Stava salendo sulla sua bicicletta nel centro storico di Dolceacqua, un pittoresco borgo medioevale del ponente ligure. Quando ha scorto i Nocs, ha capito che era finita e si è fatto arrestare senza porre resistenza. E’ finita così la latitanza di Luca Dolce, 37 anni, una delle figure di spicco del movimento anarchico insurrezionalista in Italia. Triestino, di 37 anni, detto ‘Stecco’, in passato era in contatto con Juan Antonio Sorroche ed era coinvolto negli scontri al Brennero del 2016.
Dolce, ricercato dal 2021, è stato individuato al termine di una complessa indagine della Direzione centrale della polizia di prevenzione che aveva costituito un gruppo di lavoro con le Digos di Trento, Treviso, Trieste Genova e Brescia. L’attività è stata coordinata dalla Procura distrettuale di Trento diretta da Sandro Raimondi. Dolce, che al momento della cattura, aveva una carta di identità falsa, ha diversi precedenti ed è stato in carcere a Tolmezzo, Ferrara – dove è stato detenuto assieme ad Alfredo Cospito – e Modena.
È ritenuto dagli investigatori un punto di riferimento tra gli anarchici del Triveneto e anche un elemento di collegamento con gruppi dell’antagonismo e del marxismo leninismo, anche per la sua produzione di documenti e testi pubblicati sui media d’area anarchica. Pur essendo friulano, dal 2009 ‘Stecco’ ha trascorso molto tempo con il gruppo anarco insurrezionalista trentino, nella zona di Rovereto, dove si è occupato di propaganda e logistica.
Secondo gli accertamenti svolti, Dolce avrebbe avuto anche un ruolo di coordinamento, a livello nazionale, nella promozione di attività anti carcerarie e ha intrattenuto corrispondenza con detenuti appartenenti alle Brigate Rosse. Nel 2021 il 37enne era stato condannato a 2 anni e 4 mesi dopo gli scontri con le forze dell’ordine in occasione di una manifestazione organizzata contro la Lega nel 2018. Sempre nel 2021 l’autorità giudiziaria di Trento aveva emesso un provvedimento che unificava le pene concorrenti stabilendo per Dolce 3 anni e 6 mesi.
L’ultima condanna è del 17 marzo scorso, quando la Corte d’appello di Trento lo ha condannato, assieme ad altri 62 anarchici, a tre anni di reclusione per i reati commessi al Brennero il 7 maggio 2016 durante una manifestazione di protesta contro il muro anti migranti annunciato, e mai realizzato, dal governo austriaco.
L’attività di indagine finalizzata alla localizzazione del latitante è stata caratterizzata da estrema difficoltà operativa a causa delle straordinarie accortezze e dei consolidati atteggiamenti controinvestigativi messi in atto da Dolce e dai suoi fiancheggiatori, grazie anche all’esperienza fatta in occasione dell’aiuto fornito per la latitanza di Juan Antonio Sorroche. Nelle ultime settimane l’area di ricerca è stata ristretta, a questo punto sono intervenuti i Nocs, unitamente a elementi specializzati delle squadre di pedinatori e tecnici. Secondo gli inquirenti, Dolce rappresenta “una figura di assoluto rilievo dato il suo consolidato carisma riconosciuto trasversalmente da tutte le realtà anarchiche nazionali”.