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Cronache

‘Non è nuova P2’, archiviata l’indagine loggia Ungheria

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Nessuna associazione segreta, nessuna nuova P2 come ipotizzato inizialmente dall’avvocato Piero Amara (ma già ridimensionata da lui stesso negli ultimi interrogatori), può essere individuata in quella che è stata definita la loggia Ungheria. Non ce ne è prova, ha stabilito il gip di Perugia che ha disposto l’archiviazione del fascicolo nel quale si ipotizzava la violazione della legge Anselmi. Il giudice ha così “integralmente” accolto la richiesta dei magistrati guidati da Raffaele Cantone i quali, nel luglio dell’anno scorso, avevano chiesto di chiudere la questione ritenendo “non adeguatamente riscontrata” l’ipotesi di una “intensa attività di interferenza” di una presunto gruppo di una novantina di persone su organi costituzionali quali il Csm, soprattutto le due consiliature precedenti all’attuale, ma anche su altri enti e istituzioni pubbliche.

Con un decreto di oltre un centinaio di pagine “particolarmente motivato e articolato” ha scritto la procura in un comunicato stampa, il gip ha messo la parola fine su un altro troncone d’indagine che aveva fatto rumore nel mondo della magistratura. Già colpito dall’inchiesta con al centro l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara e anche questa ora chiusa (con un patteggiamento). L’indagine sulla loggia Ungheria è stata ricostruita in modo “completo e dettagliato” dal giudice con la sua archiviazione avendo ritenuto l’insussistenza del reato ipotizzato a carico di nove indagati tra i quali lo stesso Amara. Il giudice delle indagini preliminari ha valutato i singoli episodi delineati nella richiesta di archiviazione, indicando quando l’avvocato Piero Amara non fosse attendibile o quando le sue parole fossero in qualche modo credibili.

Giungendo quindi alla conclusione che non esista la prova dell’esistenza dell’associazione segreta. Come prassi il giudice ha ritrasmesso il fascicolo all’ufficio del pubblico ministero. Non però per una nuova valutazione degli atti, ma dando atto che sono state svolte tutte le indagini. Il fascicolo è quindi definitivamente chiuso. L’indagine era partita dalle dichiarazioni rese da Amara a Milano tra dicembre 2019 e gennaio 2020 nell’ambito dell’inchiesta sul ‘falso complotto Eni’. Ma – rilevavano i magistrati perugini nella richiesta di archiviazione, accompagnata da 15 faldoni di documenti – soprattutto negli interrogatori più recenti l’avvocato siciliano aveva modificato alcune delle sue affermazioni iniziali, “sminuendo, in modo inspiegabile”, il ruolo di quella che aveva indicato come una nuova “loggia P2”, sostenendo che era nata “con finalità nobili”.

La procura di Perugia si era occupata del fascicolo dal gennaio del 2021 in base all’ipotesi di un possibile coinvolgimento di toghe romane. Quanto emerso aveva quindi portato i magistrati a ritenere “integralmente o parzialmente non riscontrate numerose propalazioni dell’avvocato”. In alcuni casi l’esito delle indagini ha portato a ritenere “avvenuti i fatti, ma escluso che in essi Amara avesse potuto svolgere un ruolo, come da lui riferito”.

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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