Quando la scuola è sacrificata, la politica è malata, questo è lo slogan che si legge su alcuni cartelli che i genitori insieme ai loro bambini hanno portato e sventolato durante la manifestazione fuori i portoni della sede della Giunta Regionale Campana questa mattina dalle ore 10,00. La scuola non è un virus, il nome dell’evento che si è propagato dalla passata notte via social, senza alcuna organizzazione istituzionale, ma solo con il tam tam e il passaparola che i gruppi di genitori, gli insegnanti, e il personale scolastico hanno attivato poche ore prima di questo raduno che ha visto qualche centinaio di aderenti, folle certamente non oceaniche, ma significative della volontà di non accettare quella che viene oramai intesa come una ingiusta imposizione dettata da una politica poco attenta alla formazione degli studenti e quindi della futura classe dirigente, e colpevole di non essere intervenuta sul nodo trasporti ma di aver attaccato l’anello più debole di una catena che avrebbe potuto continuare ad essere forte, ma ha dimostrato, invece, le sue amare debolezze non riuscendo ad organizzare cinte difensive per la più importante risorsa del proprio sistema sociale, la scuola.
Un papà alla manifestazione raccontava della sua esperienza bolognese dove da poco si è trasferito con la famiglia, Bologna e l’Emilia Romagna , una città e una regione che il nostro governatore dovrebbe guardare aldilà delle diatribe partitiche e rivalità di gruppi interni allo stesso schieramento, il papà raccontava che aspettando, insieme ai suoi figli, alla fermata del bus il mezzo che l’accompagnasse alla scuola dei bambini, accosta alla fermata un bus privato invitandolo a salire spiegandogli che era un autobus aggiuntivo che regione e comune avevano approntato proprio per accompagnare bambini e studenti a scuola, di modo da non ingolfare i trasporti cittadini. Basta poco, cosa ci vuole? Recitava una vecchia pubblicità progresso che invitava a donare in solidarietà a progetti sviluppati in Africa, “basta poco, che ce vo’?” per organizzarsi e scongiurare ciò che oggi è accaduto, la chiusura delle scuole. Basta pensare che un editto regionale, non penalizza soltanto le scuole “affollate e dipendenti dai trasporti pubblici”, un editto del genere non penalizza soltanto le scuole “con alti numeri di contagio”, virgoletto queste affermazioni, perché sono da verificare seriamente e non in termini politici come da Santa Lucia pare sia stato fatto, (ad oggi, pare che il contagio scolastico, tra fasce studentesche o di operatori o di professori, non sfiori nemmeno l’ 1% dei contagi complessivi) questo editto penalizza tutte prima di tutto le scuole di periferia, quelle scuole con pochi alunni, tutti sani, residenti in aree covid free, e ce ne sono, che ora si vedono sbattere in faccia i portoni di quelle istituzioni che non solo non hanno aperto il 14 settembre come tutte le altre in Italia, ma che hanno avuto anche fermi e interruzioni per le varie allerte meteo intercorse in questo brevissimo periodo. “16 Ottobre lutto per l’infanzia”, recitava un banner che i manifestanti hanno esposto oggi durante la manifestazione, ma il lutto non è solo per l’infanzia, in lutto c’è tutta la società e tutti coloro che credono nel futuro vero di questo paese. Un lutto che si elaborerà di certo, e diverrà occasione e stimolo per determinare momenti di autodeterminazione e protesta sempre spontanei, ma più organizzati che vedranno di sicuro i i genitori lottare con al fianco i propri figli per continuare ad affermare il diritto allo studio, ma anche per mettere a nudo tutte le mancanze e le inadempienze della politica.
Momenti della manifestazione di protesta contro la chiusura delle scuole in Campania voluta dal Presidente della Giunta regionale Vincenzo De Luca in base alla lettura dialcuni dati relativi al contagio COVID19.
Ph. Mario Laporta/KONTROLAB
Momenti della manifestazione di protesta contro la chiusura delle scuole in Campania voluta dal Presidente della Giunta regionale Vincenzo De Luca in base alla lettura dialcuni dati relativi al contagio COVID19.
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Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse,
Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES.
Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli.
Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli.
Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it
E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International.
Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.
“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.
Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.
“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.
Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.
L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).
Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.
Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.
L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.