo Paul, George e Ringo hanno anche registrato nuove parti e completato un primo mix di Now And Then con il produttore Jeff Lynne che però non vede mai la luce. Poi nel 2021 è uscita la docu-serie The Beatles: Get Back, diretta dal regista Peter Jackson, che utilizzando la tecnologia audio MAL della WingNut Films, ha ‘de-mixato’ la colonna sonora mono del film, riuscendo ad isolare gli strumenti e i vocals e tutte le singole voci all’interno delle conversazioni dei Beatles.

Questo traguardo ha aperto le porte al nuovo mix di Revolver del 2022, tratto direttamente dai master tape originali a 4 tracce ed ora riporta alla luce la demo di Now And Then. Peter Jackson e i suoi tecnici del suono, guidati da Emile de la Rey, hanno applicato la stessa tecnologia alla registrazione originale casalinga di John e nel 2022 Paul e Ringo hanno incominciato a completare il brano. Oltre alla voce di John Lennon, Now And Then contiene la chitarra elettrica e acustica registrata nel 1995 da George, una nuova parte di batteria di Ringo e il basso, la chitarra e il piano di Paul, che si accorda alla suonata originale di John. Paul ha aggiunto un assolo di chitarra slide ispirato a George; lui e Ringo hanno anche contribuito al pezzo realizzando i cori nel ritornello. Paul e Giles hanno anche aggiunto un ultimo tocco: i backing vocals provenienti dalle registrazioni originali di Here, There And Everywhere, Eleanor Rigby e Because. La traccia finita è prodotta da Paul e Giles e mixata da Spike Stent. “Ed eccola lì, la voce di John, chiara e limpida. È molto emozionante”, racconta Paul.

“E suoniamo tutti, è un’autentica registrazione dei Beatles. Penso – aggiunge – che sia una cosa eccitante essere ancora al lavoro su musica dei Beatles nel 2023 e stare per pubblicare una nuova canzone che il pubblico non ha sentito”. Ringo sottolinea: “È stata l’esperienza che più ci ha avvicinato ad averlo di nuovo nella stanza con noi, è stato davvero emozionante per tutti. È stato come se John fosse lì, capite. È fantastico”. “Nel 1995, dopo diversi giorni trascorsi in studio a lavorare alla traccia – spiega Olivia Harrison – George sentiva che le difficoltà tecniche con la demo erano insormontabili e ha concluso che non era possibile completare la traccia con uno standard sufficientemente elevato”.

Per Sean Ono Lennon, “è stato incredibilmente toccante ascoltarli lavorare assieme dopo tutti gli anni trascorsi dalla morte di mio padre. È l’ultima canzone che mio papà, Paul, George e Ringo hanno avuto modo di fare insieme. È come una capsula del tempo ed è come se tutto fosse predestinato ad essere così”. Now And Then uscirà il 2 novembre. Il doppio lato A del singolo associa l’ultima canzone dei Beatles alla prima: il singolo UK di debutto della band del 1962, Love Me Do, completa perfettamente il cerchio. Poi sarà seguito dalle nuove edizioni dei due album-compilation da sempre viste come l’introduzione definitiva al loro lavoro, fin dal loro debutto nel 1973, le raccolte 1962-1966 (The Red Album) e 1967-1970 (The Blue Album). Disponibili in versione estesa nelle nuove pubblicazioni 2023 (dal 10 novembre), le raccolte abbracciano l’intera carriera dei Beatles con le 75 migliori tracce, dal primo singolo Love Me Do, all’ultimo Now And Then. Si aggiungono 21 tracce (12 dentro Red” e 9 dentro Blue), che mettono in risalto ancora di più il meglio del repertorio dei Beatles. Entrambe le raccolte includono nuovi scritti del giornalista e autore John Harris.

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Stop a sfratti per il Giubileo, appello Diocesi e Caritas

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Sospendere gli sfratti durante il Giubileo, a partire da quelli per ‘morosità incolpevole’ ossia legati alle difficoltà nel pagare l’affitto. A lanciare la moratoria per l’Anno Santo sono la Caritas di Roma e la Diocesi, nel giorno in cui è stato presentato il nuovo rapporto sulla povertà nella capitale.

“Ci piacerebbe promuovere una moratoria affinché nel Giubileo non vi siano sfratti”, ha detto il Vicario per la città, mons. Baldo Reina. Un appello subito accolto dalle istituzioni locali. “Mi farò portavoce nei confronti del governo perché penso sia giusto che nel Giubileo si vari una moratoria straordinaria sugli sfratti” ha assicurato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ricordando che era già stato fatto durante il Covid e che è necessario un “atto normativo”. Sulla stessa linea il presidente della Regione Francesco Rocca. “Sosterrò già dal prossimo Tavolo sul Giubileo questa istanza” ha detto il governatore sottolineando: “Il prefetto è un uomo di grandissimo equilibrio e attenzione sappiamo per certo che intere aree di edilizia residenziale pubblica sono in mano alla criminalità mentre ci sono persone fragili”. E in tal senso ha annunciato che sono in arrivo risorse per il sostegno all’affitto e per il contrasto alla povertà alimentare.

“Nei prossimi giorni, siamo in fase di legge di bilancio e stabilità, ci saranno misure interessanti” ha promesso Rocca. Un impegno apprezzato dal sindaco Gualtieri che ha definito l’ipotesi del contributo regionale “molto positiva”. Di diverso avviso sulla moratoria per gli sfratti il presidente dei senatori di FI, Maurizio Gasparri: “La proprietà privata non si tocca ed il proprietario di un immobile è giusto che possa agire, sempre, per garantire il suo bene – ha tuonato -. Se Gualtieri si fa garante delle occupazioni illegali, noi ci facciamo portavoce, come sempre, della tutela della proprietà privata”.

Intanto dal VII rapporto della Caritas di Roma, una lettura della città dal punto di vista dei poveri, emerge che la quota di persone a rischio di povertà nella capitale è del 12,7%. Lo scorso anno c’è stato un aumento del 21% delle persone accolte nelle tre mense sociali. Complessivamente gli ‘ospiti’ sono stati 11.124, con 322.058 pasti distribuiti in convenzione con Roma Capitale. Otto su dieci sono uomini. In crescita anche le persone che si sono rivolte ai centri di ascolto (3 quelli diocesani e 201 nelle parrocchie). Sono state accolte in tutto 13.162 persone, segnando un +12% rispetto al 2022 e superiori a quelle incontrate durante l’emergenza Covid. A chiedere aiuto continuano a essere prevalentemente le donne, il 60% del totale. A pesare, secondo la Caritas, anche il “progressivo venire meno del Reddito di cittadinanza e l’istituzione dell’Assegno di inclusione e del Supporto alla formazione, misure che solo in parte hanno sostituito i trasferimenti che ricevevano le famiglie più povere”.

“Abbiamo bisogno di metterci in ascolto” ha detto il vicario generale per la diocesi di Roma, Baldo Reina che, riguardo al recente appello del Papa ai parroci ad offrire spazi ai poveri, ha annunciato: “La settimana prossima incontreremo i superiori degli istituti religiosi e i 36 parroci prefetti per metterci all’opera”. Tra le proposte concrete per il Giubileo quella di “arrivare a 100 parrocchie che forniscono il doposcuola” ha spiegato il direttore della Caritas di Roma, Giustino Trincia, che è intervenuto anche sulla questione delle tensostrutture pensate per offrire accoglienza ai senza fissa dimora. “La polemica mi sembra un po’ campata in aria. E’ chiaro che non è soluzione ma nel frattempo queste persone stanno nelle tende. In questa fase che facciamo?” ha detto Trincia. Dal canto suo Gualtieri ha assicurato: “Le tensostrutture si faranno tutte e quattro. Si sta procedendo secondo i piani e saranno pronte per il Giubileo”.

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Psi, per Regionali in Campania lista aperta al riformismo e al futuro del Sud

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Il segretario regionale del Psi, Michele Tarantino ha convocato una riunione insieme ai membri della direzione nazionale di Napoli(Antonio Demitry, Roberto De Masi, Pasquale Sannino e Antonella Marciano, Felice Laudadio), al consigliere regionale socialista, Andrea Volpe, Marco La Monica, Felice Iossa e Giulio Di Donato, per discutere il nuovo percorso politico del Partito Socialista Italiano in vista delle Regionali 2025. Il PSI lancia un appello a tutte le forze riformiste, ai movimenti civici e a quei cittadini “che non si sentono rappresentati dagli attuali partiti ma vogliono contribuire a costruire una proposta politica innovativa, inclusiva e concreta.

La lista socialista è pronta ad accogliere le istanze di chi desidera un Mezzogiorno più forte, coeso e protagonista di un’Italia moderna e solidale. Invitiamo tutte le realtà riformiste, associative e civiche, e i cittadini che non si riconoscono nei partiti tradizionali a unirsi alla nostra lista e al nostro progetto. Insieme possiamo costruire una Campania e un Mezzogiorno più giusti, moderni e capaci di rispondere alle sfide del futuro”. “La recente bocciatura da parte della Corte Costituzionale delle proposte di autonomia differenziata rende evidente la necessità di ripensare il regionalismo in Italia”.

Il PSI “intende aprire un dibattito serio e costruttivo su questo tema cruciale per il futuro del Mezzogiorno. A gennaio, avvieremo una grande Conferenza sul Regionalismo, coinvolgendo esperti, rappresentanti istituzionali e cittadini. Sarà un’occasione per elaborare proposte innovative che coniughino equità territoriale, efficienza amministrativa e solidarietà tra i territori, garantendo risorse e opportunità uguali per tutti”. “Guardando alle elezioni regionali del 2025, il PSI invita tutto il centro-sinistra ad avviare un dialogo aperto e costruttivo per definire un programma condiviso e ambizioso, così come indicato dal Segretario Nazionale, Enzo Maraio. È necessario rispondere insieme alle sfide della Campania, con particolare attenzione a temi come la giustizia sociale, la sanità, il lavoro, l’ambiente e il rilancio del Mezzogiorno. L’obiettivo è costruire una coalizione forte e coesa, in grado di offrire ai cittadini una visione chiara e condivisa per il futuro della Regione”, conclude la nota.

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Università e ospedali plurisecolari su francobolli Italia

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Tre universita’ e cinque ospedali ”storici” italiani compariranno sui francobolli italiani. L’emissione dedicata alle università e’ stata emessa oggi e riguarda le universita’ di Napoli, Trieste e Firenze. La serie dedicata agli ospedali comparira’ invece il 24 novembre prossimo e riguardera’ ospedali di Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze. Le vignette dei francobolli (tutti validi per la posta ordinaria) mostrano per le universita’:

  • -una prospettiva della facciata principale dell’Università degli Studi di Napoli” Federico II” istituita il 5 giugno 1224 dall’Imperatore del Sacro romano Impero;
  • -su uno sfondo che riprende i colori istituzionali del centenario dell’Università degli Studi di Trieste, una rivisitazione del logo dell’anniversario che raffigura, un’illustrazione al tratto, l’edificio centrale dell’Ateneo;
  • -l’ingresso del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze che, nel 2024, celebra i 100 anni dalla sua fondazione; Per gli ospedali le vignette mostrano;
  • -ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze: il Loggiato di ingresso, progettato da Bernardo Buontalenti nel 1574, in cui è visibile l’affresco “Annunciazione” del XVII secolo attribuito al Pomarancio; -ospedale civile Santi Giovanni e Paolo di Venezia;
  • – il Portego delle Colonne della Scuola Grande di San Marco a Venezia (1485-1495);
  • -Ca’ granda ospedale maggiore policlinico di Milano: la Sala del Capitolo d’estate, edificata nel 1637 su progetto di Francesco Richini, che ospita l’archivio storico;
  • -ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma: le Corsie Sistine risalenti al XV secolo; -ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili di Napoli: la Farmacia storica degli Incurabili con i vasi in maiolica del 1747-1751.

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