La guerra in Ucraina si fa largo in Italia fra i temi da campagna elettorale per le Europee, mentre il conflitto entra in una fase potenzialmente decisiva. Di fronte alle notizie di un nuovo imminente pacchetto di aiuti militari destinati a Kiev, la Lega ribadisce che “è giusto sostenere la resistenza ucraina” ma “preoccupa molto il fatto che si senta parlare solo di armi e che non ci siano iniziative diplomatiche che prevedano l’ipotesi di negoziati”. Il distinguo leghista, pronunciato dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, non è inedito e al momento non sembra provocare fibrillazioni nella maggioranza. Una prova, però, si potrebbe avere martedì alla Camera, quando – dopo la discussione generale al via il giorno prima – si voteranno le risoluzioni sulla Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso. Secondo fonti parlamentari la risoluzione di maggioranza si annuncia “soft”, per impegnare il governo a proseguire le missioni nei termini illustrati nella Relazione.
Il governo l’ha presentata al Parlamento a fine febbraio e, fra l’altro, sottolinea che sul conflitto in Ucraina “non sembrano ad oggi maturare ancora le condizioni per una via d’uscita negoziale”. La speranza è che maturino entro la conferenza di pace ad alto livello che la Svizzera sta organizzando per il 15-16 giugno (dal 12 al 15 c’è il G7 in Puglia), con il sostegno italiano, come ha assicurato Giorgia Meloni alla presidente della Confederazione elvetica Viola Amherd, ricevuta a Palazzo Chigi. Intanto l’esecutivo ha prorogato fino a fine 2024 l’impegno nella Eumam Ucraina, la missione di assistenza militare a sostegno di Kiev (oltre 10 milioni di euro il fabbisogno finanziario), e starebbe definendo il nono pacchetto di armi. Questa fornitura rappresenterebbe “un salto di qualità”, secondo fonti di maggioranza.
Vi potrebbe rientrare – ma non arrivano conferme dal governo, che presenterà al Copasir il pacchetto, come sempre coperto da segreto – il Samp/T, il sistema di difesa aerea e antimissile a medio-lungo raggio che il 27 gennaio 2023 i ministri della Difesa di Italia e Francia avevano annunciato di donare all’esercito di Volodymyr Zelensky. “Il governo si sbrighi, non c’è tempo da perdere, la resistenza ucraina contro Putin ha bisogno dei sistemi di difesa che gli alleati possono e devono provvedere con urgenza – sostiene il senatore dem Filippo Sensi -. Samp/T subito, nuovo invio ora”. Ma anche nel Pd si registrano disallineamenti, ad esempio da parte di Cecilia Strada (“Avessi dovuto votare” sull’invio di armi “avrei votato contro”) e Marco Tarquinio. Al punto che Roberto Vannacci, il generale candidato con la Lega, al Foglio ha spiegato di “non precludere alcuna collaborazione” con l’ex direttore di Avvenire, su questo tema.
“La linea del Pd è chiara e non cambia – ha puntualizzato Lorenzo Guerini, esponente dell’ala riformista del partito -: sosteniamo l’Ucraina in tutte le forme possibili, anche con l’invio di armi, come ha detto pubblicamente la Schlein”. Sui vari fronti ucraini la guerra intanto continua con lo spettro che la Russia possa usare armi proibite. L’avanzata delle forze di Mosca preoccupa gli alleati di Kiev, tanto che più volte Emmanuel Macron non ha escluso la possibilità di inviare truppe occidentali. Una soluzione che non trova sponde a Roma. “Quando Macron parla di andare a combattere fuori dai confini europei io non sono d’accordo – ha ribadito Matteo Salvini durante le tappe piemontesi del suo tour elettorale -. Voglio parlare di scuola, università, agricoltura. Sono questi i treni che ci interessano e sui quali vogliamo impegnarci. Macron spaventa quando parla di queste cose. Non manderemo mai i nostri figli a fare guerre fuori dai confini europei che non siano le nostre”. La posizione del governo è esplicitata da Antonio Tajani. “Abbiamo sempre detto che noi non siamo in guerra con la Russia e quindi – ha chiarito il ministro degli Esteri – non manderemo soldati italiani a combattere in Ucraina”.