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Ambiente

Norvegia: il governo si scusa con gli indigeni Sami di Fosen

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Il governo norvegese ha chiesto scusa “per la violazione dei diritti umani” agli indigeni Sami che, con gli ambientalisti capeggiati da Greta Thunberg, protestano da otto giorni per chiedere la chiusura del parco eolico di Fosen, nel nord ovest della Norvegia, in seguito al verdetto della corte suprema che si è pronunciata in favore degli indigeni nel 2021. Durante le proteste i giovani hanno bloccato l’ingresso di diversi palazzi del governo a Oslo. La polizia è poi intervenuta per arrestare una dozzina di manifestanti, poi rilasciati. Il ministro delle politiche energetiche, Terje Aasland, ha incontro la Presidente del parlamento Sami norvegese, Silje Karine Muotkain.

L’incontro è durato più di quanto previsto e alla fine i due hanno parlato con la stampa. Il ministro si è scusato, a nome del governo, con i Sami allevatori di renne in quel territorio: “Le concessioni (date dal governo) hanno portato a una lesione dei diritti umani”, ha detto. La Presidente del parlamento Sami ha riconosciuto l’importanza di questa dichiarazione: “Volevo che la Norvegia ufficiale si scusasse per le violazioni dei diritti umani, e questo è avvenuto. Credo che questo sia fondamentale per poter andare avanti”. In serata il premier Jonas Gahr Store ha incontrato alcuni attivisti Sami nel centro di Oslo per scusarsi di persona e aprire un dialogo. Un ulteriore incontro ufficiale è programmato per la giornata di venerdì nell’ufficio del premier.

L’attrice Sami e attivista Ella Marie Hætta Isaksen, una delle persone che ha occupato il ministero della politica energetica la settimana scorsa, ha detto che oggi “è stato fatto un passo nella direzione giusta”. “Per andare avanti bisogna essere d’accordo su quale sia la natura del problema”, ha detto Isakesen a Nrk. “Continueremo la nostra azione fino a quando non verranno smontate le pale eoliche e la terra verrà ridata ai Sami di Fosen”, ha aggiunto l’attrice e attivista.

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Ambiente

In 10 anni 146 disastri meteo, agricoltura in ginocchio

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In Italia negli ultimi dieci anni, in particolare dal 2015 al 20 settembre 2024, sono stati registrati 146 eventi meteo estremi che hanno causato danni all’agricoltura, pari al 7,4% del totale degli eventi avvenuti nello stesso periodo in Italia. Lo evidenzia il report Città Clima – speciale Agricoltura di Legambiente realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol – indicando che “preoccupa in particolare l’accelerata degli ultimi due anni 2023-2024, con 79 eventi meteo estremi con danni al settore, che è oltre la metà del totale registrato negli ultimi 10 anni. Sei le regioni più colpite: Piemonte con 20 eventi, seguito da Emilia-Romagna (19), Puglia (17), Sicilia e Veneto (ciascuna con 14), Sardegna (11) con danni alle produzioni di frutta, ortaggi, mais, barbabietole, frutteti e vigneti che sono stati sradicati.

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Ambiente

Trovato un ecosistema preistorico fossile in Valtellina

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Orme di anfibi e rettili, ma anche piante, semi, impronte di pelle e persino gocce di pioggia: è un vero e proprio ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria, quello scoperto nel Parco delle Orobie Valtellinesi in provincia di Sondrio. Riportato alla luce dallo scioglimento di neve e ghiaccio causato dal cambiamento climatico, conserva tracce di vita risalenti a 280 milioni di anni fa. I primi reperti, recuperati pochi giorni fa a 3.000 metri di quota con una spettacolare operazione supportata da un elicottero, sono stati mostrati per la prima volta al Museo di Storia Naturale di Milano.

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Copernicus: 2024 l’anno più caldo, sforerà limite 1,5 gradi

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Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, e la temperatura media globale sarà più di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali, probabilmente più di 1,55 gradi. Lo scrive in un comunicato il servizio meteo della Ue, Copernicus.

“L’anomalia media della temperatura globale per i primi 10 mesi del 2024, da gennaio ad ottobre – scrive Copernicus -, è stata di 0,71 gradi superiore rispetto alla media 1991-2020: è la più alta mai registrata per questo periodo, e di 0,16 gradi più alta dello stesso periodo del 2023”.

Secondo il servizio meteo della Ue, “è ora virtualmente certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato. L’anomalia della temperatura media per il resto del 2024 dovrebbe crollare quasi a zero perché il 2024 non risulti l’anno più caldo”. Inoltre, prosegue Copernicus, “dato che il 2023 è stato 1,48 gradi sopra il livello pre-industriale, è virtualmente certo che la temperatura globale annuale per il 2024 sarà di più di 1,5 gradi sopra il livello pre-industriale, ed è probabile che sarà superiore di più di 1,55 gradi”.

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