Niente violenza nell’ascensore della Circumvesuviana ma sesso di gruppo consenziente, i giudici: la denunciante è bugiarda patologica con vissuto sessuale disordinato
Le immagini che secondo gli investigatori raccontano una violenza sessuale direbbero tutt’altro. Le immagini delle telecamere di sorveglianza restituiscono un racconto molto diverso da quello che ci hanno raccontato inizialmente. Le immagini delle telecamere della Circumvesuviana a San Giorgio a Cremano, ai giudici del Riesame dicono che non ci sarebbe stato alcuno stupro, violenza o costrizione dei tre ragazzi arrestati ma dimestichezza di rapporti quotidiani tra loro. Le scene drammatiche di violenza, abusi, stupro non esisterebbero. Le scene che hanno visto di giudici del Riesame che hanno scarcerato Raffaele Borrelli, Alessandro Sbrescia e Antonio Cozzolino mostrano quattro amici (tre ragazzi e una ragazza) che si incontrano, scherzano, fumano assieme, consultano il cellulare. Sono scene che mostrano quattro giovani cercare un luogo in cui appartarsi. Quattro giovani che trovano l’ascensore guasto che trasformano in un luogo dove consumare rapporti sessuali. E poi si vedono scene di quattro giovani che lasciano l’ascensore e vanno verso i binari tutti assieme, senza tensione, senza alcun dramma o disperazione. Questa è la storia che hanno visto i giudici del Riesame nelle immagini. Ed è solo grazie a queste immagini che i giudici hanno spazzato via il presunto stupro consumato nella circum di San Giorgio a Cremano e riscritto quella realtà raccontata dalla giovane che accusa i tre giovani di stupro. Il racconto della presunta parte offesa, la 24enne di Portici, è per i giudici del riesame non vero. I tre accusati e arrestati che si erano sempre protestati innocenti (ma arrestati lo scorso 6 marzo) sono stati scarcerati e il racconto di quella che veniva accreditata come una “violenza brutale e animalesca” contestata dal gip Valeria Montesarchio diventa un rapporto consenziente. Come è possibile?
San Giorgio a Cremano. Dopo la presunta violenza ci fu un sit in con fiaccolata dei cittadini fuori la stazione della Circum con molti sindaci della zona che parteciparono
Sarebbe stato possibile perché i filmati della circumvesuviana non erano stati inoltrati al gip, così come non era così netto il quadro clinico della giovane. Insomma, in nessun referto medico c’è scritto con nettezza che la ragazza aveva subito violenza sessuale. E come è possibile che i giornali l’abbiano raccontata? Qualcuno ha opportunamente orientato il racconto in modo da fabbricare una realtà che in realtà non era vera? Bisogna aspettare le motivazioni dei giudici del Riesame.
Giudici che descrivono la ragazza come “bugiarda patologica”, con disturbi bipolari, un vissuto sessuale e familiare disordinato, problematico, sempre al centro delle sue terapie. I giudici del Riesame scrivono che “in due occasioni (5 e 11 marzo), la ragazza aveva dichiarato di essere stata spinta in ascensore; di aver provato a mordere i genitali di uno dei ragazzi pur di difendersi e di aver poi esclamato la frase Dio mio ti prego basta”.
Una testimonianza drammatica che stride con la realtà. E la realtà sono le immagini, proprio quei filmati che avrebbero dovuto inchiodare i tre presunti stupratori invece li salva dal carcere. “La giovane saluta Alessandro Sbrescia, poi sale con i tre ragazzi la rampa di scale, mentre Alessandro ha un braccio appoggiato sulla spalla di lei; poi si vedono i due abbracciati, mentre lei fuma una sigaretta, consulta il cellulare, chiama l’ascensore che risulterà non funzionante; sempre abbracciati i due si spostano verso un altro ascensore, poi lei offre un tiro di sigaretta ad Alessandro, per poi entrare spontaneamente in quell’ascensore”.
“Gli indagati – scrivono i giudici – escono insieme alla ragazza perfettamente ricomposta nel vestiario, con il cellulare in mano e la busta a tracolla, in condizioni di apparente tranquillità; si intrattiene con un paio di loro, poi scende per le scale con assoluta normalità”.
Poi, nel prosieguo, si vede la ragazza che si siede su una panchina e accende un’altra sigaretta. Non sembra turbata, non sembra pianga e nemmeno sembra disperata come chi ha subito uno stupro. Non chiede aiuto a nessuno. È calma. La siede fare una prima telefonata alla madre, senza fare alcuna allusione al presunto stupro. Alla madre appare lucida, tanto da indicare l’orario in cui parte il treno. Solo pochi minuti dopo scoppia a piangere. Attira l’attenzione di un passante e poi il resto della storia è quella che conosciamo: il racconto di una violenza sessuale e l’arresto dei tre giovani. Ma come la mettiamo con la denuncia del tentativo di stupro di una paio di settimane prima sempre ad opera dei tre giovani raccontato dalla 24enne di Portici? Tutto inventato. E lo si capisce dalla testimonianza della sorella. Che interrogata ricorda di aver visto la sorella e alcuni ragazzi ridere e scherzare nei pressi di casa. Insomma esattamente un mese dopo il presunto brutale stupro lo scenario viene capovolto: i carnefici diventano vittime.
Le immagini di una genuina fiaccolata di solidarietà verso la ragazza stuprata. La gente scese in piazza perchè assai scossa dalla storia
Questa è la storia della presunta violenza sessuale che è stata ribaltata dai giudici del riesame che hanno lavorato con onestà, scrupolo, competenza e responsabilità rispetto ad un caso di cronaca che aveva tanto scosso l’opinione pubblica. Oggi la verità giudiziaria non è quella dei tre mostri da sbattere in prima pagina ma quella di una bugiarda patologica con problemi seri di relazione che stava per massacrare tre innocenti. E poi, sempre in questa storia, ci sono le pressioni fortissime esercitate contro la serenità dei giudici da una opinione pubblica opportunamente orientata. Ci sono critiche asprissime ai giudici senza un minimo di cognizione della storia.
L’ultima notazione di buonsenso che si può fare su questa vicenda è quella relativa ad un fatto oggettivo. Non sappiamo quale rilevanza verrà data a questo fatto dai giudici del Riesame. Aspetteremo le motivazioni. Mica è normale che tre ragazzi si intrattengono sessualmente in un ascensore rotto della Circumvesuviana con una giovane che sarebbe disturbata sessualmente e sarebbe bipolare e sarebbe in cura da uno psicologo? Pure questa è patologia. Ora però bisogna tacere e aspettare le motivazioni complete del Riesame. E capire quale binario prenderà questa vicenda.
Questa è la lettera che l’avvocato della presunta stuprata consegnò ai giornalisti. L’avvocato era solo il latore della lettera della 24 enne che aveva denunciato lo stupro in circumvesuviana che costruiva il processo non solo nella aule di giustizia
Discutere della sentenza della Corte penale internazionale sull’arresto di Benjamin Netanyahu al tavolo del G7 e provare a concertare assieme agli alleati una linea comune. Nelle stesse ore in cui 4 soldati italiani restano feriti nella base Unifil in Libano dopo un lancio di missili di Hezbollah, il governo cerca di gestire il nodo della decisione dell’Aja sul leader israeliano – e sul suo ex ministro della Difesa Gallant – coinvolgendo i partner europei e occidentali. E’ l’input che Giorgia Meloni affida ad Antonio Tajani (che tra l’altro rivendica su questi temi il ruolo di palazzo Chigi e della Farnesina) dopo le divisioni emerse nell’esecutivo che di certo non le avranno fatto piacere, anzi.
Le fughe in avanti dei ministri irritano palazzo Chigi che, invece, sui dossier delicati vorrebbe che il governo si esprimesse con un’unica voce. Ecco perchè di fronte al susseguirsi di dichiarazioni la premier, in vista del vertice di maggioranza convocato per lunedì, decide intanto di mettere nero su bianco quella che deve essere la linea di tutto il governo. La premessa è che sulla sentenza della corte dell’Aja vadano fatti degli approfondimenti per capirne le motivazioni che, sottolinea, “dovrebbero essere sempre oggettive e non di natura politica”.
Ma “un punto resta fermo per questo governo: non ci può essere una equivalenza tra le responsabilità dello Stato di Israele e l’organizzazione terroristica Hamas”. Una presa di posizione che ha come obiettivo anche quello di mettere a tacere i distinguo e le voci in libertà nella compagine. Accanto alla posizione prudente di Antonio Tajani, c’era stata infatti la dichiarazione più netta di Guido Crosetto. Il ministro della Difesa, pur criticando il pronunciamento della Cpi, aveva aggiunto: “La sentenza andrà rispettata”. Ma soprattutto, a pesare è quanto detto da Matteo Salvini. Il leader della Lega è quello che si è spinto più avanti, arrivando ad invitare il premier israeliano in Italia dandogli il “benvenuto” perchè, avvisa, “i criminali di guerra sono altri”.
Parole che pesano negli equilibri internazionali alla vigilia del G7 dei ministri degli Esteri in programma a Fiuggi lunedì. Non è un caso infatti (forse anche dopo contatti con Chigi) che il leader della Lega cerchi poi di ammorbidire i toni invocando la condivisione delle decisioni: “Troveremo una sintesi – confida Salvini – il problema è a livello internazionale”. Chi sceglie di non esprimersi è la Santa Sede. Il Vaticano si affida alle laconiche parole del segretario di Stato Pietro Parolin: “Abbiamo preso nota di quanto avvenuto, ma quello che a noi interessa è che si ponga fine alla guerra”. Intanto, le dichiarazioni dei ministri e dei leader della maggioranza finiscono sotto il fuoco di fila delle opposizioni che vanno all’attacco.
Ma le tensioni sulla politica estera sono solo l’ultimo punto che si aggiunge ad una lista di nodi che Meloni dovrà sciogliere con i due alleati di governo nel vertice in programma per lunedì 25, prima della riunione del Consiglio dei ministri. Il ‘caso’ Netanyahu sarà uno dei temi che i tre leader del centrodestra dovranno discutere, ma altrettanto dirimenti, sono le decisioni da prendere sul versante interno. La sconfitta alle regionali ha alzato il livello dello scontro e, di conseguenza, le richieste di Lega e Forza Italia da inserire nella legge di Bilancio. Ufficialmente tra i partiti di maggioranza regna la concordia: “Ci incontreremo e risolveremo i problemi nel miglior modo possibile”, è la convinzione di Tajani a cui fa eco il vicepremier leghista: “Siamo in sintonia su tutto”.
Ma il taglio dell’Irpef, la flat tax per i dipendenti e la riduzione del canone Rai sono tre temi su cui da giorni è in atto un vero e proprio braccio di ferro. E la mancanza di un accordo ha fatto slittare alla prossima settimana le votazioni sul decreto fiscale. Alle richieste dei partiti si aggiungono i desiderata dei ministri. Un elenco impossibile da realizzare (visti i fondi a disposizione) su cui la premier dovrà dire una parola definitiva. In stand by invece resta la decisione sul successore di Raffaele Fitto.L’idea della presidente del Consiglio pare sia quella di tenere le deleghe a palazzo Chigi fino a gennaio, scavallando quindi la sessione di bilancio. Nessuna fretta anche anche perchè, raccontano nella maggioranza, per la prossima settimana è attesa anche la decisione dei giudici se rinviare o meno a giudizio la ministra per il Turismo Daniela Santanchè.
Lo ripete ai carabinieri come un mantra: “Stiamo insieme da 18 anni, Perla era il nostro sogno. L’abbiamo voluta tantissimo”. Quasi a non credere a quello che è successo. Antonio Parrinello, 36 anni, è il papà della bimba di dieci mesi trovata senza vita, nel primo pomeriggio di oggi, a Nole, nel Torinese. Affogata, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, nella vasca da bagno dell’abitazione dei genitori, una villetta indipendente in via Grazioli, a due passi dal centro del paese. La piccola sarebbe morta per mano della mamma, Carola 34 anni, alle prese da qualche tempo con una grave depressione post partum. La donna ha anche tentato il suicidio: ora è ricoverata e piantonata all’ospedale Molinette di Torino, non in pericolo di vita. Si è colpita con un coltello al torace e al collo ma le ferite non hanno leso organi vitali.
E’ stata sottoposta a intervento chirurgico ed è in prognosi riservata. A dare l’allarme è stato proprio il compagno, rientrando a casa durante la pausa pranzo. Ha trovato l’abitazione stranamente sbarrata, compresa la chiave inserita nella porta d’ingresso dall’interno. Tanto che, per entrare, è stato costretto a passare da una finestra. Una volta all’interno dell’abitazione si è trovato di fronte alla bimba ormai esanime nella vasca da bagno e, poco distante, la mamma ferita al petto. Ha chiamato il 112 e ha tentato di rianimare la bimba: tutto inutile. Nel frattempo hanno raggiunto via Grazioli le ambulanze e i carabinieri della compagnia di Venaria. La mamma della piccola è stata stabilizzata e trasportata con l’elicottero in ospedale.
Il papà in caserma per essere ascoltato dagli investigatori. Poi sono iniziati i rilievi di rito che dovranno fare piena luce sull’accaduto. A quanto pare la donna era in cura già da qualche mese per la depressione. Proprio oggi pomeriggio era attesa dallo psicologo per una visita. Evidentemente la situazione si è aggravata negli ultimi giorni: circostanza, questa, avvalorata da alcuni biglietti che i militari dell’Arma avrebbero ritrovato all’interno dell’abitazione.
Messaggi, scritti proprio dalla mamma della piccola Perla, in grado probabilmente di rendere più chiaro il male che ha portato al drammatico gesto. Sul contenuto dei biglietti, per ora, massimo riserbo da parte degli inquirenti. Di certo la famiglia non aveva sottovalutato il problema: per questo motivo la donna era seguita da uno specialista che, nelle prossime ore, sarà probabilmente sentito dagli investigatori.
Anche per capire se, in un quadro già delicato come quello della depressione post parto, possano essersi sommati altri problemi nella gestione della piccola. Poche ore dopo il ritrovamento del corpo, il magistrato della procura di Ivrea, Elena Parato, ha effettuato un lungo sopralluogo della villetta. Sono ancora numerose le questioni sulle quali fare chiarezza. Per questo, nelle prossime ore, proseguiranno alcuni accertamenti tecnici, a partire da quelli sui telefoni cellulari dei genitori della bambina. Lo psichiatra Giancarlo Cerveri, membro del Consiglio della Società Italiana di Psichiatria, ricorda come il periodo post gravidanza sia “una fase di grandissima fragilità. Bisogna fare attenzione ai segnali d’allarme.
Tantissimi studi hanno evidenziato come fisiologicamente c’è una deflessione del tono dell’umore transitorio che in molti casi recede spontaneamente ma alcune donne, purtroppo, vanno incontro a una condizione depressiva molto grave, persistente, e che in alcuni casi può trasformarsi in quella che viene chiamata psicosi post partum in cui la condizione psichica della madre diventa ancora più grave”.
Sono state identificate tutte le 106 persone che hanno partecipato stamattina al blitz di Extinction Rebellion in piazza del Viminale s Roma. Tra le città di provenienza Torino, venezia, Verona, Pavia, Brescia, Milano, Treviso e Modena. Secondo quanto si apprende, per 68 è scattato l’accompagnamento negli uffici di polizia dove sono state portate a termine le operazioni di identificazione. Nei confronti 33 di loro è stata disposta la misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio da 3 mesi a 6 anni, la cui durata è stata proporzionata ai precedenti di polizia di cui cui ciascuno di loro è gravato. Al termine delle operazioni, tutti hanno lasciato gli uffici di polizia. .